Alle cinque raccolse le sue cose e uscì dall'ufficio. «Mia madre è ancora in giro?» chiese a Mal, che gonfiò le guance.
«E io che ne so?»
«Sei nervosa?»
«No, ma preferisco non parlarle di nuovo, per oggi. Abbiamo già giocato a chi piscia più lontano.»
«Ti serve un drink?»
«Oh, sì, ti prego!»
«Andiamo allora.» Si fermò alla scrivania di Emma. «Vieni con noi bere qualcosa?»
Emma sussultò. Guardò l'orologio.
«Posso?»
«Certo, la babysitter resterà ancora per un'ora, abbiamo il tempo per un paio di drink.»
Emma esitò. Guardò Regina negli occhi.
«Sicura?»
«Se vuoi, non sei obbligata.»
«No, è che... non vorrei essere di troppo.»
«Il tuo primo giorno di lavoro va festeggiato.»
Sorrise.
«Okay. Ma berrò comunque un analcolico.»
«Sentito Mal? Avremo qualcuno che ci riporta a casa» scherzò uscendo dall'ufficio. Mal rise.
«Perfetto!»
Emma spalancò gli occhi.
«Ehm... io non ho la patente.»
«Stai scherzando vero?» Regina si portò una mano sul petto. «Mi uccidi così!»
Emma si accigliò.
«Io... mi dispiace...»
«Sto scherzando, ma dovremo risolvere anche questo problema.» Mentre camminavano per uscire dall'edificio, Emma si schiarì la voce.
«Ehm... non credo che sia una buona idea...»
«Perché? Hai paura delle macchine?»
Emma si umettò le labbra.
«Non delle macchine, di come guidano le persone. Ho visto così tanti incidenti, così tanta gente venire investita...»
«Sì, può succedere» concordò Regina. Attraversarono la strada ed entrarono in un bar dall'arredamento moderno, pieno di led nascosti e ripiani di vetro fumé. «Ma speriamo che non accada» aggiunse l'avvocato mentre si accomodava al bancone. Ordinò un mojito.
«Lo so ma non riesco a smettere di pensarci. Non avete idea del suono che fa un corpo preso in pieno da un paraurti.»
Mal si sedette accanto a Regina, ordinò un whiskey doppio.
«Va bene, niente macchina» cedette l'avvocato; diede una gomitata a Mal. «Ci riporterai a casa tu.»
«Non penso proprio» rise Mal. «Chiameremo un Uber.»
«Giusto.» Il barista servì i drink e Regina mandò giù tutto il liquido in un'impressionante serie di sorsate; ne ordinò un altro. Quando il barista la notò e le chiese cosa volesse, Emma ordinò un analcolico alla frutta. Mal la guardò male.
«Dico, tanto non guidi, che te ne frega?»
«Ah, non amo l'alcol.»
«Come fa a non piacerti?»
«Ho visto cosa fa alle persone» disse seria. «Non voglio diventare così.»
Mal roteò gli occhi.
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La strada verso casa
Fiksi PenggemarRegina è un avvocato di successo che lavora nello studio della madre. Emma è una senzatetto che deve lottare ogni giorno per proteggere suo figlio. Il loro incontro è una casualità, lo scontro è inevitabile, gli eventi che ne conseguono totalmente...