62. [ e x t r a - 1 ]

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19 agosto 2026






La luce del sole entrava timidamente in una delle tante camere al piano superiore di quell'enorme villa che affacciava sul bellissimo e cristallino mare di Baja Sardinia. Lì, stesa sul letto matrimoniale con il corpo nudo avvolto da un leggero lenzuolo, Beatrice iniziò ad aprire lentamente gli occhi, stropicciandoseli con le mani strette in un pugno. Sbadigliò, cercando di prendere coscienza di ciò che la circondava, e quando i ricordi della sera precedente le vagarono in mente, non poté fare altro che sorridere e allungare il braccio destro verso lo spazio al suo fianco, che, però, risultò essere vuoto. Confusa, aggrottò le sopracciglia, e, girandosi, il suo sguardo andò a finire su un foglio di carta lasciato sul cuscino. Si mise seduta sul letto, avvolta ancora dal lenzuolo, e afferrò il bigliettino, sorridendo alla vista della scrittura disordinata. Poi si concentrò sul testo:

"Non spaventarti, sto in centro con Jader e Jacopo, e sei talmente bella quando dormi che non mi andava di svegliarti; ti ho lasciato la mia maglia ai piedi del letto, ti amo regazzì — serata bellissima come al solito, da rifare ovviamete ;)"

Beatrice scosse la testa divertita, e, passandosi una mano tra i capelli, pensò a quanto fosse felice e a quanto stesse bene da quando lei e Joseph erano tornati insieme. Sembrava quasi stessero vivendo una favola, una bellissima favola, nella quale i due protagonisti si amavano in maniera sconfinata ogni giorno di più, e niente pareva poter frantumare, anche solo in maniera lieve, la loro bolla d'amore, che, oramai, era indistruttibile.

Avevano trovato finalmente la loro stabilità, sia in ambito lavorativo - entrambi stavano avendo due carriere piene di successi - sia in ambito relazionale, e anche se, spesso, per lavoro si trovavano a dover stare lontani per un tot di tempo, quella distanza non faceva altro che rafforzare il loro amore. Finalmente potevano dirsi inseparabili.

La ragazza si stiracchiò e, dopo essersi alzata dal letto, si diresse nel bagno. Si guardò allo specchio, maledicendo mentalmente Joseph per i segni violacei che, come sempre, le lasciava sul collo. Alla fine si lasciò comunque scappare un sorrisetto prima di farsi una veloce doccia - soprattutto perché il suo aspetto urlava "ieri sera ho fatto sesso" da tutte le parti, e sarebbe stato imbarazzante farsi vedere in quelle condizioni dalla famiglia Carta.

Così, dopo essersi ripresa, si vestì con la maglia nera che Joseph aveva lasciato per lei, e che, ovviamente, le stava enorme. Poi, dopo aver cercato di coprire, per quanto possibile, quei succhiotti, uscì dalla stanza e si diresse al piano inferiore.

La villetta sembrava stranamente silenziosa, quindi pensò che non ci fosse nessuno. Quando poi, però, imboccando il corridoio che portava alla sala da pranzo e alla cucina, si ritrovò ad inspirare un dolce e squisito profumo, si dovette ricredere.

Prima di procedere per la sua strada, si ritrovò a dare delle tenere carezze ad Aria e Latte, e, solo quando i due gatti parvero essere soddisfatti delle attenzioni ricevute, si diresse in cucina, dove trovò la dolce e bellissima Rebecca con tanto di grembiule sporco di farina e tanti ingredienti sull'enorme isola di marmo.

«Buongiorno Rebe. Non dirmi che stai facendo ciò che penso» catturò l'attenzione della donna, che sorrise alla vista della ragazza.

«Buongiorno Bea» si avvicinò per darle un veloce ma tenero abbraccio che scaldava sempre il cuore della ragazza. «Domani qui qualcuno compie ventidue anni. Il minimo che possa fare è preparare una torta» disse, poi.

Beatrice scosse la testa con un sorriso in volto. Era il secondo anno che trascorreva le ultime due settimane di agosto a Baja Sardinia, ed era anche il secondo anno che Rebecca, il giorno che precedeva il suo compleanno, le preparava una buonissima torta la cioccolato. Ovviamente la ballerina le ripeteva sempre che non fosse necessario, anche perché erano in vacanza, eppure la donna continuava a farlo imperterrita.

𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora