Capitolo 37

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Xavier mi scrutò, l'espressione sul suo volto fu un misto di preoccupazione e qualcosa di più profondo, un'ombra che sembrava rivelare la sua comprensione del mio tormento interiore

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Xavier mi scrutò, l'espressione sul suo volto fu un misto di preoccupazione e qualcosa di più profondo, un'ombra che sembrava rivelare la sua comprensione del mio tormento interiore. Il silenzio si allungò tra di noi, denso come un velo di nebbia, mentre il mio cuore batteva in attesa di una risposta che non sapevo se desiderare o temere. Ma fu allora che, come un fulmine a ciel sereno, la voce di Malaky squarciò quel momento. La sua presenza riportò tutto alla realtà, come un risveglio brusco da un incubo, interrompendo il nostro dialogo non detto.

«Ha sbattuto la testa?» Lo fulminai con lo sguardo e tornai a fissare Xavier attendendo risposte. Lui si schiarì la voce e inumidì le labbra nel tentativo di prendere più tempo possibile. Lo avevo messo in difficoltà. Con le mani strette a pugno sulla sua maglietta, sentii il calore del suo corpo irradiarsi dentro di me.

«Credo che non ci sia un modo per comprendere se qualcuno sia un mutaforma. Solitamente puoi smascherarlo ponendo domande sulla tua vita privata...»

«E se fosse qualcuno a me troppo vicino?» Chiesi terrorizzata al solo pensiero che i miei timori potessero rivelarsi fondati. Xavier chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. Ero certa che avesse intuito il motivo della mia preoccupazione.

«Sarebbe difficile, molto difficile.»

«Juno, puoi spiegarci?» Si intromise Soraya e solo quando la sua voce arrivò alle mie orecchie, mi resi conto del fatto di non essere sola in quella casa. I miei occhi scivolarono lesti sulle mani strette ancora sulla maglietta di Xavier e il mio corpo premuto al suo. Arrossii e mi staccai rapidamente, aumentando le distanze. Era incredibile, un attimo prima avevo sentito su di me il gelo dell'aria autunnale e un secondo dopo mi ritrovavo a sudare per il caldo...

«Credo che mia nonna sia Magdalena» sputai fuori poco dopo, iniziando a sistemarmi i capelli dietro le orecchie. Malaky aggrottò la fronte e arricciò le labbra con espressione confusa.

«Tua nonna è Magdalena.»

«Non quella nonna...L'altra nonna!»

«Credo che tu sia un pochino confusa al riguardo...» Ribatté inarcando un sopracciglio scuro come la notte. Era possibile che non riuscissi a spiegarmi? Eppure, era semplice, tutto combaciava alla perfezione. L'inchiostro, le mani, i rituali, ogni cosa!

«Malaky! Io so cosa sto dicendo!Guardate le mie mani. Sono nere!» Le sollevai in alto, lasciando che la luce si posasse sulla patina scura che le ricopriva. Ero stata cieca, completamente immersa nella mia illusione. Solo in quel momento, di fronte a quel dramma, iniziavo a percepire la verità che si agitava sotto i miei occhi, ma la confusione mi avvolgeva, come una nebbia. Una voce dentro di me si ribellava, negando l'evidenza, mentre dall'altra parte, un grido di tradimento squarciava l'aria. Il conflitto tra le due fazioni mi straziava, come se il mondo si stesse frantumando attorno a me, e a ogni battito del mio cuore un eco lontano mi rimbombava nelle orecchie. Sentivo la sua rabbia, la sua delusione e quella fitta al petto che sapeva di tradimento.

Shen-L'ombra del dannatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora