Quella notte Evianne dorme male. Sogna la morte dei suoi genitori a opera delle cinque spade di Chenzira, vede Mildri ridotta in catene, legata all'altare dove sposerà il principe Jaja, e poi ci sono coltri di fiori viola che rilasciano una pioggia di lame e trafiggono tutte le persone che ama. Snorre, la regina Valesca, i bambini dell'orfanotrofio cadono nella sabbia del deserto con gli occhi vitrei, morti.
Si sveglia in un bagno di sudore, con il fiatone che alza il petto e una pallina di acciaio che minaccia di perforare la cassa toracica. Un incubo, è stato soltanto un incubo, si ripete mentre si asciuga le tempie, un incubo come non ne faceva da un pezzo, forse perché in quei giorni si è sentita particolarmente sola. Dopo il loro litigio il principe non l'ha più chiamata, e casa... casa le manca da impazzire.
La nostalgia la convince a cercare la rosa bianca, ma quando apre la tracolla si accorge che sullo stelo c'è già un petalo imbrattato d'inchiostro. Qualcuno le ha scritto.
Cara Evianne,
Sono stata odiosa perché non volevo che partissi. Ti chiedo scusa e ti prego di ascoltarmi. A Fontebella sta succedendo qualcosa di strano. Mia madre ha chiuso la sala del consiglio e ormai riceve solo Ordon e poche guardie scelte. Non mi permette di assistere alle riunioni e si lamenta quando sgattaiolo fuori da palazzo. Tu ed io l'abbiamo sempre fatto, quindi adesso perché no?
Un giorno io e Snorre siamo andati all'orfanotrofio per portare dolciumi. Cinque bambini, i più grandi, sono scomparsi. Kaira si è nascosta nell'armadio e dice che gli uomini che li hanno rapiti indossavano il cappuccio di spilli e che sui loro guanti c'era il disegno di un fiore viola. Ha solo quattro anni e nessuno le crede, ma io sì, io non ho dimenticato l'uomo che abbiamo incontrato nella Foresta d'Argento da bambine.
Temo che la pace con Spinarupe sia agli sgoccioli e che il matrimonio con il principe Jaja sia soltanto una trappola per tenerci buoni, mentre gli Spilli orchestrano un conflitto. Snorre dice che il principe non lo farebbe mai, ma io non so. Senza di te non ho la forza di reagire.
Sono passati tre mesi da quando sei partita. Qualsiasi motivo tu abbia per metterci così tanto, non vale la tua assenza. Agisci e torna a casa.
Mildri
Evianne accartoccia la lettera così forte che il foglio assume la forma di un ventaglio. Negli occhi continuano a correre le parole di sua cugina, quella terribile verità che attecchisce alle ossa come un veleno che non si può espellere. È il fiore viola quel veleno. Ancora lui, sempre lui. E questa volta ad andarci di mezzo sono stati dei bambini innocenti. Chi può essere così meschino da prendersela con loro? E con quale scopo?
Non riesce ad affogare la rabbia, a placare il cuore che batte al ritmo di un tamburo, perché quello era l'orfanotrofio dove lavorava sua madre. Butta la lettera a terra. Gli Spilli di Spinarupe. Ancora loro! Aveva ragione il consigliere Ordon a dubitare. Il matrimonio è solo una maschera di apparenza che hanno indossato per continuare a perpetuare i loro inganni, e lei si sta lasciando coinvolgere in vicende che non la riguardano. Come ha potuto dimenticare che gli Spilli sono il nemico? Il principe Jaja potrà anche essere buono, ma è stato chiaro: non le permetterà mai di vedere il suo viso.
Basta giustizia, basta rispetto, basta essere Evianne dei Respiri! D'ora in poi penserà solo alla missione che le è stata data, troverà il fiore viola e quei bambini. Ma prima il principe. È dal suo volto che deve partire. Dalla tracolla recupera un siero di griffonia, un potentissimo sonnifero. Si ordina di entrare nella torretta centrale, di addormentarlo subito e di sfilargli il cappuccio. Ma la verità è che non riesce a farlo. Soffoca un grido nel cuscino e nasconde la siringa nella tasca della vestaglia. La userà la prima volta in cui resteranno soli, quando il destino le fornirà il momento perfetto e le vieterà di tirarsi indietro.
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Una storia di ali e spilli
FantastikLe Bolle di Rovi e Rugiada sono nemiche per un motivo che con il tempo si è scordato. Omicidi, furti e agguati hanno generato una spirale di odio che non è mai sfociata in una guerra aperta, sebbene il terrore di uno scontro sia alle porte. Nella Bo...