Con mio figlio sulla schiena giunsi fuori dalla città. C'era una rigogliosa foresta fuori dalla città, separata da un recinto altissimo.
Dall'altra parte c'era quello che era rimasto di una foresta rigogliosa. La foresta era stata bruciata e si faticava a respirare. Il cielo era scuro a causa del fumo dell'incendio.
Avevo, nello zaino, delle tronchesi; con queste tagliai il recinto e scappai nelle foresta bruciata.
Mi ritrovai uno spettacolo orribile e non era possibile nascondere lo schifo a mio figlio, che era terribilmente terrorizzato.
"Non ti preoccupare Elias, la mamma è qui con te". Continuava a ripetermi: "mamma, non respiro, mamma, mamma... non respiro".
Non avevamo con noi nulla che ci potesse dare ossigeno, era come se l'aria fosse rarefatta.
Ci siamo accasciati sotto un albero bruciato, perché camminare non ci era più possibile.
Sono accasciata con mio figlio che non si risveglia.
Aiutatemi vi prego. Se sono ancora viva quando arriverete a leggere questa mia lettera, vi prego di aiutare prima mio figlio, si chiama Elias e ha solo 3 anni.
Vedo astronavi a forma di disco, volare sulle nostre teste.
Mi si stanno chiudendo gli
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BEL
Fiksi IlmiahCiao, il mio nome è Bel e sono l'ultima della mia specie. Credo di essere l'ultima essere umano e voglio raccontare la mia storia. Voglio raccontare a chiunque sia in ascolto, le mie ultime parole...