6. The Truth

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Alex

Quando aprii gli occhi mi resi conto che era mattina. Un'altra mattina equivaleva a un altro giorno ma anche alla stessa vita di sempre. Mi alzai dal letto, mi diressi verso la porta ma mentre lo feci passai davanti alla parete a specchio, mi fermai un attimo ad ammirare la mia figura, il mio sguardo vagò su essa fino a soffermarsi sulla parte degli addominali che erano ricoperti da una cicatrice. Quella cicatrice era la cosa che più odiavo di me perché mi ricordava continuamente che non ero riuscito a salvarla. Continuai a osservami finché una voce, che veniva dalla porta, disse <<Sei addirittura più bello di com'era tuo padre da giovane. Ovviamente è tutto merito mio.>>

Risi sentendo la voce e mi voltai dicendo <<Beh, tale madre, tale figlio no?>>

<<Ovvio>> disse lei ridendo avvicinandosi a me. Mi avvolse dolcemente l'addome, appoggiò la testa sulla mia spalla e questa sua azione fece sì che anche la sua figura venisse riflessa dallo specchio. L'affermazione "tale madre, tale figlio" era perfetta per noi perché per aspetto fisico ero identico a lei. Stesso colore degli occhi, stesso colore di capelli. Non per niente lei per me, oltre a essere mia madre, era anche la mia migliore amica.

<<Credevo che oggi partissi>> dissi guardandola negli occhi attraverso lo specchio.

<<Dovevo, ma ho preferito rimanere a vedere la tua partita e poi tuo padre se la sa cavare benissimo da solo>> disse lei tranquillamente facendomi sorride.

Mia madre non era un'appassionata di football, anzi diceva sempre che era uno sport troppo violento ma quando le avevo detto che volevo iniziare a praticarlo, lei, anche se preoccupata, mi aveva dato pieno appoggio e da allora era venuta a vedere tutte le mie partite. La sua presenza mi rassicurava perché quando ero in un momento di sconforto mi bastava incrociare il suo sguardo, che sbrilluccicava di orgoglio quando mi vedeva giocare, per ritrovare la voglia di vincere.

<<Non te ne perdi una eh?>> le chiesi e lei rise dicendo <<Sono la tua fan numero uno lo sai e poi sono curiosa di incontrare la ragazza di cui parli continuamente.>>

<<Questo spiega tutto. Allora non vieni per me ma per conoscere Veronica>> dissi nascondendo un sorriso.

<<Queste sono accuse gravi signorino>> disse lei ridendo per poi staccarsi e aggiungere <<Dai vestiti altrimenti farai tardi a scuola>>

<<D'accordo, d'accordo.>> dissi sorridendo prendendo la camicia sulla sedia per indossarla arrotolandone le maniche.

<<Ah Alex, sai che ha Sam? Ieri sera quando è tornata era strana>>

<<Non so. Dopo le parlo>>

<<Grazie>> disse mia madre prima di scendere al piano di sotto.

Mi abbottonai la camicia, presi il cellulare, appena lo accesi, cominciò a vibrare e cominciarono ad apparire un sacco di messaggi sullo scherno. I messaggi provenivano tutti dal gruppo dei miei compagni di football e, in molti di essi c'erano frasi come "Smith, tua sorella è impazzita nuovamente" o "Non ci riesce proprio a controllarsi" e a uno di essi c'era allegato un link. Aprii il link, e su un reels di Instagram comparve Sam mentre rovesciava un bicchiere in testa a Michael. Alla vista del video e dei commenti che lo seguivano, che davano della pazza a mia sorella, non potei fare altro che stringere forte il telefono. Ma ci fu un commento che mi colpì maggiormente. In questo commento c'era scritto "Sarà sessualmente frustata, anche perché non ci sono più io a provvedere a lei", chi poteva aver scritto quel messaggio se non quella stronza di Santos. Accecato dalla rabbia, volendo capire il perché dell'azione di Sam, arrivai alla stanza di quest'ultima con poche falcate, e dopo aver aperto la porta con un po' troppa foga, tanto che la maniglia stava per rimanermi in mano, le gridai <<Sam!>>

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