Capitolo 13: "Spritz e Gossip"

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Noemi's mind

Ho sempre voluto una migliore amica da piccola, ma finivo sempre per crearmi amici immaginari, che ti apprezzavano per quello che realmente eri. Io ne avevo tanti, alcuni erano anche animali, i miei compagni di vita. Li portavo insieme a me nelle mie giornate, parlavo e raccontavo delle storie. 
"Loro sono diversi dalle persone!", esclamavo io quando mia mamma mi chiedeva con chi stessi parlando tutta sola sul mio letto.
Noemi ti facevi di dr0ghe pesanti già da piccola. Ma per me non era affatto così. Loro erano tutto ciò che avevo.
Come ho già raccontato, avevo davvero un problema nel conoscere nuove persone. Potevamo parlare di ansia sociale? Forse sì, ma la mia era più una paura. Paura di sopravvivere in un mare di gente con dei modi pensare o opinioni diverse dalle tue, gente che non ti apprezzava, non ti valorizzava, ti discriminava o ignorava completamente la tua presenza.
Descrizione perfetta dei miei anni di liceo. Quegli anni li ho vissuti di corsa, di fretta. Passai dall'amare la scuola e studiare come una matta, a contare i minuti uno ad uno, aspettando che la campanella suoni, per uscire da quell'inferno. Le persone che frequentavano il mio liceo mi davano una sensazione di ribrezzo: ragazze che andavano a scuola solamente per mettersi in mostra, e ragazzi, proprio come dei cani, che le seguivano sbavando. Non ero come loro, ma non lo dico per essere modesta, ma lo dicevo perchè mi 'identificavo' ben diversa da loro.
A farmi ostacolare i miei confini c'era sempre Emanuele, che provava a farmi conoscere qualche suo amico, ma io rifiutavo ogni suo invito. Non mi interessava e non ne volevo sapere. Però allo stesso tempo mi proteggeva da esse, evitando i pericoli. Manu te ne sarò sempre grata, è grazie a te se sono così ora.

È anche grazie a te se ora sono seduta su un tavolino, in un bar, con una ragazza che conosco da neanche una settimana. Ci guardiamo attentamente, pronte a scoppiare a ridere e a cominciare, come la chiama Valeria, la nostra 'Prima Sessione', quella dei gossip. Lei ne andava pazza. Per tutta la Bocconi si sentiva parlare di Valeria Esposito, quella che sapeva tutto di tutti. Ma oggi, il suo intento non era quello di raccontarmi i gossip della nostra Università, ma voleva sentirmi parlare e raccontare un po' della mia vita. Era molto curiosa, e si vedeva.
Dopo qualche minuti si avvicina un cameriere per prendere i nostri ordini.

<<Ragazze siete pronte per ordinare?>> chiede lo sconosciuto che lavorava in quel bar.
Guardai Valeria e lei prese parola.

<<Due Spritz.>> la guardai, sbarrando gli occhi. Spritz? Qualcosa di alcolico in questo momento mi poteva fare molto male. Non avevo un bel rapporto con i drink alcolici, ne avevo bevuti pochi nella mia vita, giusto a qualche festa, ma avevo avuto sempre brutte esperienze.
Il cameriere scrisse i nostri ordini sul un foglietto e se ne andò svelto dall'altra parte del locale.

<<Ma sei impazzita? Io volevo semplicemente un caffè!>> esclamai io. Ne avevo bisogno, non di uno Spritz!

<<Noemi mi sa che non hai capito.. un gossip equivale ad uno Spritz!>> continuai a sorprendermi delle sue parole.

<<E quanti Spritz ci dobbiamo bere oggi!>> ridacchiai io con un tono spaventato ed ironico.

<<Ma dai sei troppo ingenua! Ovvio che ce ne beviamo solo uno, io devo guidare! E ti devo anche portare a casa sana e salva stasera!>>
Aveva ragione, menomale.
<<Dai raccontami un po' qualcosa. Anzi!>> la guardai preoccupata, <<Con l'amore come va?>>
Amore, e io che ne so Valeria.
Ci pensai molto sulla mia risposta, ma d'altronde, di lei mi potevo fidare.

<<Mh diciamo bene, ma anche male, è un po' un periodo strano. Da quando mi sono trasferita qui ho provato sensazioni ed emozioni molto diverse, che non ho mai provato.>> dissi io sincera.

Alibi - LazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora