Capitolo XVII

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[POV SHANNON]

Erano passati quattro giorni, ma Rick e Daryl ancora dovevano tornare da quella spedizione. Abe e Glenn erano andati a cercarli, ma con scarsi risultati. Avevano trovato la moto distrutta vicino ad una clinica.

Ero in compagnia di Carl e Judith nel giardino di fronte casa, quando sentii Meggie gridare.

"Sono qui! Aprite!"

Percepii il cuore in gola e le farfalle nello stomaco.

Mi alzai a rallentatore affidando la piccola alle braccia del fratello e appena vidi la canna argentea oscillare al ritmo delle sue anche, corsi verso di lui.

Il cancello rivelò le due figure. Rick e Daryl erano davvero tornati.

Corsi il più veloce possibile, incontrai lo sguardo di Daryl, ma incrociato quello di Rick, capii.

Era lui che mi era mancato da morire, era lui senza del quale mi mancava il respiro.

Mi gettai sul suo corpo in lacrime e lo abbracciai forte. Cedemmo con le ginocchia al suolo, mentre sentivo il suo respiro sul collo. Ci raggiunse anche Carl e ci abbracciamo tutti insieme.

Baciai ripetutamente le sue labbra mentre gli tenevo il capo tra le mani. Era ferito al volto e al braccio sinistro.

Guardai Daryl che fu raggiunto da Carol. L'arciere mi guardava triste ma allo stesso tempo rasserenato.

Li portammo in infermeria per curare i vari tagli.

"Ma cosa è successo?" chiesi ad entrambi.

"Stavamo per tornare quando un'orda ci ha sopresi all'uscita dell'edificio. Erano in troppi e siamo dovuti scappare nel bosco. Tuttavia, anche lì non era sicuro..., abbiamo camminato per due giorni interi e ci siamo rifugiati nella casetta che è a pochi chilometri da qui", informò Daryl.

"Ed oggi siamo tornati", Rick finì la frase, guardandomi fisso negli occhi.

Sospirai sollevata. Per fortuna erano riusciti a rimanere insieme.

I due amici si scambiarono uno sguardo, poi Rick si rivolse a me.

"Ti devo parlare".

Mi venne da sorridere.

"L'ultima volta che me lo hai detto, dopo hai sovvertito Deanna e poi tutto il resto".

Scoppiammo in una risata tutti insieme.

***

[POV RICK]

Quel pomeriggio appresi con gioia che Shannon era tornata nella mia casa, la nostra casa, per prendersi cura dei miei figli e non lasciarli soli. Mi sentii sollevato e, soprattutto, perdonato.

Shannon si mise in opera nel preparare qualcosa da mangiare.

"Vado a fare una doccia", le dissi baciandole i capelli.

Salii a stento le scale, ero distrutto, avevamo camminato per giorni. Il riflesso nello specchio del bagno mostrava una barba incolta. Iniziai a rasarla, scoprendo man mano di nuovo i lineamenti. Poi mi gettai sotto l'acqua calda. I muscoli si rilassarono. Indossai comodi pantaloni da tuta ed una felpa e mi sdraiai sul letto. Senza accorgermene, mi addormentai.

Un profumino mi sorprese, la cena era pronta. Ci riunimmo tutti intorno al tavolo, compresa Michonne che mi guardava con occhi pieni di gioia. Finito il pasto, la donna con la pelle d'ebano mi strinse la mano.

"Metto i ragazzi a letto", disse alzandosi.

Shannon lavava i piatti ed io sparecchiai il tavolo. Si girò per posare il centrotavola e le sfiorai il polso. Le presi la mano e la avvicinai al mio petto, sul mio cuore. Il mio cuore che sentivo colmo d'amore, per lei.

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