he says to be cool,but i'm already cooler

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CLARISE

Arrivammo in palestra:«Tu aspetti fuori» Ordinai.

«E sentiamo perché,Jones?»

«Perché non mi concentro se qualcuno mi guarda.»

«Qualcosa ti distrae?» Disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Si,esattamente. Tu.

«Si,gli spettatori in generale»Risposi.

«E per quanto dovrei stare fuori?»

«Un'oretta» Non attesi una sua risposta e gli chiusi la porta in faccia.

Mi cambiai e mi legai i capelli.

Mi appoggiai alla sbarra,guardando il mio riflesso nello specchio.

Qualcosa mi distraeva. Una sensazione strana nel guardare io mio riflesso. C'era qualcosa di sbagliato. Ma cosa?Forse i pasti che ho evitato in tutti questi giorni,non sono serviti molto a farmi dimagrire o magari le torte che ho evitato a tutti i compleanni quando avevo 15 anni,non sono servite a farmi sentire più bella.

Basta pensarci. Stai facendo danza,Clarise.



Finii l'allenamento e mi misi a sedere sulla panchina,cambiandomi le scarpe. Sentii un'odore di fumo e quando mi voltai dall'altra parte,vidi Dan con una sigaretta in mano.

«Ti avevo detto di rimanere fuori» Ringhiai.

«E se tu mi avessi ascoltato,avresti sentito che ho detto di no»

«Non ti sopporto»

«La cosa è reciproca,Jones»

Alzai gli occhi al cielo e mi avviai di nuovo verso la porta. Dan però me lo impedì afferrandomi il braccio:«Da quando fai danza?»Mi chiese rilasciando il fumo letteralmente sul mio viso.

Tossicchiai:«Da quando ho 5 anni»

«Vedi,Claire,la danza per te è come il Poker per me.»Disse come se volesse farmi capire qualcosa.

«Non dire cazzate,la danza è uno sport sano,un modo giusto di sfogarsi. Il Poker è solo gioco d'azzardo che ti distrugge lentamente»

«E tu cosa ne sai?»

Tacqui. Non volevo rispondere,non potevo.

«Nulla»

«Sai me lo sono chiesto più volte,chi ti ha insegnato a giocare?» Continuò.

«Ho guardato qualche tutorial su youtube da piccola,tutto qua» Abbozzai.

«Per battere me ci vuole di più di qualche tutorial. Ti sembro nato ieri?»

Sì. Esattamente,Evans.

«Mi ha insegnato mio padre.» Sbottai.

«E qual è il problema nel dirmelo?»

«Che il poker e mio padre,sono le uniche cose della mia vita che non voglio ricordare.»

«È lui che si è rovinato col gioco d'azzardo?»

«Fatti i cazzi tuoi» Sbuffai allontanandomi dalla sua presa.

«Se la tua paura è il fatto che io possa dirlo a qualcuno ti sbagli. Ma per chi mi hai preso?»

«Semplicemente non ne voglio parlare.Hai presente la privacy?Quel diritto umano che tutti dovrebbero avere?»

«Hai detto bene,dovrebbero. E poi perché ti incazzi così?Non è colpa mia se hai un padre da schifo»Alzò le mani lui.

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