Raimon

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Nuovo giorno nuova avventura, dicevano.
Andai a lavoro, nulla di nuovo, lavoro, compilazione delle scartoffie, analisi dei giocatori, Cinquedea che faceva apprezzamenti su di me e il mio corpo, Alex che lo sgridava per ciò. Tutto nella norma

Appena finito il lavoro, col fatto che ho finito presto, decisi di andare alla Raimon per vedere un po' come stava andando, e poi volevo conoscere la squadra.
In più c'era una persona che volevo salutare.

Appena arrivata mi sembrava tutto molto famigliare.
Andai al campo e trovai Mark e Jude a dare indicazioni su come allenarsi ai ragazzi.
Appena mi notanno mi salutarono.

"Ciao Vera" disse Mark con la sua solita euforia "ragazzi, lei è Vera Verdi, una nostra vecchia compagna di squadra, non che amica" disse lui sorridendo.
"Quindi facevi parte della leggendaria Inazuma Japan te?" Chiese uno di loro molto basso.
"Beh, si" risposi io abbastanza imbarazzata, non mi piaceva molto stare al centro della attenzione generale.

"Zia, che ci fai qui" chiese Victor stupendo tutti.
"ZIA?!" Dissero i suoi compagni di squadra all'unisono, quasi quasi mi veniva da ridere. Lui gli ignorò e mi esortò a rispondere alla sua domanda.
"Sono passata a fare un saluto" dissi io sorridendogli. Lui come risposta fece un sonoro 'tsk' che mi fece ridere.

"Che sta succedendo qui?" Una voce femminile a me conosciuta bene.
Io subito mi fiondai ad abbracciarla senza pensarci due volte.
La sua prima reazione fu quella di staccarsi, ma quando lo fece i suoi occhi si riempirono di lacrime.
"Sei tu? Sei veramente te?" Chiese trattenendosi dal piangere.
"Si Celia, sono io" dissi io per poi riabbracciarla. Subito scoppiamo a piangere entrambe.

"Mi sei mancata da morire" disse lei ancora singhiozzando.
"Anche tu" dissi io staccandomi "dobbiamo parlare di un sacco di cose" dissi per poi trascinarla via lontana da occhi indiscreti.

"Allora? Come stai? Come sono andati questi anni?" Chiesi io curiosa.
"Mi sei mancata un sacco, senza di te non si rideva più come prima, eravamo diventati tutti più tristi. Io sto benissimo, soprattutto ora che ti ho rivista. Ci credi se ti dico che io e Darren stiamo ancora insieme e ci dobbiamo sposare?" Disse lei sorridendo.
"Si, ci credo, eravate e penso siete una delle migliori coppie che io abbiamo mai visto" dissi io.
"Approposito, ti devo dire una cosa, ma tu non devi dirla a nessuno, soprattutto a mio fratello" iniziò lei preoccupata "io... io sono in cinta di Darren" continuò lei abbassando la testa.
"È UNO SCHERZO VERO?" Chiesi io urlando, non ci potevo credere.
"Fai piano, comunque no, è la verità, ma lo sono da poco, qualche settimana, non lo sa neanche Darren, te sei stata la prima, ho paura a farglielo sapere" disse lei guardandomi tristemente negli occhi.
"Tesoro, Darren è un bravo ragazzo, penso che un bambino sia la prima cosa che voglia da te conoscendolo" dissi io abbastanza basita dal comportamento della mia amica, insomma, stiamo parlando di Darren no?
"Forse hai ragione" disse lei.
"Io ho sempre ragione" risposi con gli occhi luccicanti.

"Invece te? Come va?" Chiese lei curiosa.
Le dovrei dire la verità? Non penso di essere ancora pronta. Però dovrei confidarmi con qualcuno, non posso continuare così.
"Non tanto bene in realtà, a parte che sto uscendo con il capo del quinto settore per cercare di estrapolare informazioni, ma quello lasciamolo perdere. Da un po' di tempo mi è stata diagnosticata una rara malattia al cuore, non è letale, almeno, non sempre, se prendo le pastiglie no. In teoria se faccio un'operazione dovrebbe risolversi tutto. Il problema è che costa, e devo pagare anche quella di mio nipote che è in ospedale" conclusi io abbastanza sollevata di essere tolta questo peso. Finalmente l'ho detto a qualcuno.
"Mi dispiace Vera" disse lei abbracciandomi "per qualsiasi cosa io ci sono" disse per poi staccarsi.
"Va bene dai, torniamo dagli altri" dissi io sorridendo e staccandomi.

Appena arrivano vedemmo che gli altri avevano già ripreso l'allenamento.
"Signora Verdi" cominciò un ragazzo dai capelli grigi, dovrebbe essere il capitano "ci fa vedere un suo tiro?" Chiese.
"Va bene" risposi semplicemente io. Celia mi tirò uno side-eye dato il mio problema al cuore, ma io me ne fregai. La vita è una no?

Appena entrai in campo scartai due o tre persone per poi tirare con il mio -tiro della natura- che ovviamente non riuscì a parare.
Erano rimasti tutti stupiti che ero rimasta così brava pur non giocando più, se devo essere sincera che io lo ero.
Successivamente decisi di tornarmene a casa visto che domani mi avrebbe aspettato una giornata lavorativa abbastanza intensa.

Il tempo passa ma la passione no ~ Inazuma Eleven Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora