45. Qui non è facile guardare il cielo stanotte

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Marco POV

"Ale fai il bravo."

In quel momento sentivo emozioni totalmente contrastanti - da una parte la voglia di lasciarmi andare, dall'altra la consapevolezza che se lo avessi fatto davvero, i miei discorsi di qualche ora prima, non sarebbero serviti a niente.

"Vorrei tanto baciarti." Mi disse con un sussurro.

"Avrebbe senso in questo momento?"

Non avevo il coraggio di guardarlo, quindi rimasi con gli occhi chiusi, cercando di combattere contro la mia voglia di prenderlo per il braccio e trascinarlo in camera da letto.

"Forse no, ma se ti sento così vicino non riesco a pensare ad altro."

"Non.."

Sospirai e lui mi interruppe, finendo la frase al mio posto.

"Non puoi."

Nonostante fosse difficile essere razionali in quel momento, quando mi staccai interrompendo quel contatto così dolce, mi sentivo ancora più forte di prima. Se ripensavo al me di qualche anno fa - anche se forse potevo dire a quello di solo qualche mese prima- quel Marco, non sarebbe mai riuscito a resistere a una situazione così intima con quell'uomo, che ora lo guardava con sguardo confuso.

"Non ci devi restare male Ale."

"Non ci sono rimasto male."

Sbuffai, ridacchiando leggermente. "Falso."

"Mi conosci."

Mi alzai in piedi e gli poggiai la mano per aiutare ad alzarsi a sua volta.

"É giusto così, ci farà bene stare separati e riflettere. Magari sarai tu a decidere di non volermi."

Sul suo viso si potevano leggere così tante emozioni in quel momento, confuse e inutili; perché tanto niente avrebbe cambiato in quel momento quello che era inevitabile succedesse.

"Impossibile."

Non poteva saperlo, non poteva esserne certo e il fatto che non lo capisse, mi dava la certezza che avrei dovuto proteggermi ancora, prima di capire cosa volessi realmente.

"Ora devo andare, fammi sapere per la canzone."

Afferrò la mia mano e con un colpo di reni si mise in piedi. Sembrava deluso, ma non disse nulla, non volle insistere e io lo ringraziai mentalmente per la comprensione.

"Non ti posso chiedere di darmi del tempo per capire certe cose, ma spero tanto che tu possa concedermelo."

Mi sentivo ancora più forte, e non perché fossi in una posizione di vantaggio, ma esclusivamente perché per la prima volta avevo avuto il coraggio di scegliere me e di farlo senza esitazioni. Non mi ero mai messo al primo posto e sentivo come mai prima, che quello avrebbe fatto bene sia a me che a lui.

"Ok Marco, ci provo."

"Ne sono felice."

Sorrisi ancora, come l'ennesima volta in quella giornata assurda. Forse era sbagliato, o non appropriato, ma mi sentivo leggero e a mio agio, sapevo che qualunque situazione avrei voluto vivere, sarebbe stata una decisione presa con una consapevolezza diversa.

Mi avvicinai lentamente e lo abbracciai, chiudendo gli occhi per qualche secondo, gli baciai la guancia così dolcemente che il tempo per quell'istante sembrò congelarsi e rimanere appeso in una dimensione parallela, dove eravamo solo io e lui.

"Ciao Marco."

"Ciao Ale."

-

Il giorno dopo avevo deciso di dedicare un'intera giornata a me stesso e dopo un'intensa partita di tennis al mattino, decisi che avrei dipinto un po', cercando di buttare in quella tela bianca tutte le mie emozioni, cercando di dargli un colore o una luce diversa, ove possibile.

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora