_ Capitolo 33 • Dopo anni sono uscito da quel inferno!_

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STEPHEN POV'SSto componendo nuova musica quando la mia mente ritorna 12 anni dopo

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STEPHEN POV'S
Sto componendo nuova musica quando la mia mente ritorna 12 anni dopo.

MESSICO CITY
25 novembre 2023
Dopo anni di tortura, finalmente decisi di andare via da quel posto, presi la foto della mia famiglia, apri lentamente la porta per non far rumore, mi affacciai alla porta per vedere, se ci fosse qualcuno, ma non sentì nessuno, perciò mi recai nella stanza di Nolan, lui mi aprì, sorrise e capì che era l'ora di andare via, perciò prese le sue cose, e ce ne andammo, mi chiese.
«Gli altri non li prendiamo con noi?»

Negai con il capo.
Volevo prenderli, ma avremmo perso troppo tempo e avevo paura che Herman mi scoprisse per poi punirmi facendomi rimanere qui ed io, non volevo.

Lui mi sorride e capì che avevo ragione.

Ci dirigemmo verso i sotterranei per poi uscire dal quel manicomio.

Attraversammo i tubi dell'aria fredda per poi arrivare al tombino, lo apri e ci trovammo al centro della città del Messico, appena uscimmo, lo accompagnai a casa sua, arrivammo e lo lasciai lì, per poi andarmene.

Dovevo ancora sfogare la rabbia che ho provato quegli anni.

Appena salì sull'ultimo scalino apri la porta di casa, appena mia sorella mi vide, rimase sorpresa, ma le sue prime parole furono.
«Stephen, sei vivo? Ti avevamo dato per disperso, dove sei stato tutti questi anni?»

Finì la frase scendendo dal divano venendo verso di me.

Non le risposi, ma appena mi tolsi le scarpe e il giubbino andai direttamente in camera, non c'è l'avevo con lei, ma prima dovetti sbollire tutta la rabbia che avevo dentro di me.

Ero felice di essere uscito dal quel incubo, ma avevo ancora la rabbia immersa che avevo accumulato dopo giorni di tortura e non me la volevo prendere con mia sorella, ma lei non aveva fatto nulla di male, avevo bisogno di stare lontano da lei per un periodo.

Passarono i giorni e lei ogni volta che mi vide si chiese se le avessi fatto qualcosa, ma non potei risponderle, perchè dovetti ancora cancellare quello che avevo passato in quel manicomio.

Dopo essere passati parecchi giorni quel periodo, ero ritornato a casa dalla sala di musica, appena entrai in casa, lei mi guardò come per chiedermi se potesse abbracciarmi, annui e corse da me abbracciandomi e con voce triste e rotta che sentivo il suo cuore rompersi e aggiustarsi varie volte da quando ero in casa e non ci sono mai stato.
«Mi sei mancato tanto fratellone, ti ho sempre pensato e mi chiedevo dove fossi andato»

Le baciai i capelli, per poi stringerla forte e accarezzarle la schiena con la mano.
«Anche tu mi sei mancata sorellina...»

One lie after another + 18 || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora