161. Ricordi di un passato non troppo lontano

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20 dicembre 1622 d.C

Con l'avvicinarsi del Natale, la villa è immersa in un'atmosfera di malinconia e attesa. Le decorazioni che normalmente avrebbero portato gioia sembrano ora un doloroso ricordo della perdita recente. I bambini, soprattutto James, sentono profondamente l'assenza del loro padre, e anche se cerco di rallegrare l'ambiente, il peso della loro tristezza è evidente. La mia libertà dalla tirannia di mio marito è una benedizione, ma vedere i miei figli soffrire mi spezza il cuore. Mentre sistemo alcune ghirlande nella grande sala, una serva si avvicina con passo rapido e mi informa che un messaggero è arrivato, inviato direttamente dalla corona inglese. La mia curiosità è immediata, e mi dirigo verso l'ingresso per accoglierlo.

"Lady Daphne Darcy?" chiede l'uomo, inchinandosi leggermente. Indossa l'uniforme della corte, segno del suo rango e della serietà del messaggio che porta. "Sì, sono io," rispondo, cercando di nascondere il nervosismo. "Ho un messaggio per voi, mia signora, dalla loro Maestà Re Giacomo I e la Regina Anna," dice, consegnandomi una lettera sigillata con il simbolo reale. Prendo la lettera con mani tremanti e la apro, leggendo rapidamente le parole eleganti e formali. Sono invitata, insieme ai miei figli, a trascorrere il Natale a palazzo. È un onore e un'opportunità che non posso rifiutare, soprattutto per la possibilità di offrire ai miei bambini un po' di gioia e distrazione in questo difficile periodo. "Vi ringrazio," dico al messaggero. "Informate la corte che accettiamo con gratitudine l'invito."

Torno dai miei figli con la lettera in mano, cercando di nascondere la mia eccitazione. "James, Alice, Emily," li chiamo. "Ho delle notizie per voi."

Mi guardano con occhi curiosi e un po' tristi. "Cosa c'è, mamma?" chiede James. "Abbiamo ricevuto un invito molto speciale," rispondo, cercando di infondere un po' di entusiasmo nella mia voce. "La corte reale ci ha invitati a trascorrere il Natale a palazzo."

Gli occhi dei bambini si illuminano leggermente, e vedo un barlume di speranza e interesse. "Davvero?" chiede Alice, con una nota di eccitazione nella voce. "Sì, davvero," confermo. "Partiremo domani stesso."

Passiamo il resto della giornata a prepararci per il viaggio, e vedo nei miei figli un po' di quella gioia che tanto desideravo riportare nelle loro vite. Mentre la villa si anima di attività, il mio cuore si sente leggermente più leggero.

21 dicembre 1622 d.C

"Mamma, arriveremo presto?" chiede, tirando il mio abito mentre ci dirigiamo verso le carrozze. "Sì, amore mio, presto saremo lì," rispondo con un sorriso, accarezzando i suoi capelli.

Le carrozze si mettono in movimento, e il viaggio verso Londra inizia. La campagna innevata scorre lentamente fuori dai finestrini, e i bambini si accoccolano sotto coperte calde, chiacchierando tra di loro e con la balia. Il tragitto è lungo, ma il pensiero di arrivare a palazzo e di trascorrere il Natale in un luogo tanto prestigioso ci dà forza.

Finalmente, dopo ore di viaggio, le imponenti torri del palazzo reale si delineano all'orizzonte. Il nostro arrivo è accolto con grande cortesia: domestici e guardie ci aiutano a scendere dalle carrozze e a sistemarci nelle nostre stanze. L'interno del palazzo è magnificente, decorato con sontuose ghirlande, alberi di Natale splendidamente adornati e candele che emanano una luce calda e accogliente.

Mentre camminiamo nei corridoi lussuosamente decorati, i bambini rimangono a bocca aperta, ammirando la bellezza del palazzo. "Mamma, guarda!" esclama Alice, indicando un enorme albero di Natale scintillante al centro di una delle sale. "Sì, è davvero magnifico," rispondo, cercando di immagazzinare ogni dettaglio per poterlo ricordare sempre.

Siamo condotti nelle nostre stanze da un gentile maggiordomo che ci informa che la cena verrà servita presto e che siamo invitati a unirci agli altri ospiti reali nella grande sala da pranzo.

Quando entriamo nella grande sala da pranzo, siamo accolti da una scena di opulenza: tavole imbandite con cibi raffinati, candelabri scintillanti e una moltitudine di ospiti in abiti eleganti. Le loro Maestà, il Re e la Regina, sono seduti a capo tavola, e ci fanno cenno di avvicinarci. "Benvenuti, Lady Daphne Darcy," dice il Re con un sorriso gentile. "È un onore avere voi e i vostri figli con noi questo Natale."

"Vi ringraziamo profondamente, Vostra Maestà," rispondo, facendo un profondo inchino. "Siamo onorati dall'invito e dalla vostra ospitalità."

Le risate e la musica riempiono l'aria, e per la prima volta dopo molto tempo, mi sento veramente felice. La regina si avvicina con un sorriso gentile sul volto, il suo abito scintillante nella luce delle candele. "Lady Daphne," mi chiama con voce morbida, "posso rubarvi un momento del vostro tempo?"

"Certamente, Vostra Maestà," rispondo con rispetto, sorpresa ma onorata dal suo interesse. Ci allontaniamo leggermente dalle danze, trovando un angolo tranquillo dove possiamo parlare senza essere disturbate dal frastuono della festa.

"Vi ammiro molto, Lady Daphne," dice la regina sinceramente. "Siete stata forte e coraggiosa di fronte alle avversità, e la vostra devozione ai vostri figli è encomiabile."

"Vi ringrazio, Vostra Maestà," rispondo con gratitudine, sentendomi commossa dalle sue gentili parole. La regina mi sorride, e per un istante posso leggere nei suoi occhi una comprensione profonda di ciò che ho vissuto. La regina osserva il quadro con attenzione, poi alza lo sguardo verso di me con un'espressione di meraviglia. "Lady Daphne," inizia con un tono ponderato, "ho notato una somiglianza sorprendente tra voi e la donna raffigurata in questo dipinto."

Il quadro è un'opera maestosa, incorniciata con dettagli dorati che risplendono alla luce delle candele. Guardo il dipinto con una mescolanza di emozioni contrastanti. È Quel giorno, io e Thomas ci sposammo con la speranza di un futuro felice, ma il destino aveva altri piani per noi. Fu il mio ultimo marito, prima di Lord Darcy, un marito che mi era anche amico. La regina mi osserva con curiosità, aspettandosi una risposta che non può arrivare. Non posso confessare la verità dietro quel ritratto, la mia identità nascosta dietro secoli di vita immortale. "È un bellissimo dipinto," ammetto con un sorriso teso, cercando di nascondere la complessità delle mie emozioni.

"La donna è la duchessa Daphne di Northumberland assieme al suo giovane marito, Thomas Howard," afferma la regina descrivendo il quadro. Le sue parole risuonano nella mia mente, riportandomi indietro a un tempo che avevo cercato di seppellire nei recessi del mio cuore.

"Sembra una coppia felice," rispondo, il mio sguardo indugiando sul volto di Thomas, i suoi occhi pieni di speranza e amore. Le mie parole sono un riflesso del dolore nascosto, di un passato che non può essere dimenticato.

"Sicuramente erano innamorati," continua la regina, la sua voce carica di una tristezza empatica. "Quando la duchessa partori, non riuscì a sopravvivere, così come il giovane figlio. Il duca, straziato dalla perdita, si tolse la vita qualche giorno dopo."

Una lacrima solitaria scivola lungo il mio viso, e mi ritrovo a lottare contro l'ondata di emozioni che minaccia di sopraffarmi. Thomas, il mio caro Thomas, così pieno di vita e di sogni. Il dolore della sua perdita è ancora vivo dentro di me, una ferita che il tempo non ha potuto guarire.

"La storia è così tragica," dico con un filo di voce, cercando di mantenere il controllo. "Un amore così grande spezzato dalla crudeltà del destino."

La regina mi osserva con uno sguardo indagatore, come se potesse leggere i segreti nascosti nel mio cuore. "Sembra che tu provi un'affinità particolare per questa storia, Lady Daphne," osserva. Annuisco, cercando di nascondere la verità dietro un sorriso forzato. "Forse perché mi ricorda quanto fragile possa essere la felicità," rispondo, sperando che le mie parole non tradiscano la profondità del mio dolore. Mentre la regina si allontana, rimango a fissare il quadro, i ricordi di Thomas e del nostro amore avvolgono il mio cuore.
"Addio, mio amore," sussurro, sentendo il peso della perdita ancora una volta.

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