Capitolo 15

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Controllo l'indirizzo che mi ha dato almeno tre volte, per accertarmi di non sbagliare strada e di arrivare il prima possibile.

Da quando in qua siamo diventati così amici, che già mi invita a casa sua? A fare che poi? Troppi pensieri che mi vorticano in testa e non conoscere le risposte, mi mette agitazione.

Noto con piacere che non abita neanche tanto lontano da dove abito io.

Nella via accanto alla sua, ci andavo spesso a giocare con i miei amici quando ero più piccolo, ci ho passato gran parte della mia infanzia e ritornare qui dopo parecchio tempo, mi fa essere malinconico.

Alcuni dei miei amici si sono sposati, altri non li vedo da un po'.

L'unico che frequento e che non ho mai smesso di vedere, è stato proprio Nicholas.

Dopo un quarto d'ora di pensieri, accompagnati a della sana musica, arrivo e parcheggio davanti casa sua.

È una palazzina a due piani, con un terrazzino sulla facciata principale e parecchi fiori a farle da contorno.

Prendo un bel respiro e mi avvio al cancelletto dove il suo cognome spicca in evidenza: Martini, Iris Martini.

Me lo imprimo bene in mente e lascio che vaghi all'interno della mia testa.

Suono e attendo che la sua voce vellutata venga a rispondere.

<<Sono io>> rispondo sicuro di me.
Tempo qualche secondo, il cancelletto viene aperto e io faccio la mia entrata trionfale richiudendomelo alle spalle.

<<Ehi>> mi saluta aprendo anche la porta principale e permettendomi di entrare.

<<Ehi>> rispondo al suo saluto, sentendomi improvvisamente bene e a casa.

Quel sorriso è la ragione per cui continuo a credere ancora nei sogni.

<<Scusami se ti ho fatto venire qui di corsa, ma davvero, è una cosa importante, non ti avrei chiamato altrimenti>>.

Non so se restarci male per quanto detto, o se essere contento che la prima persona a cui ha pensato, fossi io.

<<Che succede?>> le chiedo facendo finta di non esserci restato male.

<<Ho Marghe in camera con la febbre, la babysitter purtroppo mi ha dato buca e mia zia non può venire perchè lavora fino a stasera. Devo andare in farmacia a comprare alcune medicine, ma non potevo lasciarla sola>>.

Confortante, davvero.

La delusione di non essere stato neanche il suo primo pensiero mi si legge in faccia e mi do dello stupido mentalmente per aver pensato che avesse soltanto voluto vedermi.

Annuisco, sorridendo amaramente, mentre un senso di inadeguatezza si fa spazio dentro di me, ma come al solito cerco di non farlo notare. Sono sempre stato bravo in questo.

Ma lei è speciale e credo si sia accorta che qualcosa non va, perchè non la smette di guardarmi. Prego ogni santo affinchè non faccia domande o battute sul mio stato attuale, perchè potrei sprofondare e non riuscire più a rialzarmi.

<<Ok, ho fatto una gaffe dietro l'altra, credo>> sorride, facendomi alleggerire il cuore <<ti avrei chiamato ovviamente, anche se pensavo lo avresti fatto tu per primo>> mi ammonisce, ma subito dopo ritorna raggiante come sempre.

Sto per ribattere, ma la sua parlantina non mi lascia scampo: <<e ho deciso di chiamare te perchè sei una delle poche persone di cui mi fido, anche se ti conosco da poco, ma mi ispiri davvero tanta fiducia. Mi dispiace averti messo in mezzo, ma non so davvero con chi lasciare Margherita>> mi supplica con lo sguardo e non posso che cedere e accettare quella sua proposta.

Salvami da me - HoldenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora