And I try...

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SEQUEL DI ONLY FRIENDS.

ONE SHOT.

AND I TRY...

"Sono tante le cose che perdiamo per paura di perderle..."

Alcool. Avevo bisogno soltato di alcool, nonostante la mia testa mi chiedesse un momento di tregua. Nonostante io mi sentissi così male.

Il bar era stracolmo di gente tutta ubriaca o poco lucida ed io non facevo che parte di essi.
Come mi ero ridotto?

Io non ero così. Non ero questo.
Eppure era da mesi che continuavo con questa storia.

Ed erano anche mesi che cercavo in tutti i modi di dimenticarmi quelle fottute parole.

Il bicchiere ormai vuoto non desiderava altro che essere riempito fino all'orlo ed il mio sguardo perso, ormai.

Se mi avessero scoperto qui sicuramente sarei stato nei casini, ma al diavolo! Avevo bisogno di stare per i fatti miei e cercare ancora una volta una motivazione.

Ero stanco. Troppo. Per un solo ed unico motivo.

Liam non parlava più con me, o almeno, non come prima.
Aveva trovato la "donna giusta", come diceva lui ed era così preso da dimenticarsi dei suoi fottuti amici. Da dimenticarsi di me.

Sospirai stanco della solita consapevolezza che mi attanagliava dentro, logorando ogni parte di me.
E i ricordi entrarono di nuovo dentro, cercando di farmi bloccare il respiro.
Non serviva a niente dimenticare in questo modo, se non a farmi giare la testa ancora di più.

Mi alzai lentamente barcollando un pò, prima di riacquistare l'equilibrio.

Non sapevo bene quello che stavo facendo, ma una cosa era sicura avrei dovuto smetterla. Farla finita in tutto.

Perche ero così stanco, stanco di vedere sempre quel sorriso che nemmeno era dedicato a me, quei occhi che non facevano altre che guardare solo lei.
E non era giusto, dopo tutto quello che mi aveva detto, dopo tutto quello che aveva sussurato quella notte.

Uscii dal bar in modo lento e respirando l'aria gelata.
Mi strinsi nel mio giubbotto di pelle e con le mani tastai le tasche cercando le mie sigarette. Ne presi una e la misi tra le labbra prendendo l'accendino e accendendola in modo da aspirarla immediatamente.

Forse era questa l'unica cose che riusciva a farmi calmare i nervi, ma quando si trattava di Liam ogni cosa sembrava inutile. Davvero.

I miei passi sempre più lenti e trascinanti mi stavano portando in un luogo a me sconosciuto. La mia mente era in sobbuglio e la ragione era sparita completamente.

La sigaretta a poco a poco si consumava sempre di più mentre le mie mani, ormai congelate, cercavano di agiustare i capelli.

Dopo qualche minuti mi fermai immediatamente, senza neanche pensare mi girai di lato trovando soltanto un portone.

Ma non era un portone qualunque quello. Era quello di Liam.

I miei piedi, il mio corpo mi avevano portato da lui senza neanche accorgermene, e adesso non sapevo perché stessi ancora camminando proprio per andare dritto da lui.

Non riuscivo neanche a fermarmi, suonai il campanello senza neanche pensare.

Dio, ma che stavo facendo?

E neanche il tempo di girarmi e andarmene immediatamente che qualcuno aprì la porta.

Il cuore rallentò di un attimo prima che mi giarassi di nuovo.

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