Le servono due ore per smettere di litigare con le ali e costringere le prime propaggini a restare annidate tra le ossa. Evianne le passa in un vecchio ripostiglio per dare il tempo all'antidolorifico di agire. Poi, quando le ginocchia paiono stabili, trova il coraggio di rialzarsi e si concede un sospiro di sollievo. C'è mancato poco. Ancora qualche minuto e Shadee avrebbe visto mille gocciole di rugiada splenderle sulla schiena. Non vuole nemmeno pensare a che cosa le avrebbe detto. Le basta immaginare la sua espressione sconvolta perché il terrore la avvolga come una membrana cucita sopra la pelle. Sarà difficile spiegargli perché ha dovuto allontanarsi, ma adesso deve concentrarsi su un altro problema. Shadee le ha parlato di una missiva depositata nell'archivio della corrispondenza, una lista che contiene i nomi di possibili ribelli. Se non la recupererà prima dell'alba, quegli uomini finiranno decapitati o impiccati lungo le strade della capitale, colpevoli soltanto dell'ombra di un sospetto.
Si sistema la tracolla in spalla e scende lungo le stradicciole di Reggia Blu. Gli archi dei loggiati sono illuminati dalle fiaccole delle sentinelle, somigliano a tante capocchie di spilli che la accompagnano verso il deposito delle missive, ai piedi della scalinata principale.
Evianne corre senza guardarsi intorno, è notte, la luna è coperta, e presto scompaiono anche le aure magiche delle ultime vedette, la via è libera, finché...
«Ma guarda chi abbiamo qui!» Una voce divertita la blocca sull'ultimo gradino. Davanti all'ingresso della cittadella c'è Hondo. Ha il volto scoperto, le labbra tirate in un ghigno soddisfatto. Con un gesto che trabocca di fierezza si scosta il tirabaci dalla fronte. «Quand'ero piccolo ho imparato a spegnere la mia aura. Mio padre era un traditore della casata, mi ha insegnato che è saggio tenerla nascosta se stai tramando alle spalle del tuo re. È stato un maestro severo, ma aveva ragione: torna utile quando vuoi passare inosservato e catturare una spia. Certo non pensavo avresti abboccato alla prima esca.»
Evianne deglutisce un boccone di saliva rovente, ordina al cuore di calmarsi perché deve restare lucida, trovare un modo per cavarsela prima che la situazione crolli a precipizio. Avrebbe dovuto saperlo: senza volerlo Shadee le ha riportato una notizia falsa, l'ha fatta cadere nella trappola che Hondo aveva teso. Perché non esiste nessuna lista di sospettati ribelli.
Con indifferenza infila la mano nella tracolla e cerca il pugnale. «Sto solo facendo una passeggiata notturna. Non ho visto nessuna spia qui. Deve essere fuggita da un'altra parte.»
È una bugia debolissima, ma spera basti a farle guadagnare del tempo, perché che altro potrebbe dire? Di essere una schiava? Eccetto la vecchia Liza nessuno a Reggia Blu ha la pelle bianca.
Hondo le sorride con uno sguardo agghiacciante. «Non mi piacciono le bugie, Evianne dei Respiri.»
Il nome la travolge con la violenza di un colpo in testa. Il cielo barcolla, le stelle si muovono come tante lucciole impazzite. Evianne tenta un balzo in avanti con il pugnale alzato, ma Hondo la precede e la scaraventa contro il muro stringendole il collo. Subito l'ossigeno fugge dalle labbra, il mondo si eclissa per un millesimo di secondo. Quando si riaccende, il grugno di Hondo è a un soffio da lei e nella mano libera c'è il disegno del fiore viola.
«Ti piace il mio regalo, Evianne?»
Non è possibile. Deve essere un'allucinazione prodotta dalla scarsità di ossigeno. Uno strano malessere le toglie le forze. Non riesce a respirare nemmeno ora che la mano di Hondo smette di stringerle il collo e la immobilizza per la spalla.
«Sì, direi proprio che ti piace. Piace a te come è piaciuto ai tuoi genitori mentre quegli uomini li sgozzavano.»
Ogni parola è un coltello che sventra i polmoni e lo stomaco e il cuore. Evianne rivede i corpi martoriati dei suoi genitori davanti all'orfanotrofio. La rabbia la travolge, la spinge a evocare una lama di rugiada per attaccare, ma un laccio di rovi le intrappola i polsi, blocca ogni possibile movimento.
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Una storia di ali e spilli
FantasyLe Bolle di Rovi e Rugiada sono nemiche per un motivo che con il tempo si è scordato. Omicidi, furti e agguati hanno generato una spirale di odio che non è mai sfociata in una guerra aperta, sebbene il terrore di uno scontro sia alle porte. Nella Bo...