CAPITOLO 10
Light in the park: Signore e signori, LUCE
Partii veloce in sella alla mia bici, e l'unico ostacolo che incontrai fu il portoncino del complesso, che quando tornai a casa trovai già aperto, probabilmente da Filippo, ma quando me ne andai al parco trovai chiuso. Accennai un saluto ai ragazzi del complesso, come a Giovanna, ad Eugenio e a Elia. Probabilmente qualcuno aveva appena fatto una battuta, poichè stavano ridendo tutti, già...ma quella è un'altra storia.....
La situazione in cui mi trovavo era una sorta di paradosso, perchè quando tornai per controllare che CASA MIA non stesse bruciando andai più lentamente di quando partii per controllare che il cuore del mio migliore amico non stesse bruciando. In quel momento non avrei semplicemente nè dovuto, nè voluto, nè POTUTO fermarmi o rallentare, tant'è vero che rischiai in un paio di occasioni di stirarmi a terra, ma soprattutto non mi piaceva il pensiero che se non mi fossi steso per strada mi avrebbe steso lui. Proprio non mi capacitavo del pensiero che Paolo fosse arrabbiato con me, poichè: se il piano fosse stato vero, allora non avrebbe avuto ragione di essere arrabbiato, mentre invece se non fosse stato così, allora sarebbero stati guai, e anche grandi....
Continuai la strada per il parco, contravvenendo anche ad un paio di regole, ma quella fu l'ultima cosa di cui mi preoccupai in quel momento. Mi soffermai a pensare; ma io in quel momento con chi stavo andando a parlare? Ovvero, qual'era il mio obbiettivo? Parlare con Marta? Noo, non sarebbe servito a gran che, anche se pensavo che anche lei faceva parte del piano, per tanti motivi che andavano oltre alla semplice sensazione personale. Ad esempio lo sguardo che aveva quando ha visto me e Silvia mano nella mano, anche se quello tutto sommato poteva anche essere spiegabile, perchè se si è amici di una persona, è ovvio che si è felici per lei se si fidanza. Ma la cosa che proprio mi ha fatto capire che in questa storia le mani gliele ha messe dentro anche lei, è che Caterina e Filippo già sapevano che io e Siliva ci eravamo fidanzati, e non hanno tirato ad indovinare, perchè Filippo ha detto "Ho SAPUTO che siamo un pò in ritardo", per cui lui e Caterina SAPEVANO, e anche bene, quello che era successo, ed ho la vaga impressione che sia stata Marta a dirglielo. Prima di tutto, perchè io non sono stato, e Silvia non ha preso il telefono durante tutta la passeggiata al parco, quindi ci sono due probabilità: o Paolo è diventato tutto d'un colpo super amico di Filippo, perchè lo avrebbe solo potuto dire a Filippo che io e Silvia ci eravamo fidanzati, lui non sapeva che lo sapesse anche Caterina, perchè Silvia non l'aveva detto a nessuno che lo sapesse anche lei, e in ogni caso se la persona che ti piace si fidanza con un'altra persona, nonostante la palese richiesta delle circostanze a te non va di andarlo a dire in giro, dunque, questa è un'ipotesi da considerarsi alquanto improbabile; oppure semplicemente Marta faceva parte del piano e lo aveva detto a Filippo, dato che sono abbastanza amici, e aldilà di circostanze decisamente strane e scomode, a Marta non piaceva Silvia. Dopo le mie lunghe riflessioni quindi, rimanevano ben tre obbiettivi: Parlare con Marta, con Silvia e con Paolo, ed il bello è che detto così sembrava una cosa da niente, una normale chiaccherata tra amici. Certo, fra amici ed amiche che si sono rubati la/il ragazza/o fra di loro volendolo e non volendolo, intrecciando emozioni e gesti volontari con pure casualità nate della circostanze, ma da qua in poi no....da qua in poi state certi che le casualità non esistono più.....
Arrivai al parco e parcheggiai la bici in uno dei posti riservati ad esse, per poi mettere cavalletto e catenaccio ed andare alla ricerca dei miei amici. Il parco stava per chiudere, ora non si vedeva quasi più niente, e questo non era molto rassicurante, unito al fatto che nel frattempo le poche persone che avevano fatto una passeggiata nel pomeriggio ora se ne stavano andando. Accesi la torcia del telefono, immaginando che magari qualche gatto dispettoso in quel momento mi stava guardando brancolare nel buio divertito. Era veramente inquietante, poichè forse avevano scordato di accendere i lampioni, e supposi che l'orario di accensione fosse stato le 20:30. Erano ancora le 20:20, ed il parco avrebbe chiuso verso le 21:00
-Ruggy!- udii la voce di Silvia in lontananza, la mia salvezza in quel momento. La illuminai con la torcia e la avicinai abbracciandola.
