𝐇𝐮𝐝𝐬𝐨𝐧 𝐘𝐚𝐫𝐝𝐬

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Etna pov:
<<Ma guarda un po' la signorina Etna Ashbury in macchina>> disse Paris entrando e chiudendo con un colpo deciso la portiera. Indossava una gonna rosa, una maglietta bianca e scarpe nere. Quell'abbigliamento era decisamente diverso dal suo solito, quasi normale <<Solo Etna, nient'altro, non è mia madre>> risposi avviando il motore e dirigendomi verso la casa dei gemelli.
<<Sì, come no>>, replicò Paris, immergendosi di nuovo nel suo telefono. Quella sera avevamo deciso di cenare dai gemelli. Ogni tanto organizzavamo queste serate tranquille, un'occasione per stare insieme senza troppi fronzoli. I gemelli vivevano a Hudson Yards, uno dei quartieri più esclusivi di New York, dove la ricchezza era esibita come un trofeo. Teresa, la madre dei gemelli, abitava in un edificio a forma di prisma, con una vista mozzafiato sulla città. Arrivati a destinazione, parcheggiai nel garage privato e prendemmo l'ascensore. Cinque minuti di salita lenta e silenziosa ci portarono all'ultimo piano. Bussai alla porta, che si aprì quasi subito.
<<Siete arrivate finalmente... abbiamo ordinato del sushi>>disse Alec con un sorriso accogliente.

Entrammo nella loro casa. L'atmosfera era luminosa e vivace, con colori chiari che davano un senso di calore e accoglienza. Un contrasto netto rispetto alla casa di Lady Ashbury, che mi ricordava sempre l'antro di una vipera, fredda e inquietante. Ma ognuno ha il suo stile, pensai, accettando un bicchiere di vino che mi veniva offerto. Theo aveva già apparecchiato davanti alla TV, pronto per una serata di relax. Sullo schermo c'era il nostro programma preferito, un reality su degli ex che vogliono tornare con i loro fidanzati mentre vengono introdotti nuovi single. Era una cosa cringe ma incredibilmente affascinante.

<<Vedo che non avete badato a spese>> dissi, guardando la marea di sushi che troneggiava sul tavolo.

Theo sorrise. <<Io tutta questa roba non la mangio, ingrasso e se lo faccio, papino mi fa passare le pene dell'inferno.>>

Ridacchiammo tutti alle sue parole. <<Lo sappiamo, fiorellino, ci siamo noi tre che mangeremo il resto>> disse Alec con un sorriso complice. Così iniziammo a mangiare.
La cena trascorse in modo tranquillo, con risate e commenti sul nostro show, come se fossimo giudici esperti. Il reality era davvero un mix perfetto di dramma e assurdità, e ci divertivamo a commentare ogni scena. Paris era particolarmente appassionata.

<<Dio, io fossi in Chanel mi rimetterei con quella bomba figa di quel single>>, disse Paris alzandosi dal divano per allungarsi.

<<Beh, io invece preferisco il suo ex, è ancora innamorato>>intervenne Theo.

<<Per me, invece, lei dovrebbe rimanere single>> urlò Alec. Gli feci cenno che ero d'accordo con lui.

Ad un certo punto, mentre la conversazione si faceva sempre più animata, chiesi ai gemelli: <<Vostra madre? Che fine ha fatto?>> Theo tornò dalla cucina con un'altra bottiglia di alcool, come se non avessimo già bevuto abbastanza. <<Mamma è andata fuori a finire qualche affare o con delle sue amiche, non stavo ascoltando>>disse con nonchalance, versando generosamente nei nostri bicchieri.
Mentre parlavamo del più e del meno, Alec tornò con un pallone da football e me lo lanciò contro. Lo presi al volo. <<Football in casa? Ci piace>>dissi ridendo. Paris, colta dall'entusiasmo, mise su della musica pop e iniziò a cantare le canzoni di Lady Gaga. Era una fan sfegatata di quella cantante <<Ora sì che è una festa!>> urlò Theo, aggrappandosi alla bottiglia di vino. Ballammo, giocammo e cantammo come non mai. Io avevo anche portato un po' di erba e decisi che era arrivato il momento di fumarla. «Scorta segreta di Lady Ashbury, non se ne accorgerà di qualche grammo», dissi ridendo mentre rollavo una canna. Iniziammo a fumarla tutti insieme, e in breve tempo eravamo tutti abbastanza sballati. La stanza girava e noi ci stavamo tirando addosso cose a caso, saltavamo sul divano e sul tavolo.

Ad un certo punto, invademmo la camera dei gemelli e spargemmo i loro vestiti in giro per la stanza. Non so come, ma ci ritrovammo in bagno con dei palloncini, riempiendoli d'acqua per fare dei gavettoni. Per tutta la stanza ci lanciavamo quei palloncini, mentre Paris ci malediceva perché le avevamo bagnato il vestito. Theo prese di nuovo la palla e me la lanciò. Io la passai a Paris, che la lanciò ad Alec, ma lui si abbassò e la palla da football spaccò una vetrata. In quel momento scoppiammo tutti a ridere. Era una risata irrefrenabile, una di quelle che ti fanno male allo stomaco ma che ti riempiono di gioia. Tornammo al nostro caos, completamente disinteressati del vetro rotto. Il salotto sembrava un campo di battaglia, con vestiti sparsi, cibo rovesciato e palloncini d'acqua ovunque. Mi guardai intorno e vidi i miei amici in preda all'ilarità, saltando sui divani e improvvisando passi di danza sulle note di Lady Gaga. La serata era diventata una follia completa, ma era una di quelle follie che restano impresse nella memoria come momenti di pura libertà e felicità.

<<SVEGLIATEVI!>>La voce di Theo rimbombava nella mia mente mentre mi scuoteva con insistenza. Con fatica mi alzai e mi guardai intorno. La casa era un disastro: cibo dappertutto, oggetti rotti, palloncini scoppiati <<Cavolo, dobbiamo mettere a posto questa casa o senn—>>In quel momento la porta di casa si aprì. Una donna in un elegante vestito bianco entrò, scrutando la scena con uno sguardo che passava dalla sorpresa all'ira omicida <<Ciao mamma, possiamo spiegare>>disse Alec, tentando un sorriso. Era Teresa, la madre dei gemelli, ed ora sì che eravamo fottuti. Mi sentii il sangue gelare nelle vene mentre lei avanzava lentamente nella stanza, osservando il caos che avevamo creato. Ogni passo sembrava pesare come un macigno.

CASA DI TERESA COLD

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