Marco POV
Milano - Marzo 2024
Dopo aver cantato con Alessandro tornai a casa arrabbiato, soprattutto con me stesso perché non avevo di nuovo le idee chiare, di nuovo in balia dell'umore di quel ragazzo che ormai ero arrivato quasi a detestare. Per me che era così strano sentire e provare quel sentimento, così tanto lontano dalle mie corde, dalle mie abitudine. Ma ora mi sentivo così stanco, deluso, scoraggiato, che le mie emozioni erano diventate un susseguirsi di immagini cupe e negative.
La verità é che questa volta ci avevo davvero creduto che qualcosa sarebbe cambiato, ma come diceva spesso la mia psicologa arriverà il momento in cui capirò quando sarebbe arrivato il momento di non crederci più, di non sprecare più inutilmente energie nel credere in qualcosa che non sarebbe mai accaduto. Sentivo però che non ero ancora arrivato quel punto, che ancora sarebbe dovuto passare del tempo per portarmi al limite, ora non ero ancora pronto a lasciarlo andare nella mia testa.
Presi il telefono e andai a cercare il numero di quel ragazzo che avevo conosciuto quella mattina, forse volevo solo delle conferme dentro di me, che non potessi stare bene con qualcuno che non fosse Alessandro, forse speravo invece di sbagliarmi e di potermi ricredere.
Il telefono squillava e stavo quasi per riattaccare, quando lo sentii rispondere distrattamente, non sapendo che fossi io. Sembrava molto felice che lo avessi chiamato e ci accordammo per vederci e bere qualcosa in un locale in cui andavo spesso e che era abbastanza appartato per non dare troppo nell'occhio.
Mi preparai velocemente, indossando qualcosa che mi facesse sentire a mio agio, perché fuori dalla scene dove ormai mi vestivano sempre altre persone, mi piaceva sentirmi comodo con me stesso, senza fronzoli e vestiti scintillanti."Ciao" mi salutò lui quando arrivai al tavolo al quale lui era già seduto.
"Ciao Andrea, scusami per questo appuntamento improvvisato."
Gli sorrisi e lo osservai meglio, sedendomi sulla sedia di fronte a lui. Aveva degli occhi bellissimi, l'iride era così azzurra che quasi sembrava trasparente, ma quello che mi colpì non fu tanto il colore ma quanto la forma degli occhi che era quasi a mandorla e la sua espressione che mi faceva sentire rilassato e a mio agio. Fu qualcosa di inaspettato quello che sentii e fu molto simile a quello che avevo provato quella mattina, quando l'avevo conosciuto.
"No anzi, aspettavo una tua chiamata, anzi se proprio ci speravo ma non pensavo mi avresti contattato davvero."
Gli feci l'occhiolino. "Come è andata la visita alla casa?"
"Bene, mi piace molto. Devo ammettere che non pensavo di trovarla subito. Per fortuna la paga la mia azienda, altrimenti potevo andare in bancarotta."
Rise leggermente e osservai la fossetta bellissima sulle sue guance che si formava quando sorrideva come stava facendo in quel momento.
"Sono felice per te. Che lavoro fai?"
"Mi sono appena laureato in ingegneria navale e ho trovato lavoro presso un'azienda che progetta yacht di lusso. Ho sempre voluto venire a vivere a Milano, anche se l'azienda ha diverse sedi e dovrò spostarmi spesso."
"Wow super interessante. Ma quindi sei giovanissimo, che ci fai qui con un vecchio come me." Scherzai io facendo una smorfia buffa.
"Va beh ho 24 anni, mica 12." Rispose lui grattandosi leggermente la barba leggera che aveva sul viso. "E comunque penso che il tuo lavoro sia più interessante."
Ora la smorfia sul mio viso si fece più sofferente. "Ha i suoi lati positivi e quelli negativi, diciamo."
"E come mai un super famoso come te é qui con un comune mortale come me?"
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Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the Moon
FanfictionCOMPLETA! Mi misi la camicia e allacciai la cintura dei pantaloni, non riuscivo più a guardarlo. "Quindi non mi ami?" mi chiese, con uno sguardo confuso, perso. "Non ti amo più." Il silenzio che portò quella frase, mi fece male, ma era necessario; s...