Gallius irrompe nel Secretarium Senatus non appena mi sente imprecare.
«Che è successo?»
Non lo so. Non so cosa è successo, né cosa stia succedendo. So che Nerva si è accasciato a terra in preda agli spasmi e che non è più riuscito a dire neanche una parola
«Chiudi la porta» gli comando e lui, stavolta, ubbidisce senza fiatare. «Devo sapere che cos'ha, Gallius. Dimmelo!»
Gallius si porta un pugno davanti alla bocca, guarda l'imperatore, cerca la sua approvazione. Fa un giro su se stesso, come se sperasse di scorgere, all'interno della stanza, qualcuno in grado di suggerirgli quale sia la cosa giusta da fare. Perché lui non lo sa. Il suo imperatore non è in grado di accordargli il permesso di parlare.
«Gallius, ti prego» lo supplico. «Non posso aiutarlo se non so che cos'ha».
«Non sono... non ne sono sicuro» farfuglia, afferrandosi la testa tra le mani. Non vuole dirmelo. Preferirebbe morire piuttosto che rischiare di tradire il suo imperatore.
Nerva si dimena tra le mie braccia. Poi viene colto da quello che deve essere un dolore lancinante, perché si torce contro di me e rantola.
E allora Gallius cede. Perché non è in grado di sopportare quella vista.
E nemmeno io. Non riesco ad accettare che questa cosa, qualunque cosa sia, stia capitando proprio a lui.
«Credo... lui... forse sta avendo una crisi d'astinenza».
«Cazzo» rispondo. «Cesare? Cesare, ti prego, riesci a rispondermi?»
Un suono sofferente e disarticolato lascia le sue labbra e un nuovo tremore gli scuote tutto il corpo al quale io ormai sono letteralmente aggrappata.
«Non puoi dargli qualcosa?» mi chiede Gallius, agitatissimo, inginocchiandosi accanto a noi.
«No, non sapendo da che sostanza è in astinenza rischierei di fare peggio. Gallius» lo imploro, in modo nient'affatto dignitoso né accettabile per un Pensatore. «Ci sono dei farmaci, alla Spelonca. Posso provare ad aiutarlo, ma ho bisogno di sapere da cosa è dipendente».
«Domina, credimi, non ne ho idea» dice. Sta piangendo. È sconvolto. Poi, come se ci avesse ripensato all'improvviso, aggiunge: «La compra da Bulla Aurea. Possiamo chiedere a lui».
La compra da Bulla Aurea. È chiaro. Certo. Doveva esserci un motivo se si conoscevano tanto bene. Doveva esserci un motivo se passavano insieme tanto tempo.
«Vado» conclude Gallius. «Aspettami qui, torno subito».
«No, vado io» lo fermo, perché sta già per alzarsi. «Devo andare io. Non possiamo fare avanti e indietro, l'imperatore sta troppo male. Vado, passo dalla Spelonca e torno».
«No, ti prego» mi implora Gallius e io non l'ho mai visto tanto terrorizzato. «Non lasciarmi solo con lui. Non so cosa fare. Se dovesse peggiorare...»
«Aspetta un attimo» gli dico, e depongo il corpo rigido e tremante di Nerva tra le sue braccia.
Mi alzo, raggiungo la porta e la socchiudo quel tanto che mi è sufficiente per infilare fuori la testa e chiamare Silia a gran voce.
«Che è successo?» domanda lei, facendo capolino dalla nostra tenda. Ha la stilo digitale in una mano e uno schermo nell'altra. Era impegnata in una delle sue sessioni di ricerca.
«Abbiamo bisogno di te».
«Ci fidiamo di lei?» Mi domanda Gallius, quando Silia è ormai dentro la stanza e, nonostante sia rimasta impietrita alla vista dell'imperatore in quelle condizioni, è sicuramente in grado di sentirlo.
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SATURNALIA
Fiksi IlmiahDopo la Grande Glaciazione, gli abitanti di Nova Roma-II sono tutto ciò che rimane dell'umanità. Umanità che riesce a sopravvivere solo grazie a sofisticati sistemi di scongelamento e che, negli ultimi cento anni, ha edificato un rigido sistema so...