CAPITOLO CINQUE

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It's so sweet, knowing that you love me
Though we don't need to say it to each other, sweet
Knowing that I love you, and running my fingers through your hair
It's so sweet

- Cigarettes After Sex, Sweet



Lola non capiva più nulla, e in fondo quello di non capire era un talento che le riusciva bene. Tutto era successo troppo in fretta: una ragazza le aveva gettato addosso un frappè al cioccolato, così, senza preavviso. Non era certo ciò che si aspettava a due settimane dal suo arrivo nella nuova scuola, ma cosa poteva farci? Ne era rimasta talmente sconvolta da non riuscire a dire una parola che avesse senso.

Annette si era scaraventata furiosa contro Helen Fletcher – questo il nome del "demone del sonno". Si erano prese a pugni e tirate i capelli, e ora entrambe se ne stavano in infermeria, con il naso sanguinante e un impacco di ghiaccio sulla testa. In presidenza, sedevano tutti e sette in attesa. Sottovoce, Seth spiegò a Lola che tra Annette e Helen c'era una lunga faida, anche se evitò i dettagli.

Mentre aspettavano i genitori, Lola pregò che Dolly non facesse scenate. Aveva chiesto alla signorina Schneider se poteva chiamare sua madre per avvisarla dell'accaduto e per chiederle un cambio di vestiti.

La segretaria acconsentì, e dopo aver riattaccato il telefono, Lola pensò a quanto fosse ansiosa sua madre.

Dolly era andata nel panico già a un paio di incontri genitori-insegnanti, e tre volte era persino svenuta quando il preside Jones, nella vecchia scuola, l'aveva convocata per le discussioni di Lola con certi giocatori della squadra di basket, a causa della loro visione troglodita sul mondo.

Come un orologio svizzero, Dolly arrivò per prima. Il suo viso era contratto dalla rabbia, e Lola capì che era sul punto di esplodere.

Dolly si avvicinò alla segreteria e chiese alla signora Schneider, con un tono fin troppo pacato: «Qualcuno può dirmi cosa sia successo?»

La segretaria rispose con cordialità: «Si accomodi, signora, appena arriveranno il signor Wayne e gli altri genitori vi spiegheremo tutto.»

Lola era certa che quella risposta non avrebbe fatto altro che irritare sua madre.

Gli altri genitori arrivarono, tutti con la stessa espressione contrariata di Dolly. Il signor Wayne li fece accomodare nel suo ufficio, anche se la stanza era talmente piccola che stavano stretti come sardine.

Spiegò l'accaduto, dichiarando che Lola era stata la vittima. La madre di Helen Fletcher, una donna arcigna sulla cinquantina, obiettò che era impossibile che la sua "piccola" fosse capace di simile crudeltà e suggerì che, chiaramente, Annette Coleman l'avesse provocata, accidentalmente coinvolgendo Lola.

Il preside, dopo aver ascoltato le proteste di tutti i genitori, decise di punire sia Annette che Helen, sospendendole entrambe per una settimana. Era consapevole che, così facendo, avrebbe attirato l'antipatia dei Fletcher, ma cercò comunque di mantenere una posizione neutrale.

Dopo averli congedati, il preside si chiuse a chiave nel suo ufficio, avvisando la signorina Schneider di non disturbarlo per nessun motivo.

All'uscita dalla segreteria, Dolly porse a Lola una camicia pulita, accarezzandole il viso e scusandosi per la reazione irruente di poco prima.

«Mi chiedo dove sia il signor Gillman. Non si interessa di sua figlia?» sibilò la signora Fletcher, con tono velenoso.

«Il signor Gillman? Non esiste nessun signor Gillman,» rispose Dolly, tranquillamente. «Ora, se volete scusarmi, devo tornare al lavoro. Con permesso.» Poi diede un bacio lieve sulla nuca di Lola e si allontanò in fretta.

La signora Fletcher, in un sussurro fin troppo udibile, commentò: «Ah, è così?» e uno dopo l'altro se ne andarono tutti.


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Mentre camminava verso casa, la mente di Lola vagò verso Moksdale e Norah-Elizabeth. Quella sera avrebbe dovuto chiamarla o forse mandarle una mail con il suo vecchio Windows 95. Non aveva ancora deciso. Un'improvvisa ondata di nostalgia la assalì.

L'appartamento che sua madre aveva affittato era a Brooklyn, un quartiere pittoresco. Le piaceva, ma non era ancora arredato, e in giro per il monolocale c'erano scatoloni ovunque.

Si passò entrambe le mani nei capelli, ripensando ancora e ancora alla furia di Annette mentre la difendeva.

Estrasse dal portafoglio una fotografia sgualcita. Ritraeva lei, Dolly e William, suo padre. Sul retro, una scritta in biro nera recitava:

1997. Sesto compleanno di Lola. William si è scheggiato un dente mangiando la torta.

E poi si abbandonò a un pianto dirotto.

ROSSO DI SERADove le storie prendono vita. Scoprilo ora