Poco importava alla fine dei conti...non avrebbe cambiato nulla per lui, quindi perché continuare a pensarci?
Era consapevole che nulla di quello che avrebbe potuto dire, fare o pensare avrebbe potuto in qualche modo modificare il corso degli eventi che si erano messi in moto.
Quindi perché spendere del tempo a rimuginare?
Non sarebbe servito a niente...a niente.
Eppure nel petto quella cosa premeva, esattamente a metà dello sterno quella sensazione era presente e si contorceva viva e palpitante.
A ogni respiro, ogni movimento, ogni boccone, ogni sorso la sensazione lo salutava amichevolmente ricordandosi come amica fedele e perenne.
Alle conseguenze dovrei pensare...questo continuava a ripetersi in testa...devo prepararmi ad affrontare le conseguenze di quello che ho fatto...
E mentre la sua parte logica cercava di sistemare la libreria disordinata dei suoi pensieri, quella sensazione gli accarezzava le spalle dolcemente e con aria sprezzante... dove scappi ragazzo, gli diceva, io sono te quanto tu sei me, se ti parlo lo faccio con la tua voce ed è con le nostre orecchie che ascoltiamo le tue scuse.
Perché non mi accogli con un abbraccio?
Non guardare dentro di te per cercarmi, mi troverai come riflesso nello specchio.
Non sono altro da te...so che fa male sentircelo dire...ma sono te in ogni tratto.
Certo...ci prepareremo anche alle conseguenze...ma poi, dopo, domani, ma adesso io sono pensiero costante e vivo e respiro immagini nella tua testa.
Perché? Perché lo aveva fatto?
Questa domanda sovrastava ogni altro rumore nella sua testa e ogni attimo di realtà che stava vivendo.
Perché...perché...
Li'...in quel piccolo e sudicio bagno, mentre si sfregava freneticamente le mani per togliere quello schifo...mentre si aggrappava alla speranza che il sapone liquidò potesse in qualche modo non solo mondare le sue mani, ma anche la sua coscienza, non osava alzare lo sguardo e incrociare il proprio sguardo nello specchio.
Sapeva cosa sarebbe successo...sapeva che li avrebbe trovato un giudice implacabile...che avrebbe incrociato lo sguardo di una persona che non aveva paura di dire la verità.
Alla fine alzo' lo sguardo e si stupì nel non essere sconvolto dal proprio aspetto...quasi non gli interessava...era altro ad attrarre la sua attenzione: quelle gambe diafane che pendevano dal letto, un impercettibile rivolo di sangue ne interrompeva la purezza marmorea.
Quelle gambe gli ricordavano che non aveva finito...che la parte più atroce del suo compito sarebbe arrivata di lì a poco