Per lei avrei lasciato eternamente la luce accesa, sperando di essere il suo faro in un mare in tempesta, in grado di farle trovare riparo dalle onde irrequiete. Ma in fondo sapevo lei fosse oceano puro e non si sarebbe mai veramente persa.
Erano passati un paio di giorni da quando Ethan aveva raccolto ciò che rimaneva di me da quel vicolo e mi aveva portata al caldo in una ceffetteria in centro.
Mi aveva veramente offerto un caffè doppio, e mentre mi riscaldavo sorseggiandolo e la quantità di alcol nel mio sangue diminuiva lentamente, lui mi aveva raccontato tutto quello che aveva scoperto da Cherry la notte in cui io ero stata alla stazione di polizia.Era venuto fuori che non fosse lei la prostituta con cui Mark passava le notti alle spalle della moglie, ma che fosse stata solamente una pedina mossa per gli interessi di Frost.
Così, se volevamo sapere perché quella pistola si trovasse al motel e cosa c'entrasse l'amica di Cherry, Diana, in tutta quella faccenda, l'unico modo era parlare con quest'ultima.
Cherry aveva rivelato ad Ethan che Diana sarebbe stata l'accompagnatrice di un imprenditore miliardario all'esclusivo ballo di beneficenza che la famiglia Parker teneva ogni anno la notte del 31 dicembre nella loro lussuosa villa di campagna fuori città.
Per nostra fortuna, Nate conosceva molto bene James Parker, il figlio del filantropo, che ogni anno gli assicurava un invito per il ballo da estendere a chiunque volesse portare con sé.Così, ci eravamo messi d'accordo. Saremmo andati tutti e tre a quell'evento e avremmo parlato con Diana, sperando di arrivare finalmente a delle risposte concrete che potessero fornirci degli indizi riguardo l'omicidio di Mark, che potessero però rivelarsi utili anche per l'indagine sull'omicidio nel penitenziario.
Il 31 dicembre era arrivato più velocemente del previsto, ed io avevo trascorso la giornata in casa da sola ad aspettare Nate tornasse dal suo ufficio.
Avevo guardato per ore fuori dalle vetrate, poi mi ero sdraiata sul divano e mi ero addormentata con la televisione accesa. Mi ero svegliata alle cinque del pomeriggio e da quel momento ero immobile sul divano a fissare il soffitto sopra di me, fantasticando su cosa avremmo scoperto quella sera.
Ero eccitata, elettrizzata all'idea di fare passi avanti nell'indagine e di arrivare finalmente ad una piccola fetta di verità.Quando sentii il familiare rumore dell'ascensore scattai in piedi giusto in tempo per vedere Nate entrare nell'attico.
Gli corsi incontro con un sorriso sincero a illuminarmi il viso e quando vidi cosa teneva in mano spalancai gli occhi per la curiosità.«Cos'è?» domandai osservando la grande scatola rosa pastello decorata da un enorme fiocco dorato che teneva in mano.
«È per te, aprila» mi sorrise passandomi il pacchetto e poggiando per terra la valigetta in pelle sempre più piena di scartoffie.
Lo guardai sospettosa e poi gli voltai le spalle per andare verso il divano. Mi sedetti con la scatola in grembo ed iniziai a sciogliere il fiocco, mentre lui si era tolto il cappotto e si era posizionato in piedi di fronte a me, guardandomi soddisfatto con le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti.
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𝚩𝐋𝚨𝐂𝚱𝐎𝐔𝐓
Romance«Adesso sei mia, piccola fenice. E non potrai mai dimenticarlo. Hai il mio cuore inciso nella carne, e non puoi più scappare da nessuna parte. Ti ritroverò ovunque seguendo il profumo della tua pelle scottata, e quando ti divorerò tu non potrai fare...