•21 - Il momento peggiore.

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Ho il fiato corto. Questo è il momento peggiore in cui mio fratello poteva scegliere di tornare a New York.

Apre le braccia, mentre mi sorride e così faccio lo stesso per poi abbracciarlo.
«Bentornato a casa» gli dico, dopo essermi allontanato leggermente.
«Mi sei mancato, angioletto.»

Dall'incidente, Archie ha iniziato a vedere il mondo in modo diverso. Lui stesso è cambiato e adesso non è più il ragazzo che combina solo stronzate, ma è diventato un uomo adulto e maturo.

Ha quasi rischiato di morire e quando si è risvegliato all'ospedale con tre costole rotte, la gambe immobilizzate e un trauma cranico pensavamo tutti e la Morte, avesse deciso di risparmiarlo.
Non poteva muovere le gambe, non camminava, aveva bisogno di aiuto persino per andare in bagno. All'inizio, non l'ha presa bene ma col tempo - e dopo che gli hanno detto, che doveva solo pazientare e che la mobilità sarebbe gradualmente tornata - ha deciso di mettere da parte la delusione e incominciare a lottare sul serio.

Adesso va meglio, con la fisioterapia e i farmaci. Ci vorrà ancora del tempo, ma ora riesce a fare praticamente tutto da solo e a stare in piedi per qualche minuto.

«Ho volato in prima classe» dice, parlando con i miei genitori. «Non si erano accorti del fatto che fossi disabile sul biglietto, stavano per imbarcarmi senza aiuto. Per scusarsi, mi hanno messo in prima classe.»
Come diavolo fai a non accorgertene?

«Incredibile - sospira, papà - dovevi fare reclamo.»
Archie scuote la testa, ridendo.
«Ash, tesoro, dove sei stato?»

Boom. Stava tardando ad arrivare.
«Da Matthew» rispondo, semplicemente, guardando mia madre con tutta l'innocenza del mondo. «Mi dispiace di non avertelo detto.»

Mi fissa, intensamente, incastrando i suoi occhi nei miei e schiocca la lingua.
«Mi stai dicendo la verità, Ashton?»
Tremo visibilmente, così mi schiarisco la voce e annuisco. «Certo.»
«E allora perché hai questa terribile puzza di fumo addosso?»

Sussulto, cercando nella mia testa tutte le scuse più plausibili. Evito di dire che ero in club, ma al tempo stesso mi chiedo se sia l'unica via d'uscita da questa domanda.
Mi limito ad annusarmi.

«Hai incominciato a fumare, fratellino?»
Guardo Archie, che è sorpreso.
«No, Archie. Non è suo l'odore.»

Sospiro, chiudendo gli occhi e volendo evitare in tutti i modo di farlo sapere a mio fratello ma di certo, non ci sono molti altri modi.

«N-non è come pensi» le dico. «Non sono stato con lui.»
Sento la mano di mio fratello, toccare la mia spalla per chiedermi più informazioni, forse confuso dalla conversazione.
«Spero sia così, soprattutto adesso che tuo fratello è tornato a casa.»

«Lui chi?» Domanda, Archie. Mamma mi fulmina. «Non gliel'hai detto?»
Scuoto la testa, stringendo le labbra.
«Tuo fratello ha iniziato a frequentare Thiago Romero.»

La mano di Archie, non è più sulla mia spalla ma è stretta in un pugno.
Non lo guardo, incapace di farlo. Mi aspetto che mi dica qualcosa, ma si limita a muovere le ruote della sedia a rotelle e ad andarsene.

[...]

«Ma dici sul serio?»

Jo, tiene la schiena appoggiata all'armadietto con il bicchiere del cappuccino stretto tra le mani. Credo, che sia per riscardersele.

«Dovresti venire a casa mia un giorno di questi» gli dico, «a mio fratello farebbe piacere vederti.»
«Accidenti, Ash - sospira - vorrei tanto, ma questa settimana torna mio padre e ripartirà la prossima.»

Il padre di Jo, è il sergente Eli Prescott. È un militare, che è sempre fuori dal Paese per le missioni. Devo essere sincero, nonostante sia un soldato, ho sempre trovato molto più rigida sua madre, Melanie. Un'avvocata di successo. Al contrario di Mel, Eli è sempre stato un comico mancato.

DANGEROUS PERFECTION (Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora