Prologo

997 25 37
                                    


ETHAN DARK

.˳·˖✶𓆩𓁺𓆪✶˖·˳.

Volete sapere se sono nato cattivo? La risposta è no

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Volete sapere se sono nato cattivo? La risposta è no. Non sono uno di quei pazzi che uccide per noia o per la fama. Non sono il tipo che da bambino torturava piccoli animali indifesi. Se per voi è cattivo chi si occupa di far sparire i veri cattivi, allora sì, sono cattivo.

Mio padre me lo diceva sempre, che ero un bastardo. E aveva ragione, soprattutto dopo aver scoperto che non ero suo figlio. Ma non era questo a farmi alzare la mattina. Non era questo a farmi prendere il coltello, la pistola, o il sacchetto di plastica. No, era qualcos'altro.

La gente si chiede sempre perché. Perché lo fai? Come puoi farlo? Ma la domanda è sbagliata. Non è un perché, è un come. Come fai a vivere in un mondo dove i mostri camminano liberi, respirano la tua stessa aria e sorridono alle persone che ami? Come riesci a chiudere gli occhi e fingere che non esistano?

Io non ci riesco.

Ogni giorno mi sveglio e sento il peso del mondo sulle spalle. La responsabilità di fare ciò che nessun altro ha il coraggio di fare. Non è per gloria, non è per fama. È per necessità. È per giustizia. È per la mia sanità mentale.

Il mio primo non l'ho scelto. Era lì, una minaccia evidente, palpabile. Una bestia travestita da uomo. L'ho guardato negli occhi e ho visto il vuoto, il male puro. E in quel momento ho capito. Ho capito cosa dovevo fare. Non è stato facile, non fraintendetemi. La prima volta è sempre la più difficile. Ma è anche la più rivelatrice. Ti mostra chi sei veramente, di cosa sei capace.

E io sono capace di tutto.

Prima di raccontarvi cosa faccio e come lo faccio, devo dirvi chi sono stato.

Non sempre sono stato così. Una volta ero normale, o almeno ci provavo. Facevo tutto quello che ci si aspettava da me. Andavo a scuola, facevo sport, uscivo con gli amici. Mi innamoravo, spezzavo cuori, mi divertivo. Ero un bravo ragazzo, dicevano. Uno di quelli su cui puoi contare.

Ma la normalità è un'illusione, un sottile velo che nasconde la verità. E la verità è che dentro di me, c'era qualcosa che cresceva, una consapevolezza oscura. Era come un mostro addormentato, che si svegliava lentamente, sussurrando nei miei sogni, insinuandosi nei miei pensieri.

Ho cercato di ignorarlo, di soffocarlo, ma era inutile. Ogni giorno, il richiamo diventava più forte, più insistente. Finché un giorno, non ho potuto più resistere. Ho smesso di fingere. Ho smesso di lottare contro ciò che ero destinato a diventare.

Chi ero? Ero un uomo che viveva nell'ombra, osservando il mondo attraverso una lente distorta. Ero un figlio illegittimo, un reietto, un fantasma. Ma più di tutto, ero un cacciatore. E i miei nemici erano i mostri che infestavano la mia realtà.

Non sono sempre stato così, ma ora che lo sono, non potrei essere diverso. Perché qualcuno deve fare quello che faccio io. Qualcuno deve avere il coraggio di guardare il male negli occhi e dire: "Non più. Non oggi. Non mai più."

Non mi sono mai piaciute le ingiustizie. Non mi sono mai sentito un Robin Hood o un Batman della situazione. Non sono qui per salvare il mondo o per redimere le anime perse. Sono qui per una ragione molto più semplice e molto più oscura. Sono qui perché qualcuno deve esserci.

Ricordo la prima volta che ho sentito il sapore della vendetta. Era una calda estate, di quelle che ti fanno sudare l'anima. Avevo diciassette anni e la mia vita era ancora un caotico insieme di sogni infranti e promesse vuote. Mio padre era appena morto, lasciandomi con una madre assente e un fratellastro che non perdeva occasione per ricordarmi quanto fossi inutile.

E poi c'era lui. L'insegnante di educazione fisica, un mostro nascosto dietro un sorriso affabile e una tuta sportiva. Tutti sapevano cosa faceva, ma nessuno parlava. La scuola era il suo regno, e lui il tiranno incontrastato.

Una volta, l'ho visto trascinare una ragazzina nel suo ufficio. I suoi occhi erano pieni di terrore, ma non c'era nessuno ad aiutarla. Mi sono girato dall'altra parte, come tutti gli altri. Ma quella notte, non ho dormito. Il volto di quella ragazzina mi perseguitava, il suo silenzioso grido di aiuto rimbombava nella mia testa.

Non potevo continuare così. Non potevo più essere un testimone passivo. Così ho iniziato a pianificare. Ogni giorno, osservavo. Ogni movimento, ogni abitudine. Sapevo quando restava da solo, sapevo dove nascondeva le chiavi del suo ufficio.

Il giorno in cui ho agito, il cielo era grigio e minacciava tempesta. Mi sono intrufolato nella palestra, il cuore che batteva come un tamburo. L'ho trovato lì, intento a sistemare l'attrezzatura. Non mi ha nemmeno sentito arrivare.

Ho preso una corda di quelle usate per arrampicarsi. In un attimo, gli ero addosso, la corda stretta intorno al suo collo. Si è dibattuto, ha cercato di liberarsi, ma io ero più forte. Il mio odio era più forte. E poi, tutto è finito. Il suo corpo senza vita giaceva ai miei piedi, e per la prima volta, ho sentito una strana pace.

Non mi sono mai piaciute le ingiustizie. E da quel giorno, ho giurato a me stesso che avrei fatto qualsiasi cosa per eliminarle. Non sono un eroe. Non cerco gloria. Sono solo un uomo che ha deciso di non voltarsi più dall'altra parte.

Ogni volta che chiudo gli occhi, rivedo quella scena. Il mio primo atto di giustizia. Il primo di molti. Perché il mondo è pieno di mostri, e qualcuno deve pur fermarli.

Ogni volta che mi guardo allo specchio, ripeto queste parole come un mantra. "E se questo fa di me un cattivo, allora così sia. Perché io sono capace di tutto. E non ho paura di niente."

Quando il dubbio cerca di insinuarsi nella mia mente, quando il peso delle mie azioni minaccia di schiacciarmi, mi ripeto queste parole. "E se questo fa di me un cattivo, allora così sia. Perché io sono capace di tutto. E non ho paura di niente."

E così, continuo a fare ciò che faccio, a essere chi sono. Un uomo che vive nell'ombra, che caccia i mostri. "E se questo fa di me un cattivo, allora così sia. Perché io sono capace di tutto. E non ho paura di niente."

Mi scuso se tutto questo può sembrare folle, se la mia logica può sembrare contorta. Ma è la mia verità, la mia realtà.

Mi chiamo Ethan Dark, e questa è la mia giustizia.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 21 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

DARK's JUSTICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora