1. L'aspy inizio

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Ho finito di scrivere un libro thriller qualche settimana fa e devo dire, che mi è davvero piaciuto molto impiegare il mio tempo creativamente, così, eccomi qua, davanti a un pc, un po' in estasi per questa nuova creazione e un po' agitata sul come farlo.

Sono Shelly, ho ventisei anni, abito in Svizzera e ho la sindrome di Asperger.

Come l'ho scoperto?

È stato durante un soggiorno in ospedale che ho scoperto di avere la sindrome di Asperger. Ero ignara della definizione di autismo, specialmente riguardo alla sindrome di Asperger. In quella camera d'ospedale, accanto a me c'era la mia compagna di stanza.

Non parlavamo molto, entrambe capivamo l'importanza del silenzio e di riuscire a stare in compagnia senza sentire per forza il bisogno di comunicare. Improvvisamente iniziammo a ridere e scherzare e dopo esserci conosciute un po' di più, mi confidò di avere la sindrome di Asperger.

Ricordo ancora la mia sorpresa e la curiosità che ne seguì. Con cautela, iniziai a farle molte domande. Sono nota per la mia capacità di essere piuttosto tenace quando mi appassiono a qualcosa. Ciò che mi colpì di più fu il suo maggiore "problema": mantenere il contatto visivo. Da lì la mia attenzione si intensificò.

So benissimo cosa si prova, o mi concentro a mantenere il contatto visivo o seguo quello che mi stanno dicendo. Per me è davvero impossibile fare entrambe le cose, quindi, se ti sto guardando mentre mi parli, ti assicuro che non sto capendo nulla.

Questo rende il processo di apprendimento più difficile, come nel mio lavoro come volontaria. Ricordo i colleghi che cercavano di spiegarmi il funzionamento del monitor sull'ambulanza; chiedevo ripetutamente a diverse persone per non sembrare poco concentrata o disinteressata. Il problema è che le persone, non solo al lavoro, si avvicinano troppo e mi fissano. Cosa dovrei fare? Non posso guardare altrove altrimenti sembrerei disinteressata. Quindi devo stabilire un contatto visivo, sentendo il panico crescere in me, perdendo di vista l'obiettivo: imparare dall'interlocutore o semplicemente ascoltarlo.

Ascoltare le parole della mia compagna di stanza è stato cruciale. Mi ha permesso di fare quel clic dentro di me, di informarmi, leggere libri, ascoltare interviste e, soprattutto, di entrare in contatto con un centro specializzato nell'autismo per comprendermi meglio e per ottenere una diagnosi concreta che confermasse tutti i miei dubbi e le mie convinzioni acquisite in solitudine.

OLTRE UN RACCONTO

Il mio obiettivo è quello di sensibilizzare i lettori sulla complessità della sindrome di Asperger e di incoraggiare una maggiore comprensione e accettazione delle persone come me, neuro-atipiche o neuro-divergenti (ND) nella società. Voglio offrire ai neuro-tipici (NT) uno sguardo autentico sulle esperienze e le sfide che affrontiamo, sperando che possiate imparare a vedere il mondo attraverso i nostri occhi.

Allo stesso tempo, desidero offrire sostegno e ispirazione a coloro che vivono con la sindrome di Asperger o altre condizioni neuro-divergenti. Voglio che sappiate che non siete soli e che ci sono risorse e strategie che possono aiutarvi a navigare nel mondo con fiducia e resilienza.

La mia speranza è che il mio libro possa essere una fonte di conforto, consapevolezza e speranza per tutti coloro che lo leggono, indipendentemente dal loro background o dalle loro esperienze. Continuerò a scrivere con la stessa passione e dedizione, con l'obiettivo di illuminare le vite di coloro che incontreranno le mie parole.

Ricordati, è davvero un'esperienza potente scoprire una parte di te che non conoscevi completamente e poi trovare le risposte che cercavi.

Piccoli aspy in un mondo di aspergerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora