Capitolo 25

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Noah

Strinsi ancora Chloe tra le mie braccia.
Aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata sul mio petto.
Erano passate solo tre ore dalla morte di James e gli agenti ci avevano fatto aspettare in salotto.
Nessuno poteva uscire.
Ovviamente, io sono stato sottoposto a un interrogatorio molto descrittivo.
Mi hanno chiesto tutto quello che ho fatto durante la serata.
"Spero che vada tutto bene" sentì dire dai miei amici.
Speriamo.

1 settimana dopo...

È passata una settimana da quella notte.
Chloe e io, ultimamente non ci siamo sentiti.
È molto strana, c'è qualcosa che la preoccupa e voglio scoprire cos'è.

Attualmente siamo a Londra.
Siamo al funerale di James.
Ai primi banchi c'è unq donna disperata che piange.
Margaret Brown.
Sono tutti vestiti di nero, tutti con gli occhi colmi di lacrime.
Voltai lo sguardo su Chloe.
Era disperata, piangeva a dirotto e controllava il cellulare ogni cinque minuti. Aveva paura. Glielo leggevo negli occhi. Qualcosa o qualcuno la terrorizzava.

Uscimmo dalla chiesa e io mi diressi verso la ragazza che si allontanava velocemente.
"Fermati, ti prego".
Arrivammo in un vicolo dove si fermò appoggiandosi con la schiena al muro.
La raggiunsi ansioso.
«Chloe!»
«Oh ciao.» rispose malinconica.
Parlami.
Perché mi ignori.
Lo fa da tutta la settimana.
«Che succede?» gli chiesi con la speranza di sapere la verità.
«Niente...»
«Falso.»
«Sto bene, Noah.»
«Falso.»
«Invece è la verità.»
«Falso.»
«Adesso basta! Mi hai stancato. Che cosa vuoi? Perché non mi lasci in pace?»
«Voglio sapere che ti succede Chloe. So che qualcosa ti preoccupa, anzi ti spaventa. Hai paura di qualcuno o qualcosa e giuro che se non me lo dici io...»
«Va bene!!»
«Ok te lo dirò!» affermò con le lacrime che scendevano veloci sulle guance morbide e rosee.

Ci sedemmo sul cemento.
Eravamo ancora in quel vicolo.
Chloe aveva detto che era più sicuro parlarne qui.
Che cazzo intendeva con "più sicuro"?
«Allora.... è da quando sono qui che...»
«Che...?» la incitai a continuare.
«Bè....diciamo che ricevo....dei messaggi e dei regali...da parte di uno sconosciuto.»
La sua voce rotta rotta e il suo viso pieno di lacrime.
«Cosa!? Perché cazzo non me lo hai detto? Lo hai denunciato almeno?»
Non ci potevo credere.
Qualcuno....la minacciava?
«Ti minacciava?»
Annuì.
«È stato lui. È stato lui, Psycho, ad uccidere James, a provocare l'incidente di mio fratello, a regalarmi quel vestito che ho indossato al ballo d'inverno. Lui o lei c'era sempre. Anche al lago. Dove ho ricevuto un suo bigliettino. Non so chi siw e ho paura, Noah. Cazzo ho paura che possa fare del male a qualcun'altro.»
«Shh...Bambi. Calmati. Ci sono io. Non ti lascio, mai.»
Il suo pianto si fermò pian piano e io mi calmai, rallentando i battiti del mio cuore.
Dio!
Qualcuno minacciava la mia ragazza.
Questo Psycho era la causa del dolore di Chloe.
Non so che cosa dovrò affrontare ma giuro che troverò questa persona.

Ero a casa in questo momento.
Eravamo ancora a Londra e io e Chloe condividevamo un appartamento con mia sorella.
Anche lei voleva partecipare al funerale.
Dopotutto era un compagno di scuola.
«Ehi stellina! Come va?»
Notai i suoi capelli bagnati e capì che era appena uscita dalla doccia.
Dopo il funerale lei e la mia ragazza sono tornate qui.
Io invece sono andato a fare un giro con Bryan. Era sconvolto anche lui. Erano venute anche le amiche di Lily e adesso stavano poco lontano da qui tutte insieme.
«Ciao imbecille!»
Non feci in tempo a rispondergli che qualcuno bussò alla porta.
Andai ad aprire.
Un ragazzo dai capelli scuri si presentò davanti a me.
Aveva gli occhi scuri.
La mascella era definita e indossava una maglia bianca con dei jeans cargo. Sopra la maglietta portava una giacca azzurra con le manche bianche.
Mia sorella mi superò e si posizionó davanti al ragazzo. Lo guardava intensamente come se avesse visto la cosa più bella del mondo.
Mi allontanai dalla porta visto che non servivo oramai.
«Emh...ciao, sono Liam. Cerco Chloe Hayler. E qui?»
Mi precipitai subito davanti a Liam e lo fissai per un po'.
«Ciao Liam. Io sono Noah Wood, il ragazzo di Chloe. Come posso aiutarti?»
«Molto piacere!»
Mi tese una mano e io la afferrai.
Quel contatto, per fortuna, durò poco tempo.
«Come posso aiutarti?» gli chiesi nuovamente, seccato.
«Sto cercando Chlo....Ehi Chloe!»
Mi voltai e la vidi in piedi.
Quando alzò lo sguardo verso il ragazzo corse ad abbracciarlo e io sentì la mia irritazione crescere sempre di più.
«Qualcuno mi spiega che succede?» chiesi inarcando un sopracciglio.
«Tranquillo gelosone!!» rispose la bimba baciandomi.
«Lui è mio cugino, Liam Hayler. Liam, lui è Noah...»
«...Wood. Lo so. Ci siamo già presentati.» la interruppe lui.

Continuammo a parlare con Liam.
Lui giocava a pallavolo. Aveva 19 anni e amava molto il surf.
"Non sembra affatto male" esultò mia sorella.
Io le lanciai un'occhiata truce e lei distolse lo sguardo.
«E cosa studi?» chiesi al nuovo arrivato.
«Oh, bè sono molto bravo nelle materie scientifiche, perciò faccio l'università di chimica. Mi appassiona molto.»
«Interessante.»

1 settimana dopo...

Siamo appena tornati a New York. Questa settimana è stata intensa.
Abbiamo fatto delle passeggiate, siamo andati a mare e mka sorella e Liam si sono conosciuti molto.
Mi ha detto che hanno considerato l'idea di fidanzarsi. Non credo sia una cattiva idea. Liam è un ragazzo simpatico e gentile. È un ragazzo stupendo.
Lui e Chloe si somigliano.
Abbiamo legato tanto io e lui e devo dire che non me l'aspettavo.
Non sono il tipo che fa amicizia molto in fretta.
Liam, però, è riuscito ad unirsi al gruppo in una settimana.
Wow! Non capisco come faccia.
È sempre gentile e farlo arrabbiare è facile. Odia le persone che si comportano male, che sporcano l'ambiente e bla, bla, bla...
Non sono contrario a queste cose, ovviamente, ma non mi ci fisso molto.

«Siamo a casa!!»
Quelli che uscimmo fu un silenzio tombale.
Bene.
Se cominciamo così.....
I nostri genitori, ovviamente, avevano cose più importanti da fare che occuparsi dei propri figli.
Ovvio.
Corsi di sopra.
Mi tolsi i vestiti e andai in doccia.
Stava andando tutto male.
Inoltre domani avevamo una partita contro i Serpents.
Erano forti.
Molto forti.
In questo periodo gli allenamenti non erano stati costanti, quindi dovevamo lavorare duro.
Aprì l'acqua e aspettai che si riscaldasse.
Poi entrai in doccia e mi isolai dal resto del mondo.
Sentivo solo il calore dell'acqua ch3 colpiva il mio corpo.
Vedevo solo il calore che si spargeva per ala stanza.
Questo mi donò un senso di tranquillità.
Niente si sentiva.
Ilnrumore dell'acqua che sbatteva sul pavimento bianco in marmo.

Uscì dalla doccia legando un asciugamano alla vita.
Andai nella mia camera e mi sdraiai sul letto.
Ero esausto.
Queste due settimane sono state le peggiori.
E adesso, mio padre se la prenderà di sicuro con me per quello che è successo a James.
"È colpa tua!" dice ogni volta che succede un casino.
Poco a poco il sonno si impossessa di me.
Dopo la doccia voglio sempre mettermi a letto e dormire per almeno cinque ore.
Non ebbi tempo di pensare ad altro che le palpebre mi.si chiusero e tutto divenne buio.

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