Camera can't find me
I'm officially astray
When no one's listening
I have so much to say- Sam Phillips, "How To Quit"
Esattamente una settimana dopo, Annette si trovava seduta nella sala d'attesa dell'ufficio del preside.
Aveva fame, sonno e il bisogno disperato di un espresso. La giornata era iniziata con calma: skincare mattutina, impacchi caldi e, come sempre, colazione saltata. Arrivata all'ingresso della Northern, l'assistente della professoressa Flores, un certo Anthony, l'aveva fermata di corsa, e ora era lì ad aspettare il signor Wayne. Annette guardava distrattamente la stanza con aria annoiata.
L'ambiente era impeccabile, non un granello di polvere sulle panche di legno di pino in stile anni Cinquanta. Distrattamente si lisciò la gonna a scacchi, gesto che faceva in automatico, chiedendosi con fastidio perché mai il preside l'avesse convocata con tanta urgenza. Il silenzio era assoluto. L'unico suono era il ticchettio della tastiera della signora Schneider, la segretaria del preside, che la teneva d'occhio per assicurarsi che non toccasse nulla. Come se avesse intenzione di farlo, poi. Non era certo una cleptomane come molti dei suoi compagni di scuola. Erano tutti ricchi lì, ma molti provavano una strana attrazione per il "brivido della trasgressione". Glielo avevano spiegato più di una volta, ma lei aveva già mandato a quel paese parecchie persone, in particolare Noah, che aveva il vizio di rubare penne.
Annette notò che la signora Schneider indossava occhiali senza montatura, un'aggiunta recente. Portava i capelli lisci raccolti in una coda alta e manteneva il solito sguardo severo. All'inizio, Annette aveva pensato fosse rivolto solo a lei, ma col tempo aveva capito che era la sua espressione abituale per chiunque. Sospirò. Poco dopo, arrivò la ragazza nuova. Si salutarono con un cenno, e lei si sedette accanto ad Annette. Condividevano le lezioni di Letteratura Americana, Matematica e Biologia.
«Signorina Gillman, il Preside Wayne la riceverà tra qualche minuto, abbia pazienza». La signora
Schneider indicò alla nuova ragazza di sedersi accanto ad Annette. Dopo dieci minuti, il preside le fece entrare. Il tono gioviale dell'uomo insospettì subito Annette.
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Il preside le accolse con estrema cordialità, cosa che Annette trovò subito strana. L'ufficio era antiquato e grigio, ma ben tenuto. 'Con tutti i soldi che i genitori sborsano ogni semestre, almeno è decente', pensò Annie. La voce del preside la riportò alla realtà: «Bene, signorina Coleman, è stata scelta come mentore per la signorina Gillman».
Non era affatto quello che si aspettava. Fare da babysitter alla nuova arrivata era l'ultima cosa che desiderava. Certo, aveva ottimi voti e faceva parte di diversi club, quindi era perfetta per il ruolo di mentore. In teoria. Ma il preside, non sapeva che Annette aveva una vera e propria reticenza a conoscere nuove persone. Scoccò uno sguardo truce al preside e provò a protestare, ma lui continuò a parlare, lanciandosi in un breve excursus storico della scuola, delle attività extra-curricolari e persino del golf.
Quando finalmente il colloquio terminò, Annette fece per andarsene. In lontananza sentì la voce della segretaria che diceva: «Dolores, le ho messo tutto ciò che deve compilare in questa cartellina. Entro una settimana deve essere consegnato qui. Le auguro una buona giornata, arrivederci.»
Dolores - che nome antico, Dolores - passò accanto ad Annette mentre usciva da quel cubicolo angusto.
«Ti andrebbe un caffè?» chiese Dolores, rompendo il ghiaccio mentre si avviavano alla lezione di Letteratura Americana. Annette annuì, ammettendo che ne aveva estremamente bisogno. Si diressero insieme verso la caffetteria, camminando in un totale silenzio che Annette trovava vagamente imbarazzante.
"Per un caffè gratis, tutto fa brodo!" pensò.
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ROSSO DI SERA
Romanstw: sangue, linguaggio forte, parolacce, menzione di st*pro - 2007. Lola Gillman ha sedici anni e deve lasciare tutto ciò che conosce. Gli amici, i nonni e tutto quello che le è familiare. Sua madre ha un nuovo lavoro, a New York che è ben distante...