Prologo

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Vi siete mai chiesti cosa ci sia nella testa di una persona "diversa"?
Beh, nessuno lo sa.

Com'è che li chiamate? Ah, sì, psicopatici.
Questo è il nome corretto per Dylan Parker.

Che cosa pensa tutto il giorno?
Cosa gli è successo?
Perché si comporta sempre in quel modo strano?

Nonostante la gente si ponga queste domande, nessuno ha mai provato davvero a capirlo.

Forse suo padre, ma ci ha rinunciato.
Quindi ha deciso di mandarlo in una scuola pubblica.

"Così impari a relazionarti con gli altri" aveva detto.
Oh, che ingenuo.

Dylan non sarebbe mai cambiato.
Ormai era così e non poteva farci niente.

Però non gli aveva detto niente.
Non si era arrabbiato, anche perché non ne aveva i motivi.
Come poteva dargli torto? In fondo nessuno l'avrebbe mai capito.

Si era limitato ad annuire, deludendolo così ancora una volta.

Sapeva che a scuola lo avrebbero guardato in modo diverso.
Sapeva che sarebbero andate in giro voci false su di lui.
Sapeva a cosa stava andando incontro, ma non gli interessava.

Tanto non aveva niente da perdere.

Gli piaceva finire nei casini, ma non capitava spesso.
Era sempre rimasto chiuso in casa.

Aveva pensato che questa sarebbe stata l'occasione giusta per combinare qualche guaio.

Vai a rovinare vite, Dylan.
Questo è quello che gli hanno sempre detto le voci nella sua testa.

Gli piaceva come idea.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25 ⏰

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