Capitolo 20

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POV'S ALESSIO

CONTINUAZIONE

CINQUE GIORNI FA...

"stai un po fermo! Mi fai venire il mal di testa" si lamentò Arianna che era seduta su una delle poltrone dell'hall, mentre io non facevo altro che andare avanti e indietro per la grande sala. Ero troppo nervoso erano passate quasi due ore. DUE ORE. È ancora non sapevo niente di quello che stava succedendo in quella stanza con suo padre. Non ce la facevo più ad aspettare. Ero impaziente di saperne qualcosa.

"Ci stanno mettendo troppo! Io vado da loro" sbottai già pronto per andare al piano di sopra ma fui bloccata dalla bionda che mi prese il braccio.

"No è una cosa fra loro! Tra poco scenderanno loro" disse con calma guardandomi negli occhi con un espressione seria in viso. Annuii debolmente mentre lei lasciava la sua presa sul mio braccio.

In quel preciso momento l'ascensore si aprì rivelando i due fratelli. Che quasi correndo li raggiunsi.

Avevano delle espressioni in viso che non promettevano niente di buono.

Deglutii rumorosamente avvicinandomi di più ad Eleonora. "Allora?" Chiesi ansioso cercando di guardare negli occhi di Eleonora, che ovviamente li nasconse da me. "Mi volete dire cosa cazzo vi ha detto vostro padre?" Sbottai parecchio infastidito dai loro silenzi. Guardando prima Luca che se ne stava immobile con le braccia incrociate al petto, e poi guardando la mia ragazza che se ne stava lì a guardare il pavimento.

Subito dopo con uno scatto improvviso Eleonora scappò fuori dall'hotel correndo senza darmi neanche il tempo di fermarla.

"Luca dimmi cosa è successo" gli ordinai a denti stretti avvicinandomi pericolosamente a lui.

"Mio padre non vuole farla rimanere qui... Abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo ma non c'è stato niente da fare" spiegò con tono triste e dispiaciuto guardando il pavimento lucido.

Senza dire niente corsi anche io fuori per poter raggiungere Eleonora. Una volta arrivato davanti la macchina notai che lei non era qui. Un grugnito pieno di rabbia e frustrazione uscì dalle mie labbra, tirai un forte pugno sul finestrino creando una lieve crepatura.

Ero davvero arrabbiato con il padre di Eleonora. Voleva portarmi via la persona che mi aveva salvato la vita con il suo amore. Non potevo accettare una cosa del genere.

Più in là dall'altra parte della strada intravidi una piccola figura ranicchiata su una panchina. Sospirai di sollievo constatando che fosse Eleonora. Corsi verso di lei.

"Eleonora" la chiamai ma lei rimase nella sua posizione tenendo il viso nascosto nelle sue gambe. Sospirai per poi sedermi accanto a lei. Con la mia mano accarezzai la sua schiena confortandola. Al mio tocco sembrò svegliarsi dal suo stato di trance. Girò la testa verso di me guardandomi con i suoi occhi gonfi e rossi a causa delle lacrime che continuavano a scendere dai suoi occhi.

Restammo così, a fissarci, per parecchio tempo senza dire o fare qualcosa. All'improvviso lei mi butto le braccia al collo stringendomi forte mentre il suo viso si andò a posizionare sulla mia spalla. Delicatamente la presi dalla vita facendola sedere sulle mie ginocchia. I suoi singhiozzi si fecero sentire forti e strozzati facendomi spezzare il cuore. Odiavo vederla così mi faceva stare male anche me.

Le sue lacrime continuavano a scendere incessanti bagnando la mia giacca.

"Ti prego non piangere" sussurai dolcemente sul suo orecchio stringendola di più a me. Ovviamente lei non mi ascoltò minimamente è continuò a piangere sulla mia spalla. "Ti prego piccola.. si risolverà tutto" continuai dolcemente per poi posare un dolce bacio sulla sua pelle delicata, appena sotto l'orecchio.

Lei si staccò dalla mia spalla per posare il suo viso difronte al mio. "No" singhiozzò "Mio padre ha già deciso" singhiozzò ancora mentre le lacrime rigavano le sue guancia leggermente arrossate.

"Ma piccola possiamo ancora far--" cercai di obiettare alla sua affermazione, ma lei ovviamente non mi permise di finire la frase. Se lei se si aspettava che mi sarei arreso si sbagliava di grosso.

"Alessio non capisci che è tutto inutile!" Alzò di poco il tono cacciando le sue braccia dal mio collo.

"Possiamo fare ancora qualcosa! Tu non partirai" Urlai in preda alla rabbia e alla frustrazione passandomi una mano sui capelli stringendo leggermente le punte.

Lei si alzò dalle mie ginocchie incrociando le braccia al petto. Mi alzai anche io e misi difronte a lei sovrastandola con la mia altezza. Guardai il suo viso ormai invaso dalle lacrime che sembrava stessero cessando finalmente. La sua espressione sembrava arrabbiata e frustrata. Esattamente come mi sentivo io in questo momento. "Io partirò è basta! Mio padre vuole così e così farò" urlò lei a sua volta.

Preso dalla rabbia presi il suo polso fra le mie mani stringendolo fortemente, per poi tirarla ancora più vicino a me. Appena notai la sua espressione spaventata dal mio improvviso gesto lasciai subito la presa, però mantenendo la stessa vicinanza. "Vuoi arrenderti così?" Chiesi abbassando il tono di voce. Lei mi guardò negli occhi con una espressione triste e frustrata restando in silenzio per qualche minuto alla fine sospirò e decise di rispondermi. "Non mi resta altra scelta" lo disse così piano che mi fu anche difficile capire quello che disse. I suoi occhi si fecero di nuovo lucidi ma li abbassò verso l'asfalto nascondendoli dalla mia vista.

Ci fu qualche secondo di silenzio fino a quando non decisi di mettere fine a tutto questo ora è non tra qualche giorno quando sarà ancora più doloroso di quanto non lo sia gia adesso. Presi un respiro profondo guardandola dritto negli occhi che lei aveva appena mostrato a me. "Credo sia meglio che la finiamo qui Eleonora" dissi con tono di voce debole. Era davvero difficile lasciare andare via la persona che più ami al mondo. Si prova una sensazione terribile.

Lei spalancò gli occhi guardandomi con una espressione tra il confuso e il triste. "Ma come? Perché?" Chiese con voce leggera cercando di avere un tono deciso ma ovviamente la sua voce la tradì.

"Credimi io ti amo davvero tanto ma se non possiamo fare niente per farti rimanere qui è meglio se la chiudiamo qui prima che ci potessimo fare ulteriormente male." Le spiegai prendendo il suo viso fra le mie mani portandolo ha una distanza minima con il mio. Dai suoi occhi sfuggì una lacrima che io raccolsi subito con il mio pollice. "Io ti amo" sussurai guardando le sue profonde pozze azzurre, dove potrei addirittura affogarci dentro. "Lo farò per sempre" finii per poi posare un dolce bacio sulle sue dolci labbra. Mi staccai da lei con riluttanza per poi dirigermi verso l'auto senza mai voltarmi.

Avevo fatto la cosa giusta. Dovevo evitare di provare ancora più dolore di quanto già non provi adesso. Perché era giusto quello che avevo fatto vero? Era giusto quello che pensavo a riguardo? Così non avremmo sofferto così tanto quanto adesso giusto?

Ma la verità era che ne stavo soffrendo tremendamente. Quello che volevo era tornare indietro e poter passare queste ultimi giorni rimasti insieme a lei. Ma ovviamente ero troppo codardo per farlo. Così entrai in macchina e misi in moto partendo a tutta velocità verso una metà sconosciuta. Avevo solo bisogno di stare solo e dimenticare.

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ANGOLO AUTRICE
Weeeei ecco a voi il terzultimo capitolo.. spero sia di vostro gradimento! Mi raccomando votate e commentate tanto!!! Alla prossima con il penultimo capitolo :)

Baci ♥♥♥♥♥♥

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