Capitolo 2 - Dalia

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Baggio, MI

Passai la notte senza chiudere occhio così intorno alle sei di mattina uscii di casa per fumarmi una sigaretta.
Nel piazzale non c'era nessuno, il silenzio era ancora padrone e le prime luci iniziavano ad illuminare quel lungo rettangolo di cemento che collegava i palazzoni.

Camminai più volte per tutto il perimetro immersa nei miei pensieri, nel ricordo del momento in cui Ismail venne per la prima volta a parlarmi, aveva usato la scusa che volesse comprare dell'erba ma io ero già a conoscenza del fatto che lui la spacciasse, oppure la nostra prima vera uscita, quanto mi sia sentita speciale e felice quel giorno lo sapevo solo io e poi come scordarsi il primo ti amo detto per puro caso sotto il cielo stellato visto dall'altro del palazzo, io e lui sopra tutta la città, era così che mi sentivo ogni volta che stavo con lui, sopra ogni problema.

Pensavo senza sosta quando una voce a me familiare mi chiamò da lontano, mi voltai e dietro di me trovai proprio Akram che fece trasformare il mio volto mogio con un piccolo sorriso.

-So che non è facile per te, vorrei potervi vedere entrambi felici ma questi quartieri si mangiano sempre tutto...- quelle parole però mi risuonano strane.

-Che vuoi dire?- cominciammo lentamente a camminare l'uno di fianco all'altro.

-Ismail non ti ha detto tutta la verità- si guardò intorno per essere certo che fossimo soli poi continuò -Stanno cambiando le gerarchie da noi e gli altri non solo vorrebbero farlo avanzare ma anche distruggere la calma che si era creata con voi-

Queste informazioni mi sconvolsero e non poco. Insomma non solo Ismail mi aveva lasciato per tornare a vendere, ma anche per cercare di distuggerci.

-Dalia lo sai, te l'ho detto perché non sono d'accordo a tutto questo, ma non dire che io ho parlato, parlane con tuo fratello... fa quello che devi ma non sono stato io-

La sua preoccupazione era più che comprensibile, sapevo lo sforzo che Akram avesse fatto per dirmi tutto ciò, in fin dei conti quello era pur sempre suo fratello ma so anche quanto lui odi tutto quello che succede in quartiere, i problemi, i litigi, lo spaccio, ecc.

Dopo avermi raccontato tutto risalì sulla sua motocross e se ne andò a casa mentre io tornai a casa mia, scrissi un biglietto "se dormo non svegliatemi" e lo lasciai sul frigo in cucina ma ne lasciai un'altro con scritto "devo parlati ho scoperto delle cose" sopra il telefono di mio fratello Marwan che dormiva nel letto affianco al mio.
Mi buttai nel letto e tentai in vano di spegnere il cervello, ma ovviamente ci pensavo così lasciai il telefono sotto al cuscino nella speranza che Ismail mi scrivesse.

Dopo qualche minuto mi svegliai di nuovo e notai che qualcuno nella notte mi aveva scritto ma non si trattava di Ismail bensì di Bryan un ragazzo del quartiere, aveva bisogno di una mano per finire di vendere alcuni pezzi, così mi rivestii senza fare rumore e tornai di sotto.

Era un po' di tempo che non mi sedevo più sulla mia sedia, proprio per la relazione con Ismail cercavo di non mettermi più nei guai ma anche di farmi notare il meno possibile considerando che tra il mio quartiere e il suo non è sempre circolato buon sangue, ma sembra che grazie a noi le acque si erano calmate.

Passai tutta la notte lì e intorno alle cinque rientrai a casa ed ero decisamente stanca perciò come poggiai la testa sul cuscino caddi in un sonno profondo.

-Dali, sveglia dobbiamo parlare- la voce di mio fratello mi fece svegliare dal quel sonno tanto bramato.

-Potevi aspettare che mi svegliassi almeno...- stropicciai gli occhi sbadigliando.

-Non potevo, cambiati dobbiamo andare dagli altri- così mi alzai e controvoglia tolsi il mio adorato pigiama.

Dopo essermi sistemata scesi di sotto dove mi aspettava Marwan.
Mio fratello era al cancello affiancato da due ragazzi che sembravano familiari ma sapevo di non averci mai parlato ma gli raggiunsi.

-Sami, Amine lei è mia sorella Dalia- mio fratello mi presentó ai ragazzi e io strinsi la mano ad entrambi sorridendogli.

-Dali loro sono dei miei amici- bloccai subito Marwan con la mia espressione crucciata, non conoscevo questi amici ed era già una cosa strana -calmati sorellina, Amine viveva qui a Baggio ma ora sta a San Siro, dove vive anche Sami-

Continuai ad ascoltare la spiegazione di mio fratello senza parlare, io ero fatta così, non davo confidenza subito alle persone anche se la mia espressione parlava sempre prima di me.

-Tuo fratello ci aveva avvisato- disse Sami sorridendomi per smorzare la mia tensione, sicuramente riferendosi alla descrizione data dal mio gemello.

Chiacchierammo a lungo, o meglio chiacchieravano loro io ascoltavo, ma lentamente cominciai a esprimermi anche io, i ragazzi erano simpaticissimi quindi non fu difficile aprirmi.

-Quindi ci vediamo domani così vi portiamo dal nuovo fornitore- strizzai gli occhi alle parole di Amine.

-Nuovo fornitore?- mi rivolsi a mio fratello.

-Si Dali, tu eri troppo impegnata con quello lì- riferendosi a Ismail, a Marwan non era mai piaciuto -quindi ho cercato di tenerti fuori dai problemi, ma Mario è stato arrestato, la roba di ora non è buona e di gente ne viene sempre meno-

Non nego che i quel momento ero irritata dal fatto che Marwan non mi avesse detto nulla, in fondo il giro era suo quanto mio, ma capii ugualmente le sue ragioni.
Accettai di partecipare all'incontro e i ragazzi se ne andarono lasciandoci soli.

-Ci appoggeremo a Lecco- iniziò a camminare per la strada uscendo dalla nostra zona e io lo seguii a ruota ma continuai ad avere quell'espressione irritata -dobbiamo farci aiutare quelli del Quarto ci faranno sparire...-

Ero scettica ma se mio fratello si fidava un motivo ci doveva essere. Continuammo a camminare fin quando non iniziammo tornammo indietro ma ad attenderci c'era uno scenario che non avremmo mai immaginato.

Gli occhi del blocco / Baby GangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora