Shapeless, senza forma

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Anno 1997. Sam Cook, dopo alcune ore nella biblioteca della città, scompare misteriosamente nel nulla.

Anno 2010. Da più di un mese non si ha traccia delle gemelline Anna e Miky Harrison. L'ultima persona ad averle viste vive è stata la signora White, bibliotecaria.

Anno 2023, un giorno prima dell'inizio della scuola. Mentre Eva passa con le amiche davanti all'ennesimo volantino di persona scomparsa. Il titolo a lettere cubitali recita:

Amelia Parker

Anni 16

Scomparsa il 25 luglio 2023.

Era uscita di casa per passare dalla biblioteca.

Se l'avete vista chiamate il numero...

Eva non era mai stata una gran lettrice. Lei non leggeva proprio, punto, e arrivata in biblioteca non aveva idea di che cosa fare. Doveva consegnare un tema di tre lunghissime pagine su uno dei libri che aveva letto durante l'estate. Peccato che, in quei, tre mesi assolati passati in piscina a gustare gelati, lei proprio non avesse avuto il tempo neppure di aprirlo, un libro. Passò qualche minuto nella sezione young adult, sfiorando con le dita le copertine consumate, cercando qualche titolo alettante, ma nulla attirava la sua attenzione. Soprattutto, non c'era neppure un libro che avesse meno pagine di un volume universitario. Mentre leggeva distrattamente la trama di un volume piuttosto breve, mollandolo poco dopo con disgusto qualche scaffale più in là rispetto al punto in cui lo aveva pescato, si chiese cosa ci trovassero gli altri, di avvincente, nei libri. Le persone non reputavano abbastanza interessanti le loro vite da aver bisogno di leggere storie sulle vite di altri? Era assolutamente insensato. Per questo Eva odiava i topi da biblioteca. (Per lei non erano altro che anime infelici, incapaci di affrontare i problemi così come venivano, buoni solo a nascondersi in un mondo pieno di bugie fatto di pagine e inchiostro. Perché, secondo Eva, non c'era bisogno di una mente in grado di immaginare, quando c'era un cuore capace di sognare). Scrollò le spalle. Nonostante sapesse di avere ragione, il tema di tre pagine aspettava ancora di essere scritto. E lei, scocciata dal fatto di essere completamente fradicia dopo aver perso più di un'ora a cercare la biblioteca sotto la pioggia, non aveva ancora scelto un libro. Le sembrava di trovarsi in quel luogo da ore, oramai. Doveva sbrigarsi se voleva avere un elaborato pronto per il lunedì. Decise di prendere il primo volume da meno di cento pagine che le fosse capitato sotto tiro, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Un libricino striminzito, dalla copertina verde, era seminascosto da tomi molto più voluminosi. Eva lo prese, soddisfatta. Fissò il titolo, che un tempo doveva brillare in grosse lettere dorate, ma che ora era piuttosto sbiadito e a malapena leggibile.

Shapeless

Shapeless, senza forma. Non il nome dell'autore, e neppure qualche riferimento alla casa editrice e all'anno di scrittura, erano stati trascritti. Era piuttosto strano, ma Eva non se ne preoccupò. Non appariva la trama sul retro del libro, e quando la ragazza controllò l'ultima pagina si accorse che, a parte il piccolo numero sessanta scritto in fondo, il foglio era completamente vuoto. Mentre la sua mente registrava lentamente quelle informazioni, una leggera inquietudine si impossessò di lei. Non vedeva l'ora di concludere il compito e uscire da quel luogo silenzioso e pieno di spifferi. Si sedette ad uno dei vecchi tavoli di legno. Fissò per qualche istante la copertina consumata, infastidita dai calzini fradici che le facevano gelare i piedi e dallo scrosciare della pioggia fuori dall'edificio. Eva aprì il libro. Un tuono rimbombò, facendola sobbalzare. Cominciò a leggere le prime righe.

Se stai leggendo questo libro, la tua fine è molto vicina

Eva sbuffò. Certo, come no. Le pagine erano ingiallite, e il bordo superiore era piuttosto annerito. Quasi come se qualcuno avesse provato a bruciare quell'innocuo libricino, ma senza ottenere successo.

Sul serio Eva, questa è la tua ultima possibilità per mollare tutto e tornare a casa.

Come poteva esserci il suo nome? Quel testo doveva essere stato stampato ancora prima della sua nascita! Doveva essere uno scherzo. Non c'era altra possibilità, se non quella...

Se invece stai ancora leggendo...beh, sappi che sei stata avvisata. Perché, sai, appena volterai questa pagina, non potrai più tornare indietro.

...ma no, era impossibile che quel libro fosse lì apposta per lei.

Sei ancora qui? In tal caso, peggio per te, perché il fatidico momento è arrivato. Ora, Eva, devi voltare pagina.

Le sembrava quasi di vederlo, un sorriso dai denti bianchi e aguzzi tra l'inchiostro, irreale e terrificante. Stranita, Eva voltò pagina.

So cosa hai sempre pensato, un libro non è altro che il sogno trasformato in parole dal suo autore. Ma questo libro è diverso...sì, Eva, proprio così. Questo libro è il tuo peggior incubo.

La ragazza era sicura del fatto che quello non fosse altro che uno sciocco modo di prendersi gioco di lei. Non credeva a una parola di ciò che stava leggendo, eppure...eppure, nulla impediva al suo cuore di battere più veloce del solito, o a un sottile velo di terrore di sfiorarle il collo con dita ghiacciate di fantasma.

La senti, vero, la paura? Non vedi le ombre sul soffitto allungarsi in artigli arcuati? Non noti le membra irrigidirsi dall'ansia? Non senti il buio penetrarti nell'anima? Il tempo dilatarsi? Non capisci che non sei più in grado di staccare gli occhi da questo incubo d'inchiostro?

Sì, Eva la sentiva, la paura, eccome. Vedeva le lettere stampate, muoversi lentamente, rompendo le loro righe ordinate per disporsi in sinuose spirali. Sapeva che era solo un'illusione, ma nonostante i suoi sforzi non riusciva a staccare gli occhi dal libro.

Lo vedi, Eva?

Eva voleva andarsene, uscire da quella biblioteca, all'istante. Eppure non riusciva ad alzarsi. Sembrava incollata alla sedia. E quel sorriso inquietante dalle zanne aguzze era sempre lì, a prendersi gioco di lei. Ormai, aveva capito, quello non era più un gioco.

E' la paura, Eva, che ti trascina tra le sue spire. I tuoi incubi stanno diventando realtà.

La ragazza era ora scossa da brividi violenti, una profonda inquietudine si arrampicava sulla sua schiena con lunghe zampe di ragno. Aveva un bisogno incontrollabile di chiudere quel libro e rimetterlo nello scaffale, ma qualcosa, qualcosa di molto più potente di lei, glielo impediva. Il cuore batteva all'impazzata quando, da sola, la pagina si voltò.

( Probabilmente, te ne sei già accorta.) Quell'essere orripilante dal quale stai disperatamente cercando di scappare é proprio lì, accanto a te.

E, solo in quel momento, Eva se ne accorse. Una mano gelida, disumana, invisibile ma presente, le stringeva con violenza la spalla, lunghi artigli le si conficcavano nella carne. Avrebbe voluto urlare, ma la paura le aveva stretto le corde vocali in una morsa. Percepiva il terrore come un essere vivente. Provò a girare il collo, per vedere a chi appartenesse quel tocco, ma ancora una volta una forza sovraumana teneva i sui occhi incollati alle pagine, costringendola a leggere le ultime, fatidiche, parole.

Sì, proprio così. Sei arrivata in fondo. Dopo questa pagina, non c'è più nulla. Quindi, a mai più, Eva. E, oh, quasi dimenticavo. E' stato un vero piacere conoscerti, ragazzina.

Un vento impossibile fece girare velocemente le pagine, stracciandole. Immagini cruente, di centinaia, migliaia di persone dalle facce sconvolte e urlanti, vorticavano davanti allo sguardo atterrito di Eva, graffiandole il viso, divenendo un unico ghigno dai denti aguzzi e affilati, che sembrava volerla azzannare. La mano conficcò i suoi artigli così a fondo nella carne che alla ragazza mancò il fiato dal dolore. Ma dalle ferite usciva un liquido troppo scuro e denso per essere sangue. L'inchiostro le macchiò i vestiti, le pagine le giravano attorno così velocemente che le lettere sembravano volersi staccare dalla carta. Eva urlò, un urlo acuto e agghiacciante, che rimase sospeso nell'aria. E mentre la paura le fermava il cuore nel petto, mentre dita fredde e adunche, le stringevano la gola e lei annaspava in cerca di ossigeno, si guardò le mani, potendo solo accorgersi con orrore che non erano altro che piccole lettere nere, che già si disperdevano nel vortice che la sovrastava. E mentre Eva veniva inghiottita da quell'incubo di carta, non poté far altro che capacitarsi del fatto che la sua anima sarebbe rimasta bloccata per sempre tra quelle orrende pagine, il suo sangue come inchiostro per le storie di quell'essere informe e terrificante.

Con un'ultima, inquietante, risata, il libro dalla copertina verde tornò al suo scaffale, in attesa della prossima preda.

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