"You talk of the pain like it's all alright"

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"Dormi qui?" Gli chiesi svuotando il borsone.
"Va bene, vado a cambiarmi e arrivo"
Salii in camera e andai a sistemarmi, poi misi nel letto con il telefono ad aspettarlo.
"Eccomi" Si chinò su di me e mi lasciò un bacio, poi si mise alla mia sinistra.
"Stanca?"
"Un po', comunque domani vengo alla partita"
"Pensavo non riuscissi"
"Certo che riesco scemo, poi sei titolare, è importante per me esserci" Sorrisi.
"Grazie" Mi diede un bacio.

POV KENAN
Mi svegliai la mattina dopo, guardai il cellulare e vidi che erano solamente le 7, ma io non avevo più sonno.
Isabel dormiva tranquillamente, così mi alzai e decisi di preparare la colazione.
Le scrissi su un post-it giallo:"Buongiorno, devo andare a prendere delle cose da Joao, torno presto. Ti amo"
Lo attaccai al frigorifero ed uscii.

POV ISABEL
Qualcuno suonò al citofono, Per una volta che riuscivo a dormire!
Scesi velocemente le scale e guardai dalla videocamera.
Era un postino.
"Si?"
"Ho un pacco per Isabel"
"Lo lasci pure fuori, grazie"
"Arrivederci" Mi disse.
Non avevo ordinato nulla, così dalla curiosità uscii immediatamente.
Trovai un mazzo di rose rosse e bianche appoggiate sul vialetto d'ingresso.
Sorrisi spontaneamente e lo presi, leggendo il biglietto posto sulla fine del mazzo.
"Ti amo, ricordatelo sempre"
"Kenan?" Pensando fosse in casa lo chiamai, ma non rispose.
Andai in cucina, vidi la colazione pronta sul tavolo e un post-it sul frigo, presi sia esso che il biglietto delle rose e li misi via.
Li avrei conservati come se fossero oro.

"Il Barca Women affronterà la Juventus Women negli ottavi di finale di champions league"
Ci trovavamo tutte in palestra, e nel mentre che ero sulla ciclette tutte erano intorno a me per vedere i sorteggi per la champions dal mio cellulare.
Eravamo riuscite ad arrivare prime nel nostro girone di qualificazione, e adesso affrontare la Juve non sarebbe stato di certo facile.
"Poteva andarci meglio, ma va bene così, ce la facciamo" Disse Amelia.

Finalmente finii allenamento, tornai a casa, mi feci qualcosa da mangiare velocemente e mi preparai per andare allo stadio.
"Entro adesso allo stadio, ci vediamo dopo❤️" Mi mandò una sua foto.
"Buona fortuna, ti amo, tra poco sono lì"
Finii di vestirmi.

Misi tutto nella borsa ed uscii con largo anticipo, ad aspettarmi allo stadio ci sarebbero state Amelia e Marta

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Misi tutto nella borsa ed uscii con largo anticipo, ad aspettarmi allo stadio ci sarebbero state Amelia e Marta.

"Eccovi" Dissi vedendo le due insieme sedute.
"Ciao isi, allora?"
"Tutto apposto dai, voi?"
Continuammo a parlare fin quando non uscirono i ragazzi per l'inno.
Kenan sarebbe partito titolare, infatti mi guardò e sorrise alzando un braccio.
"Siete proprio carini insieme" Mi disse Amelia.
"Non siamo ancora niente" Avevamo deciso di non dire nulla a nessuno per il momento, tenere la relazione privata sarebbe stata la cosa migliore, questo poco ma sicuro.
"Sisi certo"
Non risposi ma sorrisi.

-
"Sei stato bravissimo amore" Gli dissi quando arrivammo a casa.
"Potevo fare meglio"
"Non iniziare, sai bene anche tu quanto sei bravo" Lo baciai, ma non era dell'umore giusto.
"Scusami" Disse.
"Per cosa?"
"Perché.." Abbassò lo sguardo "Perché non sono un bravo fidanzato"
"Kenan, ma che stai dicendo? Tu.. tu sei la persona che ho sempre sognato, che ho sempre desiderato avere nella mia vita. Perché ti stai facendo questi complessi?"
"Non lo so" Mi guardò negli occhi.
"Tu sei perfetto così, fai anche troppo per me e ogni tanto mi sento in debito con te" Lo abbracciai e tranquillizzò subito.
"Capito?" Chiesi.
"Si, grazie amore" Mi baciò.
"Vieni a dormire da me?" Mi chiese.
"Va bene, vado a farmi una doccia e arrivo"

Chiusi casa e entrai in quella di Kenan, lo trovai sul divano a suonare la chitarra.
Mi stesi sul divano a guardarlo e ad ascoltarlo.
"Te sai suonare qualcosa?"
"Suonare no, ma mi piace cantare.." Dissi con un po' di vergogna.
"Veramente? Allora fammi sentire qualcosa"
"Che cosa?"
"Harry styles?"
"Va bene, conosci 'Matilda'? È una vecchia canzone"
"Questa?" Suonò un pezzo e sorrisi.
Iniziai a cantare, lui sorrise appena mi sentì.
"Matilda, you talk of the pain like it's all alright"
Finii di cantare una strofa e aprii gli occhi.
"Sei semplicemente fantastica"
"Grazie"
"Cos'hai, Isabel?" I suoi occhi divennero seri da un momento all'altro.
"Non ho ancora chiarito con i miei"
"Pensavo li avessi chiamati"
"Si, ma non mi hanno risposto"
"Li vuoi chiamare ora?"
"Gli mando un messaggio domani, forse"
"Come vuoi, ma sappi che dovete chiarire"
"Si" Mi sdraiai di fianco lui, che continuò a suonare, facendomi addormentata.

-
SKIP TIME-GENNAIO
Avevo chiarito, per modo di dire, con mamma e papà per quella questione.
"Isabel, devi venire qui"
"Cosa è successo, papà?" Risposi al telefono.
"Dejan è caduto in gara, ha picchiato la testa ed è svenuto, l'hanno portato in ospedale in codice rosso"
"Cazzo" Imprecai.
"Vedo se riesco a prendere il primo volo, chiamo adesso il mister"
"Va bene, fammi sapere"
Chiamai subito il mister, fortunatamente capì la situazione e mi lasciò andare, solamente non avrei giocato la partita di quel fine settimana, ma era più importante mio fratello.
Scrissi subito a papà che sarei arrivata il prima possibile, andai a farmi uno zaino e intanto chiamai Kenan.
"Ei amore, hai bisogno?"
"Sto andando a torino"
"Come stai andando a Torino...Perché?"
"Mio fratello è caduto in gara ed è in codice rosso in ospedale, devo andare lì"
"10 minuti e sono da te, ti accompagno in aeroporto"
"Grazie"
Attaccai e vidi se c'erano dei voli per questo pomeriggio, fortunatamente ce n'era uno tra due ore.

20:00
Atterrai a Torino, pioveva, così tirai su il cappuccio della felpa e andai dentro velocemente.
"Sono qui" Scrissi.
"Sono all'entrata"
Lo raggiunsi dove mi aveva indicato, ero in ansia e nervi erano tesi da ormai 5 ore.
Appena lo vidi andai ad abbracciarlo.
"Come sta?"
"Non si è ancora svegliato, ma è stabile"
20 minuti dopo eravamo già in ospedale, mamma era seduta sulle sedie in sala d'attesa, con qualche lacrima che ogni tanto scendeva.
"Posso entrare?"
Loro annuirono.
Lo vidi pallido stesso sul letto, mi venne in mente la scena di quando mamma e papà erano qui, uno dei giorni in cui ho conosciuto Federico.
"Dejan" Sussurrai prendendogli la mano.
Restai un po' lì con lui, poi uscii.
"Io vado a casa, non sto tanto bene"
"Andiamo, tu resti qui?" Papà chiese a mamma.
"Si, resto con lui"
Annuimmo e andai in macchina, per tutto il viaggio non fiatai, ero stanca morta e il mal di testa continuava ad aumentare.
"Andrà tutto bene" Erano le uniche parole che papà aveva pronunciato.
Stava andando tutto tranne che bene.
Ormai era gennaio, tra due settimane avrei dovuto giocare l'andata degli ottavi di finale di champions league contro la juve, proprio all'allianz stadium.
Arrivammo finalmente a casa, un po' mi mancava a dirla tutta.
"Stai bene?" Mi guardò papà giocherellando con le chiavi dell'auto.
"Si, io.. vado a dormire, buonanotte"
"Buonanotte" Un lieve sorriso misto alla paura fece capolinea sul suo viso.
Mi misi il pigiama e andai in bagno.
I segni di Federico c'erano ancora, più lievi ma c'erano pur essendo passato quasi un mese
Cercai non guardarli e di togliermi la sensazione delle sue mani su di me.
Decisi di andare a dormire senza neanche guardare il cellulare, mi misi nel mio letto e con qualche difficoltà mi addormentai.

-
Mi risvegliai la mattina dopo verso le 7.
Si stava così bene sotto al piumone, ma dovevo alzarmi e andare da Dejan.
Vidi la luce già accesa dalle scale, capii che papà era già sveglio.
"Buongiorno" Dissi.
Distolse immediatamente lo sguardo dal telefono e sorrise.
"Buongiorno"
Presi un bicchiere di succo e mi sedetti al tavolo con lui.
"Notizie?"
"Si è svegliato sta notte, sta bene"
Feci un sorriso a 32 denti.
"Appena sei pronta andiamo.. Tu quando torni a Barcellona?"
"Domani, non posso saltare altri giorni, salto anche la partita di Domenica"
"Va bene, torni però, giusto?"
"Si, il 30 sono qui per la partita"

Non riesco a smettere di amarti - Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora