Alessandro POV
"Ma non è che ci rimane male tua mamma?"
Avevamo deciso così su due piedi di affittare una casetta su un isoletta vicino a San Teodoro. Un po' per farei i piccioncini, un po' perché avevamo entrambi bisogno di stare un po' per i fatti nostri, lontani da tutti, prima di tornare alla realtà nebulosa di Milano.
Quindi ora eravamo su una Smart elettrica che avevamo preso in affitto, verso l'appartamento con spiaggia privata, che era più costata più di una settimana di vacanza in qualunque altro posto, ma che ci avrebbe donato la libertà di cui avevamo bisogno, senza l'ansia di eventuali paparazzi. Ce lo meritavamo entrambi un po' di relax e soprattutto ci meritavamo del tempo condiviso, prima del ritorno ai soliti ritmi milanesi.
"No, lei non vedeva l'ora di avere un po' di pace."
Ci scherzai sopra, anche se sapevo benissimo quanto non fosse vero. Mamma era sempre felice di avermi fra i piedi, ero io che avevo bisogno di un po' di pace, e non volevo che lui si sentisse in colpa.
"Però quando torniamo a Milano mi porti a cena da lei, che la voglio ringraziare meglio."
Era sempre così dolce e gentile con lei. E sapevo quanto, più di chiunque altro, mia mamma fosse felice che io e lui fossimo tornati insieme. Marco le era sempre piaciuto così tanto, quasi come se preferisse lui a me a volte, e forse aveva anche ragione, perché fra i due lui era sempre stato quello più attento.
Io con il mio carattere incostante e mutevole e con le mie mille fisse e stranezza. Chi mi conosceva bene lo sapeva quanto io fossi cambiato negli ultimi mesi e quanto fossi cresciuto senza neanche accorgermene e senza neanche desiderarlo forse.
"Puoi andare da mia madre anche senza di me, lo sai che ti ama."
"Anche i miei ti vogliono bene."
"Lo so."
"Ma quindi tu quando devi tornare al lavoro?"
"Il tour riparte a ottobre, ma fra due settimane devo iniziare le prove."
Marco con gli occhiali che coprivano i suoi occhi così belli, il finestrino abbassato, l'aria addosso e un sorriso stampato sul viso che sapeva di normalità e di tutto ciò che più amavo di lui. Perché lui non era mai sembrato diverso da quello che era, da quello che mostrava a tutto il mondo.
Cercai la sua mano, intrecciandola alla mia, la strinsi forte, prima che lui me la potesse baciare come faceva tutte le volte che eravamo in macchina e io gli prendevo la mano.
"Penso di non essermi mai sentito così felice in vita mia." Sussurrai, accarezzandogli la mano con il pollice.
"Io si, a Budapest. Quello è il ricordo più felice che ho."
Budapest. Io e lui quella notte con quella luna. Come scordarlo e a pensarci ora non faceva più male, come mesi prima. Era un ricordo dolce, bello e positivo.
"Cercherò di creare un ricordo ancora più bello allora. E comunque... Marcolino bello, lo sai che dovrai venire al forum vero?"
Lo vidi ridacchiare leggermente e poi farsi serio. "Sicuro?"
Esaminai il suo sguardo, sembrava divertito. "Perché non dovrei esserlo?"
"Perché poi non ti guarda più nessuno."
Scoppiai a ridere, mi faceva quasi impressione sentirlo dire certe cose, anni prima non lo avrebbe mai detto. Lui e le sue insicurezze, avevano forse contribuito a rovinare il nostro rapporto. Ora invece, lo trovavo, risoluto e consapevole della sua "bellezza" a 360 gradi.
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Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the Moon
FanfictionCOMPLETA! Mi misi la camicia e allacciai la cintura dei pantaloni, non riuscivo più a guardarlo. "Quindi non mi ami?" mi chiese, con uno sguardo confuso, perso. "Non ti amo più." Il silenzio che portò quella frase, mi fece male, ma era necessario; s...