La caduta

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Era ormai la quarantesima volta che mi buttavo dall'aereo senza paracadute solo per far passare il tempo, attorno a me il sole si avvicina all'orizzonte, dipingendo il cielo con tonalità ardenti di rosso, arancione e viola. Le ombre si allungano sulla superficie della terra mentre il giorno si prepara a cedere alla notte. Il vento soffia con forza, portando con sé un freddo pungente che mi fa venire i brividi.

Con un respiro profondo, do un ultimo sguardo alle persone che dietro di me si devono buttare e che con il loro paracadute sulle spalle mi guardano spaventati e perplessi, e mi getto nel vuoto. L'aria urla nelle mie orecchie mentre cado o forse sono le urla delle persone ma ormai non sento più nulla, la terra si avvicina rapidamente sotto di me e non riesco a fare a meno di pensare come io sia finito in questa situazione.

Penso a quanto mi manca la mia famiglia ormai morta da più di cento anni.

Mentre rifletto sento poi un'urlo che viene dalle mie spalle e vedo cadere una ragazza anche lei senza paracadute con un sorriso stampato in faccia, non riesco a fare a meno di pensare che sia pazza dopo poco mi raggiunge. Ad averla vicina i suoi occhi mi stupiscono, ha un'occhio azzurro e uno verde, quei due occhi mi sembrano come pozze infinite che quasi potrei perdermi al loro interno se non fosse per la pessima situazione, le labbra leggermente rossastre e piene, i lunghi capelli che con la caduta sembrano un fuoco che danza.

Con un'espressione curiosa la ragazza mi dice «Penso che tu abbia dimenticato il paracadute lassù» e io con un'espressione perplessa le rispondo «Ragazzina io invece penso che tu sia così stupida da esserti buttata giù da un aereo solo per dirmelo, tu cosa credi?».

«Credo che anche tu sia stupido d'altronde sei senza paracadute anche tu, e dovresti imparare a preoccuparti della tua salute, non credi?»

«Credo invece che dovresti imparare a farti i cazzi tuoi, sai chi se li fa campa a cent'anni» e lei con un sorriso sghembo mi dice «Hai ragione chi si fa i cazzi suoi campa a cent'anni, peccato che io non possa morire» fa poi un respiro profondo e continua «Ci vediamo giù o forse no».

Mi accorgo troppo tardi che il terreno è vicinissimo, e con tantissimi pensieri per la testa le chiedo «Chi sei tu?» sfortunatamente non ha abbastanza tempo per rispondermi che ci schiantiamo al suolo e l'ultima cosa che vedo è il suo sorriso, poi il buio...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06 ⏰

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