Capitolo 4, Apollo

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Qui sull'Olimpo tutto sembra noioso, monotono...Era ora che Zeus inventasse un nuovo giochetto dei suoi.
Saluto Afrodite, seduta sulla poltrona nel grande atrio, che vanta la mela d'oro - come tutti i giorni.
Sbuffo. "Abbiamo capito che sei la più bella, è dai tempi di Achille Pelide che sventoli quel frutto come se fosse un premio..."
I suoi occhi viola mi fissano, i capelli biondi le rimbalzano per la scossa di una risata. "Oggi ti sei svegliato con il sole storto?"
La solita battuta.
Proseguo e vado a salutare la mia dolce sorella. Ricordo che oggi sarebbe andata a far visita alle ninfe e devo correre da lei per darle la notizia.
Ho passato gli ultimi tempi della mia vita alla ricerca della mia dolce nipotina Antheia sulla terra dei mortali. I suoi occhi color verde puro mi hanno sempre seguito nella notte, assieme ai sensi di colpa per aver riposto male la mia fiducia e la sua vita. Non c'è stato giorno che io non mi sia pentito di averla donata a Calliope. Da quell'evento, la ninfa della poesia è esiliata nell'Ade, per mio ordine.
Scendo dal carro ed i miei sandali dorati tastano i dolci fili d'erba del giardino delle ninfe.
Saluto Calipso e Circe, intente a filare un tessuto candido, ed entro nella spelonca. Mia sorella siede accanto a Teti e si guardano intensamente. Appena entro i loro occhi color speranza mi puntano: "Li hai trovati?" mi chiedono.
Stanotte, con il favore di Zeus, ho cercato i prescelti, i figli delle ninfe e delle dee che sono stati perduti e penso proprio di averli trovati. Loro dovranno partecipare ai giochi che egli ha preparato. Altre ninfe giungono da noi, pronte per udire la mia risposta: il mio arrivo dev'essere stato un evento molto atteso.
"Ho trovato un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi color cielo in tempesta, era uno degli attori più famosi della terra e l'ho scelto"
Sul volto di Calipso si dipinge un sorriso: cercava il suo caro figlio da due decenni, ormai. Lo aveva dovuto cacciare dal giardino delle ninfe poiché suo padre, Ermes, aveva promesso alla dea che, se fosse venuta fuori la notizia di questo figlio, lui l'avrebbe esiliata. Non chiedetemi il perché, alcuni ricatti o promesse tra noi dei non hanno senso, siamo semplicemente vendicativi ed amiamo stare al centro dell'attenzione.
"Il mio caro figlio, deve essere lui!" dice la chiara tra le dee.
Proseguo. "Ho trovato una ragazza orfana dal cuore candido con un figlio da accudire, aveva un cuore dolcissimo e l'ho scelta"
Tra loro appaiono molti sorrisi ma so che stanno aspettando altro.
"Ho trovato una ragazza dagli occhi color tenebra ed i capelli biondissimi, era una contraddizione vivente, e l'ho scelta"
Tutte sanno di chi sto parlando ma fanno finta di non sapere. Quella dea è stata la sventura per tutti noi da quando è nata...La mia cara figlia Agape è sempre stata vivace ed attendeva questo evento da anni: non potevo non sceglierla.
"Vogliamo sapere di loro" dice mia sorella "dicci se hai trovato i nostri figli! Non descrivere ancora la gioia della tua figlia prediletta mentre veniva scelta!"
Mi dirigo verso Teti ed osservo i suoi capelli rossi. "Stanotte, ho visto due giovani, uno con la tua stessa bellezza e maturità, l'altro con la tua forza ed istinto nello sguardo, li ho scelti"
Mi guarda confusa con quei suoi occhioni, dello stesso colore del regno di Poseidone, che hanno ingannato il giovane Peleo...Quanto lo sto capendo... Dico: "Sì, ho trovato Achille e Patroclo, li ho scelti"
Lei scoppia in un pianto disperato e corre fuori dalla caverna. Le altre donne la seguono e l'abbracciano, come sorelle. Le mise e le ninfe qui vivono serene e come un'unica famiglia.
"Dov'è mia figlia?"
Mi inginocchio davanti a mia sorella, le sistemo una ciocca scura dietro l'orecchio candido. "Sono sceso su Micene e sono andato alla villa di Nicolas, ho trovato due giovani forti e pronti all'avventura e li ho scelti, poi ho trovato una ragazza pura, ricca di vita, molto simile a te in animo e in aspetto, la giovane Antheia è stata scelta, cara Artemide, tua figlia è al sicuro"
Una lacrima macchia il suo viso ricco di nei. La fermo e le accarezzo le guance umide.
"Grazie fratello" dice la sua voce dolce "ora Antheia è circondata da giovani valorosi, seguirà le nostre prove e, se Zeus lo desidera, la riavrò qui con me"
I suoi occhi si illuminano di luce come due smeraldi esposti al sole. Lo vedo: prova quella speranza che solo le madri che hanno perso una figlia possono comprendere. Anche io, essendo padre di una delle ragazze scelte, percepisco questa speranza: quella di riavere i nostri ragazzi qui con noi senza che i mortali se ne accorgano.
"Artemide" la richiamo "Zeus ha detto che tu devi incontrarla per la Sfida del Trono"
Lei sorride. L'alloro dorato attorno ai suoi capelli scuri sembra più puro, più divino. "Non vedo l'ora"
"Non dovrai dirle chi è, Zeus non lo desidera"
"Non lo farò"
Mentre gli uccelli oltrepassano l'Olimpo, il mio sguardo si ferma sul mio carro: il sole sta riposando già da un po', è giunto il momento di portarlo, per un altro giorno, al suo posto.
"Apollo" mi chiama la voce dolce di mia sorella.
"Dimmi"
Il vento le spazza via i capelli ondulati dal dolce e puro sorriso.
"Anche tu ci sarai?"
Un frammento della mia anima di scompone, quella crepa che da tanto tempo cercavo di coprire si riempie di luce.
"Sì" dico orgoglioso "la mia Agape parteciperà ai giochi"
Il vento mi accompagna nel mio tragitto. Quando l'aria gelida della notte mi travolge, Zeus chiama me e gli altri e ci riunisce. È arrivato il momento.
Gli dei dell'Olimpo stanno finalmente tornando.

Nameless, la Dea PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora