Capitolo XVI

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[POV SHANNON]

Erano riuniti a casa di Amy per il suo compleanno. Chiesi di proposito di tenere il turno quella sera perché non ero in vena di vedere persone, tantomeno Rick e Daryl, per cui sfogavo la mia rabbia sparando qualche vagante vicino alla recinzione, allenandomi con la mira.

Mentre perlustravo dall'alto la cittadina, vidi una persona incappucciata camminare furtiva verso l'armeria! Seguii i movimenti fino a quando la vidi entrare dalla finestra. Contattai col wokytoky Derek, un ragazzo che abitava di fronte a noi, per farmi sostituire inventando una scusa.

Mi fiondai subito in strada e feci segno alla persona di guardia di aprirmi il cancello, non facendo intendere alcunché. Mi diressi furtiva sul retro dell'armeria e sentii la voce di Dary. Mi affacciai appena dal vetro della porta sul retro, notando Carol uscire dalla finestra. Che stavano combinando!

Decisi di non rivelare la mia presenza e di seguirli. Raggiunsero la casa di Deanna e dopo che Abe e Rosita furono usciti a prendere le armi, Daryl fece un segnale.

Il cuore mi batteva a mille perché non riuscivo a capire la situazione, ma quando udii le parole di Rick, tutto mi apparve più chiaro.

Stavano per impossessarsi di Alexandria.

Emozioni contrastanti si mescolavano nel mio petto: dovevo fermarlo? Difendere Deanna che ci aveva accolto? Oppure lasciarlo fare e mettere finalmente fine a questa attesa che non riuscivo più a sopportare.

Mi limitai ad essere spettatrice.

Entrai quatta dalla porta di ingresso e mi mescolai tra gli invitati. Daryl e gli altri si disposero a cerchio intorno a Rick che era vicino a Deanna e mostrarono le armi, ma senza puntarle sulle persone presenti.

"Deanna, ti ringrazio per averci accolto nel tuo paradiso, ma non esistono gli angeli, come è reale la possibilità di un nuovo attacco. Sei una donna forte e valida, con spirito autoritario, ma, mi spiace, non sei in grado di gestire questo posto, ora. Metterai in pericolo tutti", proferì lo sceriffo con una vena di amarezza e guardando Jessie.

"Per cui – continuò schiarendosi la voce- prenderò io il comando e si farà a modo mio, per il bene del mio gruppo e degli altri!".

"Rick, non puoi farmi questo! Non puoi farci questo! I tuoi metodi porteranno Alexandria alla rovina!" disse agitata l'anziana donna.

Avevo imparato a conoscere Rick, il suo animo, e non era affatto malvagio, ma buono e se aveva preso quella decisione era, appunto, per il bene di tutti noi. Solo che non riuscivo a comprendere il motivo per il quale mi aveva tenuto all'oscuro di tutto. Intervenni.

"Deanna – mi avvicinai alla donna quasi spaventata e le presi le mani- sapevo nulla di tutto questo ma mi fido di Rick, tu ti fidi di Rick e lo sai. Lascia a lui il comando e viviamo serenamente in questo piccolo angolo di paradiso. Ti prego. Fallo per tutti noi. Non è uno sprovveduto e tu stessa hai detto che Aaron ci ha reclutati perché eravamo valide persone. Fidati di me", esternai quello che sentivo dentro.

Deanna prima guardò me, poi tutti gli altri ed infine Rick.

"D'accordo, ma io farò parte di ogni decisione importante per la mia gente, sia chiaro Rick".

"Certo, ma il tuo voto non sarà quello decisivo".

Presumo fosse proprio di questo di cui aveva intenzione di parlarmi Rick, quando ci trovavamo nel cortile ed io come una cretina stavo quasi per baciarlo.

La donna non poté fare a meno di accettare la sua sconfitta ed invitò tutti a raggiungere le proprie case.

La festa era finita.

***

[POV RICK]

Finalmente Alexandria era mia e potevo gestire le risorse al meglio.

Permisi di tenere le armi ai miei compagni e alle persone che stavano di guardia nelle mura, ma quello che più mi premeva era eliminare una ulteriore minaccia: Pete.

"Così è stato deciso e così sarà fatto Deanna! Pete è pericoloso e come tale va esiliato", decisi dopo aver dato la possibilità di disquisire sull'argomento.

Quella stessa mattina Michonne e Shannon andarono a prendere Pete in cella ed a comunicargli la decisione.

"No! Non potete condannarmi a morte!" ribatté l'uomo dinanzi a me e a Deanna, la quale mi fulminò con lo sguardo. "Non potete!", continuò e con velocità sganciò il coltello dalla cintura di Michonne e lo puntò alla gola della donna che mi stava a fianco.

"Pete, non fare stupidaggini e ne uscirai incolume!" lo avvisai mirando con la Colt il suo volto.

"Tanto morirò comunque!" gridò, facendo uscire una lacrima di sangue dal collo di Deanna.

Non mi dette scelta: sparai.

Quella sera avevamo deciso che io e Daryl saremmo andati a cercare provviste e medicine, che al momento scarseggiavano. Tuttavia, il vero motivo era che dovevamo parlare, da soli.

***

[POV DARYL]

Rich si sedette dietro di me, sulla mia moto, ed iniziammo il viaggio. Aveva segnato sulla mappa un luogo dove, probabilmente, vi era una clinica, distante circa un paio di giorni, ma ci servivano quelle dannate medicine.

Raggiungemmo, finalmente, l'edifico dove entrammo cauti. Abbattemmo giusto un paio di vaganti per poi trovare la cucina e poi qualche medicina nei piani superiori.

Nell'uscire Rick mi bloccò.

"Daryl, è il momento di parlare e di chiarire la nostra posizione una volta e per tutte", disse con aria quasi malinconica. "Mi manchi, mi manchi come amico, sei mio fratello! Non voglio questa tensione tra noi".

Mi sorprese, era ciò che anch'io pensavo di noi.

"Rick ascoltami, ti parlo davvero come un fratello. Ti confesso che io sono innamorato follemente di Shannon, ma lei ama un altro... ama te!" ammisi e prima che potesse aprire bocca, continuai.

"Ti ama talmente tanto... ammetto di averci provato più volte per capirla davvero, ma ogni volta mi ha rifiutato, perché nei suoi pensieri ci sei sempre tu. Non azzardarti a farla soffrire, so che anche tu tieni a lei e se provi gli stessi sentimenti, buttati, lasciati andare. Anche tu meriti di meglio di tutta questa merda che ci circonda. Ritieniti fortunato di avere il suo cuore".

Non ero il tipo da fare certi discorsi, anzi non ero proprio il tipo da discorsi, ma quelle parole uscirono come un fiume in piena perché dovevo togliermi quel peso. Mi sentivo libero ora.

"Ma Daryl..." mi appoggiò la mano sulla spalla, "grazie", continuò.

Strofinai il naso col polsino di pelle.

"Andiamo, così potrai ritornare da lei, diverso".

Aprimmo le porte insieme ed alzando lo sguardo, l'ultima cosa che vedemmo fu un'orda di zombie venire nella nostra direzione.

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