Non mi è mai capito di vederla di notte, al lume di una candela sciolta a metà. L'enorme soffitta ha assunto un aspetto più cupo. Pur essendo inverno un flebile raggio si è infiltrato dal piccolo oblò ricoperto di fuliggine, il quale dà in spettacolo il cortile buio dell'enorme casa. È socchiuso , si capisce dagli udibili gridi in lontananza. Qualcuno non è rientrato, e ne sta subendo le conseguenze. Neanchio dovrei essere qui. Mentre il pavimento scricchiola sotto il mio peso mi viene la pelle d'oca. Perfino i passi assumono un che di sinistro. Sparsi per la camerata oggetti di ogni tipo, armi, armature, scudi. Il loro stato riassume la loro storia. In fondo alla stanza uno spazio vuoto. Una volta doveva esserci qualcosa o meglio qualcuno. Doveva essere il posto riservato a colei che possedeva il potere di predire il futuro, colei che aveva ereditato il potere dagli antichi, che aveva scatenato le ire degli dei, il posto riservato all'oracolo di Delfi. Mi sembra irreale. La soffitta. L'oracolo. Perfino l'enorme casa. Ma ormai anche le stranezze sono diventate l'abitudine. Non la pensavo così l'estate scorsa, quando sono stata bruscamente tolta dalla realtà. Un grande specchio padroneggia sul resto degli oggetti. Deve essere nuovo non l'ho mai visto prima, eppure ha l'aria di essere vecchio e usato. Il vetro torbido non riflette la mia immagine bensì una donna, il fisico perfetto coperto da una leggere stoffa bianca. Non sembra reale. Veramente. La figura scompare e ricomparie subito come se a intermittenza. I lunghi capelli rossi incorniciano il volto magro. È bellissima ma di un pallore mortale. Rimango lì a fissarla in un misto tra l'estasiata e terrorizzata. Un lampo verde improvviso illumina la stanza proveniente dagli occhi della ragazza.
Presente e futuro si mescoleranno
Gli eroi si rivolteranno
Morte e disperazione nel mondo porteranno
La figlia degli dei nel tempo viaggerà
E in sé il segreto troverà.Non faccio in tempo a reagire che quella stessa luce mi inghiotte in un vortice senza fine. Non va bene. Niente mi va mai bene. Piano piano la mia memoria va disfacendosi in una nuvola di pensieri e in un attimo mi ritrovo a casa. La mia vecchia casa. Senza memoria mi preparo a rivivere il mio primo giorno al campo.