-Silvy, ciao-
-Ma cos'è successo di così pazzesco che sei dovuto scappare di corsa? Mi hai fatto preoccupare-
-No, non preoccuparti, Filippo ha voluto farmi un brutto scherzo...-
-Capisco...ma non è che per caso ti ha detto qualcosa riguardo me?-
-Si...- dissi ridacchiando, guardadola sovrapensiero. Dopo circa 5 secondi che ci guardavamo negli occhi mi disse
-E...che pensi?-
-Me lo chiedi?-
-Certo....-
-....penso che mi piaci...- dissi con un dolce sorriso, baciandola sulla guancia. Lei mi guardò con un altrettanto dolce sorriso
-Anche tu- mi disse lei, si me n'ero convinto ora, Silvia mi piaceva, perchè aveva fatto di tutto per fare si che ciò accadesse. Dopo un lungo abbraccio gli domandai curioso
-Silvy, ascolta, sai per caso dove sono Paolo e Marta?- La vidi annuire con la testa
-Si, certo, sono proprio la, li ho lasciati da soli perchè mi avevano chiesto così- disse alzando gli occhi al cielo ridacchiando leggermente.
-Mhh...capisco. Io dovrei parlare con Paolo, secondo te potrei.....?-
-Non so, chiediglielo- sentimmo un debole "Cosa?!" detto da una voce che assomigliava a quella di Marta, per poi scoprire che quella voce ERA di Marta. Ci avvicinammo leggermente e ci nascosimo per un attimo dietro la siepe. Paolo e Marta a quanto pare stavano litigando. Ascoltai
-Marty, lo so di averti illuso, di averti stranizzato, lo so, lo so, ma purtroppo devo lasciarti-
-Aspetta Paolo, ti giuro, io non sto capendo niente, stai scherzando no?- disse prendendolo poco sul serio, e fu allora che decisi di intervenire. Mi alzai dalla siepe dicendo a Silvia di aspettare un attimo.
-Hey, Paolo- dissi invitandolo a girarsi.
-Ruggy, ma non te n'eri andato- domandò Marta
-Si, lo so, ma era solo uno strano scherzo di Filippo-
-Ah...- disse cacciando una specie di sospiro
-Ruggero, cosa c'è ancora- disse Paolo infastidito dalla mia presenza
-Paolo, voglio chiarire una cosa, ma per davvero-
-NO, BASTA!-
-Aspetta Paolo, ti prego, è importante....ora so....- i nostri sguardi erano molto diversi, ma a loro modo complici. Il mio consapevole, il suo molto d'effetto e diretto, ma sconvolto.
-Va bene, spiegami, ti ascolto- disse davanti a Marta e a Silvia, che nel frattempo era uscita dalla siepe.
-Si, per l'ultima volta, ma non davanti a loro. Loro non c'entrano, le circostanze ci hanno spinto a fare qualcosa di strano, che non avremmo dovuto fare- *Ruggero è come un fiocco di neve caduto su una foglia staccata dall'albero, che grazie ad un dolce vento giunge in spiaggia* -Noi, ci siamo ritrovati ad essere soggetti di sentimenti più grandi di noi, ma probabilmente è stato come mettere un cucciolo dentro una gabbia. Il cucciolo può stare un giorno, due giorni, tre giorni anche con cibo e acqua, ma al quarto giorno vuole uscire dalla gabbia- Mi guardarono stupiti tutti e tre, diversamente stupiti, ma tutti. Mi girai verso Paolo e annuii, questa sarebbe stata la nostra ultima discussione, si sperava. 20:30...luci accese....finiamola qui.....
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Estate d'inverno
Teen FictionRuggero è un ragazzo come tanti, dodicenne, che va alla scuola media Alighieri di Milano. Ha pochi, ma fidati amici, ma come tutti anche parecchi conoscenti. La storia gira intorno a loro, a Ruggero, a Marta, a Paolo, e qualche volte anche a Silvia...