CAPITOLO 9

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POV : LILY

Bella continuava ad osservarmi sconcertata, mentre io ero seduta per terra, piena di sangue e lividi sparsi ovunque, con ancora le fasciature fatte dal medico poco prima.

Ad un certo punto, Ellen capì che era meglio lasciarci sole e se ne andò.

Io, stanca di tutto e di tutti, cominciai a piangere. Era l'unica persona, oltre a Ellen, che mi era stata vicina nei momenti bui.

Passarono minuti interminabili e alla fine, Bella fece la fatidica domanda: "Perché?".

E io le raccontai tutto, anche del centro e del fatto che non doveva dirlo a nessuno, altrimenti sarei finita nei guai.

Sinceramente, ero stanca e non penso che avrei potuto sopportare di subire altre violenze di nuovo.

Il mio corpo era stanco, la mia mente non ce la faceva più.

Ero completamente esausta.

Dopo aver chiacchierato, decisi di chiederle un favore che sapevo non avrebbe rifiutato: proteggere il centro.

Visto che suo marito era il boss russo e suo fratello era il grande capo americano, inglese e turco, con la sua protezione nessuno avrebbe potuto toccare il centro.

Lei accettò e non avevo dubbi.

Sapevo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, perché alla fine siamo come sorelle, che migliori amiche.

Arrivò il momento in cui le dissi che doveva tornare in sala, altrimenti si sarebbero insospettiti della sua scomparsa e sarebbero venuti a cercarla.

Se la avessero trovata nella mia camera, sarebbe stata la fine per me. Rimasi sola in camera, ma ero stranamente felice.

Felice di non essere più sola,
felice di avere lei,
Ellen.

Felice che le persone del centro non sarebbero mai più state in pericolo a causa mia.

Con questi bei pensieri, mi addormentai.

Mi svegliai quando sentii che qualcuno era entrato nella mia camera.

Mi sentivo osservata, quindi decisi di aprire gli occhi, ma non c'era nessuno.

Forse me lo ero solo immaginato,

strano.

Nonostante le mie costole rotte, mi alzai con fatica e decisi di fare un bagno caldo per rilassare i muscoli.

Quando finii, applicai la crema per i lividi lasciata dal medico, mi vestii e asciugai i capelli.

Ero stanca di rimanere in camera e avevo curiosità di vedere come era la situazione e magari spiare mia nipote e, forse, Ethan.

Con molta discrezione, aprii la porta e notai che le guardie erano scomparse, quindi avevo il via libera per muovermi.

Decisi di camminare scalza per evitare di fare rumore e destare sospetti, anche se mi era severamente vietato lasciare la camera senza permesso.

Ma da quando io rispetto le regole? Beh, mai.

Arrivai alle scale, dove avevo una visuale completa.

Mia madre era attaccata alla Signora Steel, cercando di fare la leccaculo e poi andare a raccontarlo alle sue amiche la conoscevo ormai.

Mia sorella parlava con Bella, che si vedeva chiaramente annoiata dalla parlantina di Arabella e dalle sue maniere snob.

Bella alzò lo sguardo e mi notò, mettendosi a ridere perché sapeva che non cambiavo mai.
Mi piaceva origliare lo facevo anche quando ero in convento e Bella lo sapeva molto bene perché lo facevamo insieme,anche se era sbagliato.

Tutti guardarono Bella chiedendosi perché stesse ridendo, ma lei, ovviamente, inventò una scusa per coprirmi.

E infine c'era mio padre insieme ad Alex, che dovevo ancora conoscere, ma sapevo che era il marito di Bella.

Il signor Hernandez, il migliore amico di Ethan e Alex e capo mafioso messicano.

E infine c'era lui, con tutto il suo metro e novanta, i capelli tirati all'indietro e un completo che fasciava il suo corpo allenato.

Quando vidi che stavano per spostarsi verso la sala da pranzo, decisi di nascondermi per evitare di essere vista.

Ero ancora lì perché avevo un solo obiettivo per ora: conoscere la mia bellissima e unica nipotina.

Quando tutti si spostarono, rimasero solo Bella che si stava occupando di Irina.

Decisi di farmi avanti e chiamarla.

Lei rispose e le chiesi se potevo passare del tempo con lei, ovviamente senza che nessuno lo sapesse.

Con molta discrezione, mi tese la sua piccola mano.

Era una bellissima bambina, con i capelli rossi come la madre e gli occhi blu del padre.

La ragazza è intelligente aveva capito che non doveva fare casino per evitare problemi.

Salimmo insieme le scale fino a raggiungere la mia camera. Dopo esserci chiuse dentro, decisi di presentarmi.

Con grande felicità, le dissi che ero sua zia e la migliore amica di sua madre.

Lei, felice di avere una zia, mi abbracciò e passammo del tempo insieme a colorare e ridere.

Avevamo molto in comune, anche a me piacevano i film delle principesse.

Arrivò il momento in cui doveva andarsene, quindi le dissi che ci saremmo riviste, ma che non doveva dire niente su di me, che non aveva mai visto la sua zia.

Stringemmo questo patto e lei, felice, uscì accompagnata da Ellen, che già sapeva quale scusa avrebbe usato se qualcuno avesse chiesto della scomparsa della bambina.

Intrigo e Passione: L'Amore Proibito tra Due Anime MafioseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora