Venerdì

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Io e George abbiamo litigato di nuovo, questa sera. Stavolta è stato brusco.
Ho accennato all'isola, mentre bevevo una birra, ma lui non mi ha lasciato finire la frase. Ha sbattuto i pugni sul tavolo e quasi temevo che avrebbe rovesciato la sua, di birra.
Aveva le guance accese, mentre sussurrava che non voleva sentirla nominare mai più.
Così ho perso anche George.
Lui ha continuato a ricordare fino ai tempi del collegio. O almeno, così diceva.
I nostri genitori adottivi hanno fatto molti sacrifici per iscriverci tutti alla stessa accademia. Eravamo in sei e, dopo tutto, siamo piombati in casa loro all'improvviso.
Alla fine della serata volevo pagare per entrambi, ma George ha lasciato una sterlina sul bancone e se n'è andato con un saluto freddo.
Credo di averlo proprio fatto arrabbiare di brutto.
Adesso cammino solo, sopra il muro di cinta della stazione ferroviaria di Paddington. Era un gioco che ci piaceva, da bambini. Il capotreno fischiava e ci sgridava e noi scappavamo via ridendo. Perché, dopotutto, cos'è una caduta, rispetto a combattere una ciurma intera di pirati? O una tribù di pellerossa?
Eppure, questi ricordi sembrano appartenere solo a me.
Né Slightly, Nibs, o Tootles, ricordano qualcosa dell'isola. O forse dovrei chiamarli con i nomi che hanno adesso. George, Philip e Thomas Darling.
Abbiamo assunto il cognome dei nostri genitori adottivi. I nostri benefattori.
Naturalmente, nessuno degli adulti credé mai all'isola che non c'è.
Ma per noi era reale, sapevamo che fosse reale e questo ci bastava.
Almeno fin quando non iniziarono le prese in giro, alla scuola media.
I primi a dimenticare furono Nibs e Slighty.
Credo che quando si inizia a dire in giro che l'isola non esiste, si finisce davvero col credere che non esista. C'era un patto, tra lei e noi. E quel patto è stato infranto. L'isola ha le sue leggi, dopotutto.
Tootles ha ricordato fino al liceo. Fino a che non ha conosciuto Mary Brown, la donna che poi ha sposato. Hanno anche due figli, ora, e la prima discussione accesa ebbe luogo quando provai a raccontare ai piccoli di Peter Pan.
Tootles (George), me lo proibì con durezza, quasi come se avesse paura di quel nome. Come se temesse che un'ombra potesse scivolare nella stanza e fare qualcosa ai suoi bambini...
In ogni caso, dice che vuole allevarli in modo pragmatico, senza raccontare loro storie di ogni sorta. Vuole che diventino medici o avvocati o non so cosa.
Mary pensa che io sia pazzo e non mi riceve volentieri in casa loro. Perciò io e Tootles ci incontriamo sempre in quel pub. Intendo le rare volte in cui ormai riusciamo a vederci.
Sono l'unico fra loro a non essersi ancora sistemato. Non ho famiglia. Non ho un buon lavoro.
Inizio a credere che crescere non sia stato questo grande affare.
Vedo Nibs, che è diventato un banchiere. La sua banca è sull'orlo del fallimento, a causa della guerra, e i capelli di Nibs sono ingrigiti precocemente e ha sempre gli occhi stanchi. Credo che la notte beva, perché la sua pelle è giallognola.
Io non volevo crescere.
Se qualcuno mi avesse parlato di tutto questo, delle scadenze, la precarietà del nostro sistema economico, delle innumerevoli difficoltà nel trovarsi un lavoro per guadagnare un piccolo tesoro che non sarà sepolto, ma usato per far funzionare questo meccanismo ben oliato...
Per non parlare delle malattie e delle guerre. Qui non ci sono buoni o cattivi, come sull'isola. Qui è tutto così confuso e si combatte per motivi che non ho ancora ben capito e che non capirò mai. Non voglio comprendere.
Vorrei solo tornare laggiù.
Adesso mi sdraio un momento. Solo un momento.
Il firmamento notturno è stupendo.
Ci sono milioni di stelle che brillano e palpitano e ce n'è una più brillante delle altre, e più grande. Mi sembra quasi...
Sento le lacrime agli occhi.
Erano anni che non la vedevo. Pensavo che non mi fosse più possibile vederla. Vorrei che Tootles fosse rimasto. Potrei tornare, se solo sapessi come fare.
Un rumore, in lontananza. Il fischio di un treno.
Sono sdraiato sui binari.
Il fischio si fa più vicino e acuto e le guardie delle rotaie iniziano a tremare e due fanali fendono il buio della notte, ma io resto qui e sorrido.
"Sto tornando, Peter".

Curly.
 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15 ⏰

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