Alcohol

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                          6. 𝓪𝓵𝓬𝓸𝓱𝓸𝓵

                                  

But I don't need drugs
'Cause I'm already high enough
You got me, you got me good
I'm already high enough
I only, I only, I only got eyes for you ❞

«Lilith? Dove sei?» urlai, facendo rimbombare la mia voce tra gli alberi alti del bosco.
Avevo quattordici anni. Solo quattordici fottutissimi anni.
«Lilith!» urlai di nuovo, sentendo la gola bruciare, come se avessi inghiottito un fiammifero.
Delle lacrime iniziarono a rigarmi il volto, arrivando fino alle punte laterali delle mie labbra. Gli occhi erano spalancati, le iridi sembravano minuscole in mezzo alla sclera bianca e grande.
Mi guardai intorno, sentendomi in trappola. Mi ero persa.
«Lilith!» urlai di nuovo.
Poi sentii dei passi, scarpe che schiacciavano pesantemente le foglie. Andai nel panico ed iniziai a correre, non sapendo neanche dove stessi andando.
Mi scontrai contro alcuni rami che mi graffiarono il volto, ma continuai a correre, anche se inutilmente: qualcosa di appuntito mi trapassò il collo, dandomi subito un senso di leggerezza e impotenza, che mi fece sentire quasi come se non riuscissi a controllare nessuno dei miei muscoli.

Mi svegliai con lo scotch alle labbra, le corde che mi stringevano fortemente la pelle, facendomela arrossare, e le mani legate dietro la sedia su cui ero seduta.
«La più grande si è svegliata prima» sentii qualcuno ridacchiare non appena aprii un po' gli occhi. Riuscii a vedere tra ragazzi, tra i venti e i venticinque anni, seduti ad un tavolo poco più avanti a me. Vagai ansiosamente con lo sguardo e, dopo poco, notai Lilith legata ad un letto.
Spalancai gli occhi ed inizia a divincolarmi furiosamente.
"Liberateci, cazzo!" era ciò che avrei voluto urlare.
Uno dei tre mi venne subito vicino, mollandomi un pugno sullo zigomo. Lo guardai negli occhi, sfidandolo con lo sguardo.
«Ha carattere la ragazzina, eh?» rise l'altro, che sedeva e sorseggiava una birra su un comodo divano bordeaux.
Con foga, l'uomo davanti a me staccò lo scotch dalle mie labbra, facendomi sentire un forte pizzico.
«Liberateci!» sbottai e l'uomo rise di gusto, accompagnato dai suoi due amici.
«Riley?» Lilith mi chiamò e tutti si girarono verso di lei. Era terrorizzata. A morte.
Tutti e tre gli uomini si alzarono per raggiungerla, mentre io urlai a squarciagola per farli fermare.
«Non fatele nulla, vi prego! Vi supplico!» piansi. Piansi tanto. Troppo. 'Agisci, Riley' iniziai a sentire delle voci. Voci che tuttora mi tormentano e mi prosciugano.
I tre uomini iniziarono a slegare Lilith e, ignorando le mie suppliche, la obbligarono a bere qualcosa. Non so ancora cosa fosse, in realtà, ma la fece restare immobile, mentre quei tre demoni le facevano le peggiori cose. La spogliarono, senza contare che fosse solo una cazzo di bambina. Una bambina, cazzo!
«Lasciatela!» urlai più volte, fin quando persi l'arma della voce. Ma non persi la mia vera e propria arma.
Anche se con difficoltà, riuscii a prendere il pugnale nascosto nelle mie calze, come sempre. Iniziai a sfregarlo contro la corda, fin quando non riuscii a liberarmi completamente. Sospirai e, con attenzione, mi alzai cercando di non farmi sentire.
'Fallo' sentii dirmi.
'Fallo, Riley' quella volta sorrisi. Sorrisi. Perché?
'Uccidili' e a quel punto, il mio pugnale diventò rosso del sangue di un essere vivente. Infilzai la schiena di uno dei tre, ma non sentii nulla. O almeno, sentii delle urla, ma erano...sfocate, confuse, lontane.
Gli altri due provarono ad attaccarmi, ma io li precedetti. Uno dei due lo colpii alla tempia, e l'altro al collo, facendo schizzare il loro sangue rosso sul pavimento.
Per un attimo, un brevissimo attimo, risi. Risi forte. Una risata acuta, che sprizzava gioia da tutti i pori.
Poi, però, rivolsi di nuovo il mio sguardo per terra, sui tre corpi, e il mio sorriso svanì.
'Assassina' mi dissero.
«No...» sussurrai, portandomi le mani alla testa e facendo cadere il pugnale sul pavimento a scacchi.
'Psicopatica'.
«Cosa ho fatto?» mi accascia con le ginocchia per terra.
'Hai ucciso tre vite...« continuarono.
Volevo dire loro di smetterla, ma svenni prima di farlo. Non avevo forze.
Svenni poco dopo che sentii i miei genitori chiamarmi, forse avevano scoperto dov'ero.

𝗧𝗛𝗘 𝗙𝗔𝗩𝗢𝗥𝗜𝗧𝗘 𝗦𝗧𝗔𝗥 𝗢𝗙 𝗡𝗬𝗫 | Regulus Black's Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora