Capitolo 22 ~ Miss Pacco Unico

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Un fischio imperava nella mia testa dolente e la mia vista era lievemente offuscata, mentre forti braccia mi trascinavano fuori dall'auto distrutta. Era assurdo che avessi unicamente un probabile trauma cranico e qualche livido.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che l'improvvisato, congiunto che avevamo imbastito in tre fosse riuscito a salvarci la vita, creando uno scudo a trecentosessanta gradi e respingendo le ondate di calore con cui i Solari tentavano di dare fuoco alla macchina.

Sentivo ancora l'energia fluire al fuori da me... e la responsabilità di guidare l'incantesimo cadere sulle mie spalle, quando lo stregone delle mia scorta che se ne occupava rovesciò gli occhi neri e svenne. Era un Corvo, dopotutto, ed era stato invaso del potere di un Solare e di una Lunare, per quanto inesperti.

Buffo distrarsi con una considerazione simile, quando palle di fuoco di piovevano addosso da ogni direzione. Mio fratello crollò in ginocchio e cessò di trasmettere la sua sgradevole energia che le teneva lontane.

Avava, khere sikav dikhel!

L'istinto mi guidò a gridare l'incantesimo dello scudo elastico, un secondo prima che finissimo arrosto. L'aria si increspò, fece le fusa e rispose.

Un'ondata di debolezza mi attraversò, ma sei palle infuocate rallentarono, fermandosi per una frazione di secondo a meno di un metro da me... prima di essere rispedite al mittente. O meglio, non esattamente al mittente: i bastardi erano immuni. Ebbi la prontezza di spirito di guidarle con la mente ai loro piedi, facendo esplodere loro il terreno in faccia.

Mi ressi in piedi in uno sforzo titanico. In due furono troppo distratti per una seconda scarica, ma avevo a stento l'energia sufficiente per reggere l'impatto delle quattro sfere di fuoco che seguirono.

Fortunatamente, mentre io giocavo in difesa, Sean puntò sull'attacco. Una serie di pezzi di vetro si sollevarono dal vetro antiproiettile infranto e si levarono in una nube, abbattendosi sui bastardi. Due furono infilzati come puntaspilli e crollarono al suolo gemendo, mentre gli altri quattro riuscirono a trovare riparo dietro a scudi invisibili. Ah, dunque anche loro avevano la telecinesi.

"Lunare, resisti!" disse Sean con urgenza, mentre mi trascinava dietro l'automobile "I rinforzi sono in arrivo!"

Resistere. Era una parola. Purtroppo, non avevamo modo di scappare, non ora che eravamo circondati. Il fischio nelle mie tempie e l'emicrania si erano fatti insopportabili e a stento mi reggevo in piedi, ma strinsi i denti, ansante.

Mio fratello era terrorizzato e aveva un braccio in un'angolazione innaturale, eppure aveva ugualmente trascinato il Corvo svenuto al riparo con noi. Non che esistesse luogo veramente riparato. Sean gridò qualcosa e udii gemiti strozzati da parte dei Solari, segno che aveva colpito ancora.

Avava, khere sikav dikhel!

Gridai ancora raucamente, crollando in ginocchio sotto la raffica che seguì. Un'esplosione. Solo una delle palle di fuoco aveva colpito l'automobile.

Luca mi afferrò per le braccia e mi trascinò all'indietro appena in tempo, prima che essa saltasse in aria al posto nostro.

Ricordo le sue braccia attorno a me, il suo grido, i nostri volti a un centimetro l'uno dall'altro e l'oro invadere le sue iridi, mentre sia lui che Sean mi facevano da scudo con il proprio corpo.

Ricordo le fiamme tutto intorno a noi, che ci lasciavano intoccati.

Senza fiato, d'istinto, chiamai l'aria a me ed essa rispose, portandoci ossigeno per respirare, all'interno di quel ciclone di fuoco che divorava ogni altra cosa.

Mio fratello gridò, un urlo rauco e raschiante, e la sua presa si rafforzò, quasi stesse tentando di stritolarmi o di reggersi a me per mantenersi saldo. Per sopportare una vagonata di potere che inconsciamente canalizzava dentro di sé... E che non era assolutamente preparato a gestire.
Dovevo aiutarlo ma non appena provai a connettermi a quel flusso mi sentii bruciare le mani e mi ritrassi. Mio fratello si fece rigido, quasi sulla difensiva.

TENEBRIS - Il canto della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora