-13- D.R.A.G.O.

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Contrariamente a quanto si era immaginato, la settimana trascorse liscia e senza intoppi, almeno secondo i suoi precari standard.

Il ritardo accumulato durante Pozioni non gli era valso alcun provvedimento. Non era stato punito, semmai tutto il contrario.

«Oh, Daniel! Sei arrivato appena in tempo! Stavo giusto raccontando alla classe di quando io e tuo nonno rovesciammo per errore un intero barattolo di ambra dragonesca nello stufato di biancospino, creando un ottimo unguento cura-bolle per la Spruzzolisi!!!» era ciò che aveva cinguettato Lumacorno gioviale quando Daniel tentò di sgattaiolare all'interno dell'aula senza fare rumore.

Inoltre, non avvenne l'irreparabile.

Dal suo rocambolesco incontro con lo studente di Grifondoro nulla era cambiato e quello era ciò che a Daniel premeva di più. Nessuna voce malevola nei suoi riguardi si era sparsa, spingendolo a trarre un momentaneo sospiro di sollievo.

La fine della doppia ora di Difesa Contro le Arti Oscure di quel giovedì arrivò quasi come una soddisfacente liberazione.

Si poteva dire con certezza che non fosse esattamente come avere due ore con Lumacorno.

In molti avevano nutrito delle fervide aspettative circa quel particolare insegnamento. Pronostici che non avevano ancora ricevuto una risposta esaustiva su ciò che avrebbero dovuto affrontare.

Il professore in questione, Titanio Shieldow, una torreggiante figura le cui fattezze parevano essere state scolpite da un unico blocco di pietra bruna alto un metro e novanta, si mostrava più incline a sondare il clima del gruppo piuttosto che a fornire avvertimenti riguardo l'oscurità che popolava il mondo esterno.

«L'ideale sarebbe che veniste alla cattedra e parlaste dell'incontro più spaventoso che vi siete ritrovati ad affrontare» aveva esordito durante la loro lezione introduttiva, una settimana prima.

Daniel, improvvisamente grato di essersi seduto nelle ultime file, si perse a contare gli studenti che lo separavano dal suo turno, nella testa non una singola esperienza che potesse ritenersi degna di nota.

Fortunatamente, il racconto di Mila a proposito delle straordinarie e pericolosissime creature in cui era incappata durante i suoi molteplici viaggi si protrasse fino al suono improvviso della campanella.

E fu molto meglio così. Daniel temeva, o meglio, era certo che Christian avrebbe colto al balzo l'occasione per tirare fuori nuovamente la storia delle lumache cornute.

Quel giorno, invece, avevano passato l'intera mattinata sulla teoria, visionando per la prima volta le svariate e molteplici classificazioni che esistevano per definire le creature oscure.

Il tono calmo e cadenzato del Professor Shieldow, però, si era a lungo andare rivelato piuttosto soporifero. Motivo per cui Daniel accolse l'arrivo dell'intervallo con la testa intontita e pesante.

Infatti, stava trascorrendo i minuti di pace su uno dei divani che adornavano i saloni del dipartimento, quando una figura minuta saltellò spensierata fino a lì.

«Oh, Ciao, Daniel!»

Era come se un canarino gli avesse appena cinguettato in un orecchio.

La biondina prese posto sul canapè accanto lui, quasi lo facessero da sempre.

Daniel si stupì di tutta quella cordialità. Per due settimane erano a stento riusciti a incrociare lo sguardo.

«Ciao, Leslie» il suo fu un saluto sottotono.

Gli era venuto naturale. Dopo tutto quel tempo passato a costruirsi fragili aspettative, era rimasto deluso dalla realtà. 

Non provava lo stesso entusiasmo di prima. Sentiva solo uno strano peso sullo stomaco che lo costringeva a irrigidire le membra.

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