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Riccardo's pov

Ho appena finito di fare le mie "commissioni" totalmente improvvisate, tranne l'ultima che mi era passata di mente del tutto, ma neanche il tempo di aprire il portone del palazzo che sento qualcuno litigare...spero che siano altri, ma la vedo dura.

Salgo le scale di corsa, ma con passo leggiadro, apro la porta dello studio, ed ecco, come immaginavo, Simone sta già litigando, e guarda caso lo sta facendo con Dadda.

-Sono tornato fioiiii- annuncio ad alta voce, come faccio sempre, ma a nessuno sembra interessare.

-Allora perché hai toccato la mia anfora, LA MIA BENEDETTA ANFORA!!-
-Io, non volevo, sei tu che ti sei innervosito senza che io facessi niente-
-AH, LA COLPA SAREBBE LA MIA ORA? BENE ALLORA ME NE VADO E NON TORNERÒ ALMENO FINO A QUANDO NON AVRAI AMMESSO CHE HAI SBAGLIATO TU A TOCCARE LA MIA, E RIPETO LA MIA, ANFORA.- urla Simone più arrabbiato che mai sbattendo la porta dello studio uscendo.

Dadda si volta verso di me, con uno sguardo quasi deluso, cercando di attirare tutta la mia attenzione su di lui.

-Riki, io, davvero, non so, non ho fatto niente, scusa- mi confessa con voce rotta dopo minuti di silenzio.
-Non ti preoccupare, è l'inizio di un'amicizia, ne sono sicuro, anche io la prima volta ho subito litigato con Simo, però conoscendolo ho capito che è la persona più buona che esista, è semplicemente diffidente e geloso delle sue cose- dico a dadda per consolarlo, perché, in realtà, tutti hanno avuto uno scontro con Simone, è antipatico con tutti se non conosce.
-Si ma io...io non volevo, stavo semplicemente esplorando il posto, mi attirava quell'anfora che pensavo fosse un semplicissimo vaso e l'ho toccato per vederlo meglio, adesso mi odierà per il resto della mia vita Simone- tutte queste paranoie, da dove gli spuntano fuori sempre? sembra Simone Paciello la vendetta.
-Dadda, basta farti paranoie inutili, non è colpa di nessuno dei due- dico al sergente per tranquillizzarlo almeno un pochino.
-Ufff, scusa, quasi quasi stavo meglio a fare il magazziniere- mi sorride.

So che lo dice perché per ora ha passato pochi minuti qua e ha già litigato con una persona, ma alla fine non lo farebbe mai, non tornerebbe mai a fare il magazziniere.

Dadda's pov

MAMMA MIA.

Sono qua da meno di mezz'ora e ho già litigato con Simone, quel tizio strano.

Riccardo dice che è bravo, forse lo è davvero, boh, per ora so solo che abbiamo già bisticciato e a me sta cosa non scende, mi dispiace un sacco, ma ha sbagliato,

Anche se la prima impressione che ho avuto su di lui è stata "questo è un camorrista".

Effettivamente chi non lo penserebbe?

Ha i capelli neri con un taglio inguardabile, talmente osceno che solo a guardarlo mi veniva il voltastomaco, con quella mascella enorme che non c'entra niente con la sua faccia e la maglietta di Rosa Ricci, chi se la metterebbe mai se non un bimbo di 5 anni vestito dai genitori?

Sembrava veramente un malavitoso.

Vado un attimo in bagno e il primo pensiero è stato chiudermi lì un pochino e di chiamare mamma Paola per capire il suo punto di vista.

-Ciao mamma- la saluto felicemente appena risponde alla videochiamata, anche se non lo sono per niente.
-Ciao amore!!- esclama radiosa.
-Io sono in studio, e indovina un po'? ho già litigato con uno che lavora qua- confesso tristemente, poiché sa che era l'ultima cosa che poteva accadere.
-Con chi, come si chiama?- e ora da dove esce questo interesse?
-Simone, è bravissimo, gentilissimo, simpatico, non geloso della sue cose e che non litiga mai- le dico con sarcasmo, forse anche troppo.
-Dani, ti ho insegnato milioni di volte che non devi dire certe cose con sarcasmo, la prima impressione non è spesso ciò che è realmente, ricordati che l'apparenza ing...chi urla?- domanda interrompendo la sua solita lezione di vita che ormai conosco quasi a memoria.

-DANIELSONNNN DOVE SEI????- oh, Riccardo che mi cerca.
-In bagno cretino- gli rispondo scherzando, anche se sa benissimo che non sono proprio in vena di giochi.
-Ciao mammaaa, ti chiamo dopooo- le dico, per poi attaccare velocemente e far finta di niente.

Non vorrei mai che riki sapesse che ho già chiamato almeno un mio famigliare per raccontare un fatto che è accaduto meno di 15 minuti fa.

Simo's pov

E anche con dadda, ci ho litigato, però forse mi sento un po' in colpa, lui sembrava tanto ferito e ingenuo.

Sembrava un bambino alla scoperta del mondo.

In effetti nn ha tutti i torti, non è proprio il massimo litigare con qualcuno il primo giorno di lavoro, forse è meglio che chiamo riki.

-Pronto riki-
-Pronto finanza?- sempre il solito in sti giochi.
-DAI CRETINOOOO, senti, riusciresti a passarmi al volo il numero di dadda su whatsapp, magari gli scrivo o lo chiamo più tardi, per scusarmi, alla fine mi dispiace- confesso con disinvoltura non facendo capire tantissimo che alla fine, sono assai pentito.
-Ahhhhhh certo certo, aggiornami poi- mi dice.
-Figurati se quell'altro non ti dice niente prima di me- gli rispondo.
-Beh, hai ragione, vediamo chi riesce ad aggiornarmi prima, vabbè ciao simo, a dopo- ahhh, una gara c'è adesso?
-Ciaoooo-

Il numero ce l'ho, me l'ha inviato subito, ma forse è meglio andare di persona a scusarsi, magari è ancora in studio.

Chiamo Massimo, lui lo saprà di sicuro.

-UEUE Massimooo- gli dico da vero napoletano.
-Ciao simo, perché mi chiami?- mi domanda, perché effettivamente è strano.
-Senti, ma, dadda è ancora lì?- sicuramente non saprà neanche chi sia talmente tanto che è attento.
-CHIII?- bene, ora anche lui si è trasformato in Riccardo.
-Ma si, Massimo, dai dadda è quel tizio nuovo, tutto strano- lo è, e non può dire il contrario.
-Ahhhhh si, lui, certo, è ancora qua, pensa che riki oggi mi fa fare un'ora di straordinario perché deve registrare un video in più con questo qua nuovo e stanno qua fino alle 22- perfetto, posso andare lì da loro, ma questo nessuno lo saprà.
-Va bene massimo, grazie, a domaniiiii- gli dico normalmente, tanto neanche si sarà accorto della discussione.
-Ciao simo- infatti mi risaluta come sempre.

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