Eron
Il portone si aprì e gli occhi di Derek si assottigliarono come spilli alla mia vista.
Eravamo tornati dalla casa a mare dei Dover con le registrazioni di Katelyn, di quelle di Victoria nessuna traccia.
«Mor?» chiesi.
Il cielo si era tinto scuro, era il compleanno di Hunter, con quel pretesto, mentre lui stava con i suoi amici, avevamo tutti dei biglietti del luna park, Hunter teneva ci fossimo e, quel giorno dovevamo riposarci, non rilassarci, semplicemente non uscire di testa.
Quelle erano state testuali parole dei ragazzi, convinti che mi stesse venendo un' esaurimento di qualche tipo.Derek sbuffò e mi scandagliò con gli occhi da testa a piedi.
«Posso?» chiesi puntando con il capo il salotto che vedevo oltre la sua figura ampia.
«Che ci fai qui?» chiese astioso e io mi trattenni dal ridacchiare.
«Devo accompagnare sua nipote» dissi soltanto e Derek assottigliò ancora di più i suoi occhi colme sfumature celesti.Dopo una scansione a raggi X mi fece passare.
Dall' ultima volta che lo avevo visto la sua barbetta su mento e mascelle si era fatta più scura, i capelli erano tenuti un pelo più lunghi e si scomponevano elegantemente in onde scure.«Accomodati» mi disse con cortesia, sebbene gli dessi chiaramente sui nervi.
«Dov' è Mor?»
Derek mi guardò un paio di secondi e non rispose.
«Di sopra, tu siediti, aspetterai che scenda» mi disse con tono secco.
«Mor non sa che sono arrivato, dovrei informarla»
Derek mi guardò storto.
«O dovrebbe farlo lei» aggiunsi, fallendo a nascondere un sorriso appuntito e colmo di divertimento.«Per un motivo o l'altro spunti sempre tu, ti piace mia nipote o cose simili?» mi chiese con tono minaccioso e burbero.
Trasalii e mi passò la voglia di ridere.
«Ce l' ha con me Derek? Perché l' ho cresciuta io o perché scorsa volta l' ho minacciato?» dissi tranquillamente e i suoi occhi si accesero.
«Potrai averla cresciuta tu ma è mia nipote. Tu non mi piaci quindi voglio che le stai lontano»
«Pensa che la guarderebbe di nuovo in faccia se sapesse che ha indagato sul suo passato? Io credo di no»
Derek fu sul punto di rispondere ma si bloccò d' un tratto, come se un riflesso involontario lo avesse portato a pensare.
«Tu sei un ragazzino ma io mi sto comportando come tale» disse soltanto.
«E tu? Perché ce l' hai con me?» mi chiese provocatorio dopo.
Puntai lo sguardo altrove e non risposi.
«Perchè sono arrivato tardi? Credi di potertela prendere con me?»
I miei occhi saettarono di nuovo si di lui.
«Poteva evitarle tanto dolore» dissi con cruda verità.
«E se scopre il passato di Mor scopre pure il mio, non si metta in posizioni scomode».Derek abbassò lo sguardo a terra, vidi la sua mascella serrarsi e premere contro la carne, vidi i suoi sensi di colpa e il mio astio verso di lui si alleggerì, sapevo che Derek Blackford non era un' uomo cattivo, quello mi bastava e mi rassicurava, forse mi sarei approcciato in modo diverso se la bambina a cui aveva negato un' infanzia non fosse stata proprio Mor.
Riguardo la mia seconda affermazione Derek non sembrò reagire in alcuni modo.«Posso salire a chiamarla?» gli chiesi con gentilezza un minuto dopo.
«No. Ora la chiamo io»
Come pensavo.
«Ok.»
Mi sedetti buono buono sul divano mentre Derek si appoggiava a un pilastro che divideva salotto e cucina.
«Scusa se te lo chiedo ma ho un' improvvisa sete, potrei avere un' bicchiere d'acqua?»
Derek cambiò espressione, gli avevo dato del tu e il mio tono si era appiattito e fatto più calmo e cortese.
«Certo»
Appena si sparì nella cucina mi fiondai al piano superiore.«Scusa Derek, devo vederla adesso» dissi tra un passo e l' altro del corridoio al piano superiore.
Due ticchettii risuonarono sul legno provocati dalle mie nocche, non ebbi il tempo di aprire bocca.
«Avanti».
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In the Shadows
Teen FictionSepolte tra fiamme e ricordi dolorosi, all' Òikos i bambini narravano storie, sussurrate nel silenzio della notte cosí che potessero prendere vita. Tra la neve e le foreste del Canada, Mor Oak perde la sua unica famiglia e dopo aver covato per tro...