Sabato, 01.19
"Che c'hai Fè?" Nico lanciò uno sguardo preoccupato a Fede, cercando di penetrare il muro di indifferenza che sembrava circondarlo.
"Che c'ho? E che ce devo avè?" La risposta di Fede fu breve, quasi scocciata. Nico sospirò, consapevole che scavare nei pensieri di Fede non sarebbe stato un compito facile.
"Nun me prenne per il culo Fé! Ce conosciamo da dieci anni, ce sta quarche problema?"La tensione nell'aria era palpabile mentre la macchina sfrecciava lungo le strade buie.
"Nun possiamo sta così muti come semo stati dieci minuti?"
"No Fè, me voi dì qualcosa per favore? So mesi che non mi parli per davvero e ad ogni festa è sempre peggio"
"Ma so sempre le stesse cose! Che te posso dì"Nico, a quel punto, decise di affrontare la questione di petto.
"Nun ce credo Fè, stai peggio der solito"
Fede rimase in silenzio per un momento, osservando il paesaggio notturno scorrere oltre il finestrino. La luce fioca dei lampioni illuminava sporadicamente il suo volto, svelando un'ombra di malinconia.
"Eh Nì, e invece è il solito! Ce sta mamma che me porta a casa sta gentaglia. Nun me piace studià, ma nun ce sta 'n cazzo da fa e me tocca venì a scuola lo stesso. Che te devo dì?"
Nico, pur comprendendo le sfide di Fede, sapeva che c'era qualcosa di più profondo sotto la superficie.
"Nun me devi dì niente fra! Famme solo sta tranquillo che se ce so problemi me fai sapè, eh?"
Fede annuì, con un velo di gratitudine nei suoi occhi. "Certo Nì! Promesso, se ce so problemi ce stai pemme, lo so"
La strada si srotolava davanti a loro. Il silenzio si frantumò, ma un senso di comprensione e sostegno iniziò a fiorire tra i due amici di lunga data, mentre la notte li avvolgeva nel suo misterioso abbraccio.
Nico e Fede si conoscevano fin da bambini. Stavano nella stessa scuola del Polacco in via del Tempio. Fede s'era trasferito lì vicino con la mamma a casa dei nonni, dopo che il papà se n'era andato coll'altra. L'ombra di un passato complicato si rifletteva nei suoi occhi, ma la scuola era diventata il terreno fertile per nuove amicizie e per costruire un futuro diverso. Con Nico, Fede passava le giornate intere. La loro amicizia era una fusione di risate, scontri giocosi e la condivisione di una passione per il calcio. Le partite di Fifa con la play erano il loro rituale, un modo per sfidarsi e condividere momenti di pura gioia e competizione. Non mancavano piccoli screzi e litigi, ma la solidità del loro legame era sempre più forte.
Ma poi Nico, più grande di un anno, dalle elementari era uscito prima, e si era trasferito con la famiglia dall'altra parte di Roma. La distanza fisica aveva separato le loro strade, gettando un velo di incertezza sul futuro della loro amicizia. Anni dopo, il destino aveva giocato la sua carta quando Fede si era trasferito con la mamma non troppo distante da Nico. Ora, frequentavano lo stesso liceo. Tuttavia, nonostante la vicinanza geografica, le loro vite erano diventate estremamente diverse. Per di più, Nico avrebbe lasciato Roma l'anno successivo per studiare a Milano, intraprendendo un nuovo capitolo della sua vita. Nel frattempo, Fede non sapeva neppure se sarebbe riuscito a superare il quarto anno, affrontando sfide e incognite che sembravano delineare un futuro incerto. Escludendo tutto ciò, tuttavia, la loro amicizia rappresentava un legame che il tempo e la distanza non avevano mai completamente spezzato.
"Vabbè, Fè! Ce semo" Nico spense il motore.
Il ronzio del silenzio si faceva udire mentre il buio avvolgeva la macchina. Fede, nel suo momento di esitazione, si girò a guardare l'amico, cercando un'ultima conferma.
"Ce semo, ce semo"
Fede sganciò la cintura di sicurezza. Diede uno sguardo ulteriore all'amico suo ma tentennava ancora a scendere dall'auto. Fede viveva in un piccolo appartamento di una delle più brutte palazzine della via. Vecchia, grigia, zozza! Piena di poracci senza ormai speranza. O perlomeno così si sentiva lui in quella casa con la mamma. L'edificio sembrava rispecchiare il suo stato d'animo, ma era il suo rifugio, la sua realtà quotidiana insieme alla mamma.
"Beh? Nun scenni?" Nico, con un sorriso, lo spronò a varcare la soglia di casa.
"No, sì... Vabbè. Okay, vado Nì!"Fede aprì lo sportello con un misto di riluttanza e accettazione. La realtà della sua vita si materializzava davanti a lui mentre scendeva dall'auto.
"Tutto a posto sì?"
"Tutto a posto Nì"Fede rispose con un sorriso che nascondeva la fatica di una giornata alquanto difficile.
"Seh vabbè! Buonanotte allora, io so qua"
"Buonanotte fra!"L'eco delle parole di Nico si perse nella notte, mentre Fede, con passo pesante, affrontava la salita delle scale verso il suo piccolo, disastrato, rifugio.
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Nun mer ricordo che vordì essere umano
Ficção AdolescenteFederico è un giovane ragazzo di 17 anni che vive a Roma. Colto da una silente depressione, affronta un percorso conoscitivo che lo porterà a scoprire nuovi aspetti di se stesso e magari anche a trovare il suo grande amore. Nadir è un ragazzo arabo...