36. Se muori di sete, fai di me la tua fontana

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Alessandro POV

Miami - 27/02/2024

Ero in questa città scintillante da ormai qualche giorno, stavo lavorando tanto, ma mi stavo anche rilassando e in qualche modo cercavo di godermi la vita, senza pensare ai motivi che mi facevano stare male. Avevo riflettuto molto sulla situazione assurda che avevo vissuto e se da una parte ero molto arrabbiato con Marco, dall'altra sapevo che a tratti me lo meritavo. Lui non aveva mai dubitato di me, mi aveva aspettato sempre, e sicuramente c'era un motivo se ora aveva deciso di andare avanti così in fretta.
Pensarlo fra le braccia di un'altra persona mi faceva male, ma cercai di scacciare i pensieri, pensando solo a rimettermi in sesto per il tour, che mi avrebbe tenuto lontano fino a metà Maggio.

Ero certo che di lì a due mesi sarei stato meglio e quando lo avrei rivisto per finire la canzone sarebbe andata molto meglio. Forse me lo stavo imponendo, mi stavo quasi obbligando a vederla in questo modo.
Sicuramente se avessi smosso qualcosa nel più grande, mi avrebbe cercato o chiamato, mi avrebbe detto qualcosa, cosa che effettivamente non aveva fatto.

Quella sera andai a ballare in un locale di Miami, era bello che lì nessuno mi conoscesse e quindi potevo ridere, scherzare, ballare come un idiota, come non mi capitava da una molto tempo.
Fu una serata bellissima, spensierata, molto alcolica e finì con del sesso liberatorio, nella camera da letto di un bellissimo ragazzo americano, conosciuto quella stessa sera. Mi sentivo libero di vivere il mio tempo come meglio credevo, mi sentivo libero di essere me stesso a fare tutto ciò che volevo. Ma tutta questa libertà portava con sé, sempre, la solitudine. E se avessi dovuto descrivere quel periodo, la cosa che avrei urlato a pieni polmoni era che mi sentivo estremamente sola. Forse perché ero sempre stato fidanzato nella mia vita e quella era l'unica volta in cui avevo deciso di non buttarmi in una nuova relazione, per non sentire il vuoto che mi portavo dietro, dall'assenza dell'unica persone che aveva seriamente contato.

Stavo male? Certamente.
Mi mancava Marco? Ancora di più.
Lo avrei detto a qualcuno? Assolutamente no.



Barcellona - 08/05/2024

Passare ogni notte del mio tour con un uomo diverso, mi faceva stare bene, mi faceva sentire vivo, o in alternativa potevo dire che mi faceva smettere di pensare a Marco.
Camilla che vedeva le sue storie sul suo profilo privato di Instagram, mi aveva riferito che era in Africa, ormai da un mese. Mi aveva mandato qualche foto, prettamente paesaggi e nulla di più. Avevo smesso di chiedere sue notizie e lei aveva smesso di parlarmi di lui. Non sapevo se fosse partito con il suo nuovo ragazzo o se fosse con amici, e forse neanche ci volevo pensare troppo. Ora volevo solo pensare al bellissimo ragazzo che stavo aspettando sul letto della mia camera di hotel, che sarebbe arrivato a breve.
E forse il sesso non era la giusta soluzione, ma era quella più facile, era quella che andava bene per me in quel momento. Non me ne vergognavo, non mi importava. Il vuoto che sentivo era incolmabile, mi ritrovai spesso in quelle settimane a chiedermi come avessi fatto a passare 3 anni senza Marco, a fingere che non lo amassi, a fingere che chiunque altro potesse sostituirlo. Mi sentii uno stupido ad esserci arrivato solo ora a questa consapevolezza, mi sentii uno stupido perché se lo avessi capito prima, probabilmente ora non starei così male, ora sarei nel letto con lui e non con uno sconosciuto.
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"Ci rivedremo?" Mi chiese il ragazzo mentre ancora nudo, mi guardava attentamente, steso sul fianco accanto a me.

"Certo quando tornerò a Barcellona magari." Mentii, perché ormai non facevo altro, perché ormai era l'unica cosa che sapevo fare bene, così come odiare me stesso, o meglio così come odiare la parte di me che ancora amava quel ragazzo, che non potevo più avere.

Ero felice? Non proprio.
Mi mancava Marco? Sempre.
Glielo avrei detto? Assolutamente no.

Milano - 03/06/2024

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora