Prologo

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Tutti ci credevano una famiglia perfetta,ma nel nostro giardino non crescevano solo fiori, ma anche tanta erbaccia. Secondo mia madre sono la rosa rossa della famiglia, simbolo dell'amore e della passione, ma che presto appassirà, simboleggiano la morte, o come diceva lei, il mio nullo debutto in società. Diciamo che io sono una ragazza cresciuta tra fratelli maschi, fango e cavalli. Il mio obbiettivo non è sposarmi, ma essere indipendente, una persona al mio fianco non mi sarebbe dispiaciuta, ma ora voglio solo essere me stessa, Rebecca Clifford. Mio padre era il padre che tutti sognano, mi ha insegnato ad andare a cavallo, a cacciare e a tirare con l'arco. Mia madre era la solita madre inglese, che avrebbe ucciso per far avere ai propri figli un posto in società degno del proprio nome. E poi ci sono i miei 2 fratelli, più i due sposati e con una marea di figli. Per ora siamo solo io e David, dato che Wilbert sta in un collegio in Svizzera.
Questa sera avrò il primo ballo come debuttante,e solo al pensiero mi viene il mal di testa. <Tesoro sei pronta? La carozza ci aspetta fuori> mi chiamó mia madre. Scesi le eleganti scale e uscì di casa. Mia madre era lí e mi guardava con uno sguardo irritato <Se non ti sbrighi faremo tardi> disse, e io ribattei <Sì, ma ora sono qua e possiamo andare>. Feci cenno al cocchiere di partire, dopo essere saliti nella carrozza. Arrivammo davanti ad un possente cancello di ferro, percoremmo il viale e una mastodontica villa si aprì davanti a noi. Ci ritrovammo davanti ad una porta dorata, e appena entrati tutti ci salutarono. Mia madre iniziò con parlotarre con altre dame snob e io feci un giro per la sala da ballo. Attraversando varie stanze, arrivai in una sala con un grande dipinto di un uomo a cavallo. L'uomo era in sella ad un bellissimo andaluso grigio, che con tutta la sua possenza riempiva il dipinto. Tutto ad un tratto mi sentii osservata, mi girai e... vidi un uomo, capelli biondi e occhi azzurri, che mi fissava. Sobbalzai, e solo nel momento in cui si mise seduto davanti alla scrivania, capii che era il padrone di casa.

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