Capitolo 24

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I'm stuck, stuck, stuck

In the memories of you and me

And I'm a traitor, traitor, traitor

But I'm still in love with all your features

Double Traitor, Joy and Grief

La sala era affollata.

Rob non aveva mai visto così tante persone assembrate in unico posto, nemmeno in metro all'ora di punta.

Si guardò intorno sempre più agitato, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni per evitare di aprirsi nuovamente i tagli mentre se le rigirava a causa del nervosismo.

Ovunque posasse lo sguardo, vedeva attori, cantanti, personaggi di pubblica importanza, intervistatori, modelle e giocatori di football.

Mai come in quel momento realizzò in che guaio si era andato a cacciare.

Si sentiva un pesce fuor d'acqua, una balena spiaggiata in una spiaggia per nudisti.

Rise della sua stessa battuta, che in fondo in fondo non faceva nemmeno ridere.

Era nervoso e se solo una persona gli avesse rivolto la parola sarebbe saltato in aria come un palloncino punto da un ago.

La finisci con queste similitudini?, si rimproverò da solo.

«Tutto bene, Rob?», gli chiese Joel, posando una mano sulla sua spalla.

«S-sì, sì, sicuro, tutto bene», balbettò.

Addie li raggiunse sui suoi tacchi a spillo neri dalla suola rossa e un vestito rosso monospalla con un lungo strascico. I suoi capelli biondi erano raccolti in uno chignon basso, molto elegante, sulla nuca.

«Joel, vieni, ti devo presentare una persona», lo afferrò per il polso e presto sparirono in mezzo alla folla.

Rob pensò di girare per la sala da solo, tentando di non camminare come un ubriacone con quei mocassini che gli stringevano troppo le dita dei piedi.

Prima che potesse lasciare il suo angolino sicuro, una mano si posò sulla sua schiena. Sentì il respiro di un uomo sulla base del collo e rabbrividì d'istinto.

Girò la testa di poco quando una voce sussurrò al suo orecchio: «Ho pensato che ti servisse per allentare la tensione».

Sentendo quelle diaboliche labbra sfiorargli la punta delle orecchie, pensò che l'idea di Phoenix fosse a dir poco sconcia.

Si allontanò di un passo e si voltò completamente, fissando quel demone dai capelli rossi: «Phoenix...»

«Ti ho portato questo», sollevò il calice di champagne che teneva nella mano sinistra.

Alcol, era solo dell'alcol.

Afferrò il calice e se lo portò alle labbra, bevendolo tutto d'un fiato.

«Suoneremo tra poco, angelo».

Angelo.

Quella parola era la sua condanna.

Tremò davanti allo sguardo incandescente di Phoenix, incapace di ribattere o fare alcunché. Era normale sentirsi così impotente davanti ad una persona? Rob iniziava a pensare di avere qualche problema.

Un fischio stridente lo fece voltare verso il palco, la mano di Phoenix sul suo fianco a mo' di protezione contro tutto e tutti.

«Salve a tutti», disse Addie, sistemando il microfono davanti alle labbra. Teneva anche lei un calice di champagne nella mano sinistra e sembrava perfettamente a suo agio davanti a tutta quella gente.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora