DYLAN
Quindi si chiamava Abigail...
Avevo notato quella ragazza sin dal primo giorno di scuola: capelli lunghi e morbidi color biondo cenere, occhi grandi e azzurri, ciglia lunghissime, lentiggini che coprivano il suo naso e le sue guance, labbra carnose e pelle liscia e morbida.Semplicemente... bellissima.
Si comportava in modo diverso da tutte le altre ragazze della scuola, non sembrava essere influenzata dalla mia presenza e ciò significava che non le importasse del mio aspetto; era timida, gentile e ragionevole, studiosa e disposta ad aiutare gli altri.
Da quando l'avevo vista nel cortile della scuola il primo giorno avevo sempre voluto conoscerla e magari iniziare un'amicizia con lei, ed oggi ho avuto la mia prima occasione di parlarci.
E la sua voce... cavolo la sua voce. Era così calda, dolce e delicata che sarei potuto sciogliermi sul posto.
<Abigail eh...> bisbigliai mentre camminavo per il corridoio della scuola. Le lezioni erano finite da poco ed ora eravamo in pausa pranzo.
Ovviamente al mio passaggio tutte le ragazze si fermavano a guardarmi imbambolate, ma la mia testa pensava solo a lentiggini ed occhi azzurri...<Ehi, Dy.> una voce che conoscevo mi chiamava da dietro.
Mi girai per vedere chi fosse e vidi Axel, il mio migliore amico. Lo salutai con un cenno e mi diressi verso di lui.<Ehi, Axe.>
<Ancora quella ragazza?> mi chiese non appena mi misi al suo fianco <Sai, dovresti parlarle, è dall'inizio dell'anno che l'hai presa di vista e ancora non hai fatto niente.>
Sapevo che si riferiva ad Abigail, era l'unico con cui ne avessi parlato. Gli risposi un po' imbarazzato.<Era così evidente che stessi pensando a lei? Insomma, non è che mi piaccia neanche così tanto...>
<Innanzitutto, sì, si notava da un chilometro di distanza perché stavi sorridendo come un cazzo di scemo mentre guardavi nel vuoto. E due, non mentire a te stesso, si vede da come parli di lei che sei cotto.>
Sentii le guance incominciare a scaldarsi all'affermazione di Axel e cercai subito di smentirlo.<N... non è vero!> non ci credevo neanche io a quello che stavo dicendo, ma provavo a convincermi che fosse così.
<Dylan Foster, non sei per niente convincente. Andiamo amico, non ci credi neanche tu a quello che stai dicendo.>
Sbuffai sconfitto dal mio migliore amico.<Ahh...> dissi lievemente infastidito
<Forse e dico forse hai ragione, mi piace e anche tanto, ma non è possibile che si vedesse così chiaramente che ero fra le nuvole a pensare a lei...> cercai di smentirlo un'altra volta, anche stavolta però non ebbi successo.
<Dylan, per favore. Non comportarti in modo più scemo di quanto tu già non lo sia e accetta che sei cotto di lei.> rispose seccato
<Okay, okay... mi piace. Va bene così adesso?> risposi seccato a mia volta.
Axel mi rispose con un sorriso affettato.
<Sì, molto meglio.>
Dopo qualche secondo di pausa ricominciai a parlare.<E comunque, non è vero che non sto facendo progressi. Oggi le ho parlato.>
Axel per poco non si strozzò con la saliva dopo quello che dissi
<Cosa?! E non mi dici niente?! Avrebbe dovuto essere stata la prima cosa che mi avresti dovuto dire non appena mi avessi visto!>
<Ehehe... scu-> Non feci in tempo a finire di scusarmi che mi interruppe subito
<Ti scuserai più tardi, magari anche offrendomi un bel gelato, ma adesso dimmi che cosa è successo e cosa vi siete detti altrimenti metto un ragno australiano nella tua stanza.><Okay, calma però non c'è bisogno che tu mi metta un ragno australiano nella stanza.>
<Sputa. Il. Rospo.> mi ordinò minaccioso.<Va bene dammi un attimo!> presi un respiro profondo prima di rincominciare a parlare.
<Stavo camminando per i corridoi della scuola, quando per sbaglio andai a sbattere contro qualcuno. Appena chinai la testa per vedere chi fosse vidi che era lei e che l'avevo fatta cadere. Era insieme ad una sua amica che la aiutò immediatamente ad alzarsi, e non appena fu in piedi cominciai a scusarmi in tutta fretta preoccupato che si potesse essere fatta male per colpa mia. Mi rassicurò con un sorriso che stava bene anche dopo che mi fossi offerto di accompagnarla in infermeria, così mi arresi e le raccolsi i libri che le erano caduti. Dopotutto era il minimo che potessi fare dopo averla fatta cadere. Glieli porsi e poi LEI MI SORRISE. RIESCI A CREDERCI AXE? MI HA SORRISO. ERA BELLISSIMA. E POI LA SUA VOCE, CAVOLO QUANTO ERA DOLCE E DELICATA, GIURO CHE PER POCO NON MI SCIOGLIEVO SUL POSTO.><SI OK MA NON URLARE COGLIONE CHE SIAMO A SCUOLA.>
<Oddio è vero, scusa. Comunque, alla fine abbiamo iniziato a parlare e mi ha detto il suo nome. Si chiama Abigail, che bel nome. RIESCI A CREDERCI CHE MI HA DETTO IL SUO MOME? MAMMAMIA QUANTO È BELLA, NOME BELLISSIMO PER UNA RAGAZZA BELLISSIM->
A quel punto mi arrivò un ceffone sulla testa.<COGLIONE TI HO DETTO DI NON URLARE!>
<MA SE SEI TU QUELLO CHE STA URLANDO.>
<STO URLANDO PERCHÈ TU STAI GRIDANDO COME UNA GALLINA IN FIN DI VITA. Comunque, le hai detto il tuo nome o sei rimasto imbambolato a guardarla e hai fatto una figura di merda come al tuo solito?><Grazie mille per difendermi sempre eh? Comunque sì, le ho detto il mio nome e alla fine le ho anche detto che mi sarebbe piaciuto rivederla di nuovo e magari conoscerci meglio. Purtroppo non ho avuto il tempo di chiederle il numero di telefono perché stava per iniziare la lezione, ma spero di rincontrarla per chiederglielo.>
Mancava ancora mezz'ora all'inizio delle lezioni pomeridiane, quindi camminammo senza fretta mentre parlavamo del più e del meno.
Continuammo a camminare finché Axel non richiamò la mia attenzione.<Ehi, Dy.> mi girai verso di lui quando mi chiamò.
<Sì?>
<Lo sai che penso proprio che oggi sia la tua giornata fortunata?>
Assunsi un'espressione confusa
<Mh? Che intendi dire?>
Subito dopo Axel mi indicò un punto specifico del corridoio con la testa e vi di Abigail in piedi, sembrava che stesse aspettando qualcuno. Probabilmente la ragazza con cui l'ho vista stamattina.<Andiamo Dy! Vai da lei e chiedile il numero! È la tua occasione!>
Cominciai ad impanicarmi quando mi incitò ad avvicinarmi a lei per chiederle il numero<Cosa?! No no no e ancora no! Non ci penso proprio! E se è impegnata? E se non mi vuole vedere in questo momento? E se ho fatto una figuraccia e ora non mi vuole più parlare? Non voglio disturba->
<Vai o ti ci trascino io e farai una figura di merda per davvero stavolta.>Aspettai qualche secondo prima di rispondere.
<... Certo che sai proprio come incoraggiare la gente tu eh?> gli risposi sconfitto
<Ovvio, sono il migliore io.> mi disse con aria fiera
<... Stavo scherzando coglione.>
<Ah. Vabbè, comunque, vai o ti devo veramente trascinare?!>
<No no vado da solo!>Non avevo bisogno che Axel mi accompagnasse a chiedere il numero di telefono ad Abigail, non ero certo un bambino. Però che ansiaaa...
"Forza Dylan, fai l'uomo. Non mostrarti ansioso o in imbarazzo, non è poi chissà che. Devi solo chiedere un numero di telefono e farai meglio a sbrigarti prima che lei se ne vaaaa..."
E che cavolo. Ma perché non sta mai zitto.
Notammo che proprio in quel momento Abigail aveva iniziato a camminare per andare chissà dove. Mi girai verso Axel per chiedergli cosa fare e magari trovare un po' di supporto morale e lui mimò con la bocca "Rincorrila e chiedile il numero.", poi mimò lui che mi strangolava se non avessi fatto ciò che lui mi aveva appena detto, quindi mi costrinsi ad andare per non morire giovane.
Cominciai a rincorrerla e quando le fui abbastanza vicino rallentai il passo.
Fui un po' incerto prima di parlare, ma alla fine mi feci coraggio - anche perché non volevo essere strangolato da Axel - e provai ad attirare la sua attenzione.<Ehi, Abigail.>
Smise di camminare poco dopo che sentì la mia voce e si girò verso di me. Non appena mi vide mi rispose con un sorriso gentile.
<Sì? Hai bisogno di qualcosa?>Cavolo, quella voce bellissima. La sua voce bellissima.
"Forza Dylan, ce la puoi fare. Fatti coraggio e chiediglielo."
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Can't stop thinking 'bout you
RomanceAbigail è una liceale con un passato pieno di cicatrici. A scuola è la ragazza silenziosa e solitaria, ma a lei non importa: le piace stare da sola e preferisce avere pochi ma fidati amici piuttosto che un grande gruppo di amici inaffidabili. Quando...